Si è conclusa con un nulla di fatto la notte scorsa a Francoforte la riunione-fiume del sindacato metalmeccanico tedesco IG Metall, chiamato a trarre le conseguenze del fallimento dello sciopero per la settimana lavorativa di 35 ore nell’est della Germania.
Oltre 12 ore ininterrotte di seduta non sono servite a trovare una via d’uscita al braccio di ferro e alla lotta di potere emersi nel sindacato, dove ci si palleggia la responsabilità del fallimento dello sciopero, la prima grande sconfitta di IG Metall con l’arma dello sciopero dal 1954.
Il vicepresidente del sindacato Juergen Peters – additato dalla base come il principale responsabile della sconfitta col padronato – continua infatti a respingere l’invito alle dimissioni rivoltogli dal presidente Klaus Zwickel. Peters – che è designato alla successione di Zwickel in autunno – nonostante le critiche intende restare in carica e mantenere la candidatura alla successione di Zwickel. Peters ha respinto anche una proposta per dimissioni congiunte sue e di Zwickel.
Si prevede così una lunga prova di forza all’interno del potente sindacato metalmeccanico tedesco, fino al congresso di ottobre, dove con tutta probabilità ci sarà la resa dei conti.
Il ministro dell’interno Otto Schily – competente in materia sindacale – si è detto oggi a favore di una nuova dirigenza alla guida di IG Metall. “Il paese ha bisogno di un sindacato forte e per questo sarebbe bene se i sindacati si accordassero su una nuova dirigenza”, ha detto il ministro, che ha definito “una tragedia” la lotta di potere all’interno di IG Metall.
Lo sciopero a est – protrattosi per circa un mese – ha provocato in giugno la sospensione della produzione in alcuni stabilimenti di importati case automobilistiche quali Bmw e Volkswagen a causa del mancato arrivo di pezzi e componenti dalle fabbriche orientali interessate dalla protesta.
Nei Laender ex comunisti della Germania est i metalmeccanici lavorano – a parità di salario – 38 ore a settimana, tre in più rispetto ai loro colleghi dell’ovest. I datori di lavoro sono contrari alla settimana di 35 ore a est adducendo motivi di minore produttività e di differente situazione economica generale.
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