Due segnali di ripresa dell’economia europea e uno di inflazione stabile nella zona euro sono venuti oggi da Bruxelles e da Lussemburgo dove sono stati pubblicati due indicatori elaborati dalla Commissione europea e una stima sull’inflazione di ottobre.
Si tratta di uno sviluppo positivo però offuscato da un trainante dinamismo economico degli Usa ben superiore a quello dell’Europa.
La fiducia delle imprese si conferma ancora in aumento sia Eurolandia sia nella più vasta area dei 15 paesi Ue: l’indicatore ‘Bci’ relativo alla zona euro ha registrato fra settembre e ottobre un aumento di quasi 0,25 punti segnando “il valore più alto dal maggio del 2001” e confermando una tendenza al miglioramento della fiducia delle imprese rilevata fin da agosto.
Sempre dalla Direzione generale affari economici e monetari dell’esecutivo Ue è stato pubblicato il più complessivo indice ‘Esi’ sulla fiducia non solo delle imprese ma anche dei consumatori: questo termometro dell’economia europea è aumentato a ottobre per la terza volta consecutiva toccando il suo più alto livello degli ultimi dodici mesi (95,9 punti). Il miglioramento viene spiegato come un aumento della fiducia nel settore imprenditoriale: in particolare i negozianti al dettaglio sono chiaramente “più ottimisti” rispetto a due mesi fa e nell’industria il clima di fiducia ha continuato il proprio trend verso quel “maggiore ottimismo” già osservato nei due mesi precedenti. Un “leggero miglioramento” sembra essere in atto anche nel settore edile anche se c’è bisogno di ulteriori conferme nei prossimi mesi. Questo “quadro di crescente ottimismo nel settore delle imprese è integrato da dati provenienti dal settore dei servizi” che mostra un “consolidamento dei forti miglioramenti osservati negli ultimi sei mesi”. La fiducia dei consumatori è invece rimasta invariata per il secondo mese consecutivo a seguito di una precedente crescita sostenuta.
A livello economico sembra in arrivo dunque un’estate di San Martino che però non dovrebbe bastare rendere poco più che asfittica la crescita del pil di Eurolandia dell’intero 2003: nelle sue previsioni pubblicate solo l’altro ieri, la stessa Commissione europea aveva formulato per la zona euro una stima di crescita per quest’anno di solo 0,4% e una previsione per il 2004 di 1,8%. Tassi ben inferiori a quelli dell’economia Usa per la quale Bruxelles stima invece +1,8% per il 2003 ed ben +3,8% l’anno prossimo a conferma di dati in forte crescita annunciati ieri. “Una forte crescita negli Stati Uniti è una buona notizia anche per l’economia europea”, si è limitato a constatare un portavoce dell’esecutivo Ue rifiutandosi di commentare il differenziale di aumento del Pil che l’Europa sconta rispetto agli Usa.
Sul fronte dei prezzi, l’inflazione nella zona euro a ottobre dovrebbe essere rimasta stabile al 2,1%, come in settembre. Lo ha annunciato oggi Eurostat pubblicando la propria stima flash risultata lievemente superiore alle attese dei principali analisti (il consensus rilevato da Commerzbank era di 2,0%).
Almeno a livello continentale, negli ultimi tempi la corsa dei prezzi ha segnato il passo con quelli alla produzione industriale stabili a settembre rispetto ad agosto sia in Eurolandia, sia nell’Ue a 15 (ad agosto era stato rilevato un incremento dello 0,2% per entrambe le aree). Il dato per l’Italia indica un decremento pari allo 0,1%.
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