Nove anni di reclusione per Sergio Cragnotti, quattro anni per Cesare Geronzi: è la sentenza di condanna emessa nella tarda serata di ieri dai giudici della prima sezione penale del tribunale di Roma a conclusione del processo sul crac del gruppo Cirio.
Inoltre, il responsabile civile Unicredit e tutti gli imputati condannati all’amministrazione straordinaria Cirio, dovranno versare duecento milioni di euro di risarcimento danni. La banca e gli stessi condannati, in solido dovranno risarcire anche le spese legali sostenute dalle migliaia di parti civili costituite in questo processo.
Tra gli altri imputati che il tribunale ha ritenuto colpevoli del crac del colosso agroalimentare figurano anche il genero di Sergio Cragnotti, Filippo Fucile (4 anni e 6 mesi), i figli Andrea (4 anni), Massimo (3 anni) ed Elisabetta (3 anni), e poi Ettore Quadrani (3 anni e mezzo), Francesco Scornajenchi (3 anni), Gianluca Marini (3 anni), Annunziato Scordo (3 anni), e gli ex funzionari della Banca di Roma Pietro Locati (3 anni e 6 mesi), Antonio Nottola (3 anni e 6 mesi) e Michele Casella (3 anni).
Assolti invece dalle accuse Giampiero Fiorani, ex amministratore delegato della Banca Popolare di Lodi, e la moglie di Sergio Cragnotti, Flora Pizzichemi, per “non aver commesso il fatto” nell’ambito del processo per il crac Cirio. Nei loro confronti la Procura di Roma aveva chiesto una condanna a sei anni di reclusione.