“Stamattina abbiamo purtroppo assistito a una vile aggressione da parte di un gruppo di violenti picchiatori mandati su commissione (non sappiamo da parte di chi, ma lo immaginiamo) nei confronti dei lavoratori del gruppo Faro, in sciopero da diversi giorni per richiedere gli arretrati di molti anni di lavoro straordinario mai pagato”. Così, in una nota, la segreteria regionale della Filt Cgil.
“Quindici persone, probabilmente appartenenti alla vigilanza interna aziendale del gruppo Faro, – continua la nota – sono entrate nel magazzino di Castel Giubileo e hanno aggredito i lavoratori con oggetti contundenti e pistole elettriche. Le forze dell’ordine sono intervenute con prontezza identificando gli autori dell’aggressione e chiamando i soccorsi per i lavoratori colpiti, che si trovano ora nelle strutture ospedaliere. La società Zara ha subito preso le distanze dall’episodio, ma riteniamo a questo punto indispensabile l’immediato allontanamento di questo gruppo imprenditoriale, che oltre a non pagare regolamente i salari dei lavoratori, sta evidenziando incapacità nella gestione della vertenza secondo le normali regole di ingaggio del confronto sindacale. Queste modalità di repressione di antica memoria non ci spaventano e continueremo ad assistere i lavoratori nella loro lotta. Stiamo valutando di interrompere le relazioni con il gruppo Faro e chiedere la presenza della committente Zara. Con il sostegno di tutta la Cgil, l’attenta presenza della stampa e la forza d’animo e spirito di gruppo che questi lavoratori stanno mostrando ripristineremo la giusta previsione normativa e il rispetto dei diritti e della loro dignità. Il mondo degli appalti è pieno, purtroppo, di situazioni come questa. Auspichiamo un intervento del ministro Di Maio per ripristinare la legalità nei processi di terziarizzazione”.
Per Michele Azzola, segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio ed Eugenio Stanziale, segretario generale della Filt Cgil di Roma e del Lazio “l’idea padronale di risolvere i conflitti sindacali ricorrendo alla violenza dimostra quanto sia necessario cambiare profondamente il sistema e intervenire sul rapporto tra committente e appaltatore, anche per evitare il fenomeno distorto dei subappalti spesso al di fuori di qualsiasi norma e regola. La disarticolazione aziendale di questo processo produttivo da parte dei committenti, in cambio di una flessibilità estrema chiesta agli appaltatori, sta producendo danni enormi che si scaricano sulla parte più debole del sistema: i lavoratori. Chiediamo a Zara di interrompere l’appalto che si svolge in queste condizioni e di farsi carico in proprio della logistica nel rispetto del contratto e dei diritti dei lavoratori, garantendo il giusto reddito e gli attuali livelli di occupazione”.
TN