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Home - Top - Lavoro, Istat: nel 2022 +545mila occupati, si torna ai livelli del 2019

Lavoro, Istat: nel 2022 +545mila occupati, si torna ai livelli del 2019

15 Marzo 2023
in Notizie del giorno
Nannicini e Del Conte, l’Anpal diventa una realtà operativa

Nella media del 2022, l`aumento del numero di occupati di oltre mezzo milione di unità (+545 mila, +2,4%), tornando ai livelli del 2019. Questo si associa alla riduzione del numero di disoccupati (-339 mila, -14,3%) e di quello degli inattivi di 15-64 anni (-484 mila, 3,6%). Lo ha reso noto l’Istat che ha diffuso i dati sul mercato del lavoro nell’ultimo trimestre del 2022.

Il tasso di occupazione (15-64 anni) sale al 60,1% (+1,9 punti percentuali in un anno), quello di disoccupazione scende di 1,4 punti percentuali e quello di inattività (15-64 anni) di 1,1 punti. L`andamento dell`input di lavoro nelle imprese conferma la crescita: aumentano le posizioni dipendenti – del 4,7% -, cresce il monte ore lavorate – del 12% – e diminuisce il ricorso alla Cig (-85,3 ore ogni mille lavorate).

Il primo semestre dell`anno registra la crescita più marcata (+791 mila, +3,6%) cui segue, a ritmi più che dimezzati, quella del secondo semestre (+300 mila, +1,3%). Il tasso di occupazione di 15-64 anni sale al 60,1% (+1,9 punti percentuali in un anno), superando di 1,1 punti il livello del 2019.

La crescita dell`occupazione ha riguardato sia i dipendenti – a termine (+147 mila, +5,1%) e a tempo indeterminato (+346 mila, +2,4%) – sia, con minore intensità, gli indipendenti (+52 mila, +1,1%) e ha coinvolto sostanzialmente il lavoro a tempo pieno (+536 mila), essendo rimasto quasi stabile il numero degli occupati a tempo parziale (+9 mila).

Nel 2022 si registra anche una forte diminuzione del numero di persone in cerca di occupazione (-339 mila, -14,3%), nonostante sia in leggero aumento quello di chi cerca lavoro da almeno un anno: l`incidenza di questi ultimi sul totale dei disoccupati sale al 57,3% (+0,5 punti in un anno). Il tasso di disoccupazione scende all`8,1% (-1,4 punti rispetto al 2021) e risulta inferiore di 1,8 punti a quello del 2019.

Nella ricerca di lavoro continua a prevalere l`uso del canale informale: rivolgersi a parenti, amici e conoscenti rimane la pratica più diffusa, sebbene in calo (75,5%, -0,4 punti); risultano invece in crescita alcune azioni di ricerca più formali, come l`invio di domande/curriculum (65,0%, +0,9 punti), la risposta ad annunci o la pubblicazione di inserzioni (29,5%, +1,2 punti), l`aver contattato una agenzia di lavoro interinale (20,0%, +1,9%), e soprattutto l`aver sostenuto un colloquio o una selezione di lavoro (25,6%, +5,8 punti) e l`essersi rivolto al Centro pubblico per l`impiego (22,3%, +4,4 punti).

Nel 2022 il numero di inattivi di 15-64 anni diminuisce per il secondo anno consecutivo (-484 mila, -3,6% in un anno), per effetto del calo delle forze di lavoro potenziali (-596 mila, -19,4%), la componente più vicina al mercato del lavoro; risultano infatti in aumento gli inattivi che non cercano e non sono disponibili a lavorare (+112 mila, +1,1%).

Diminuisce il numero di scoraggiati (-86 mila, -7,6%), così come quello di chi aspetta gli esiti di passate azioni di ricerca (-71 mila, -10,4%) e, soprattutto, di chi è in attesa di tornare al proprio lavoro (-239 mila, -48,9%). Peraltro, tra gli inattivi di 15-64 anni si riduce il numero delle persone in cassa integrazione guadagni da più di tre mesi che si attesta a 18 mila unità (lo 0,1% del totale inattivi di 15-64 anni) rispetto ai 173 mila del 2021 (l`1,3% del totale). Il tasso di inattività 15-64 anni scende al 34,5% (-1,1 punti rispetto al 2021), rimanendo di poco superiore al periodo pre-pandemia (era 34,3% nel 2019).

Tornano ad aumentare, nel 2022, i divari di genere: tra gli uomini il tasso di occupazione aumenta di più (+2,1 punti rispetto a +1,7 punti le donne) e quello di disoccupazione presenta un calo maggiore (-1,6 e -1,3 punti, rispettivamente); quasi identica è invece la riduzione del tasso di inattività 15-64 anni (-1,0 punti gli uomini e -1,1 punti le donne). Il tasso di occupazione supera i livelli pre-pandemia per entrambe le componenti di genere, ma la maggiore crescita per gli uomini (+1,2 punti rispetto a +0,9 punti le donne) determina un aumento della differenza tra i due tassi: il gap passa da 17,8 punti del 2019 a 18,1 punti nel 2022.

A livello territoriale, il tasso di occupazione aumenta maggiormente nel Centro (+2,3 punti) rispetto al Nord (+1,7 punti) e al Mezzogiorno (+1,8 punti), mentre quello di disoccupazione diminuisce in maggior misura nelle regioni meridionali (-2,1 punti) in confronto al Centro e al Nord (-1,7 e -0,9 punti, rispettivamente); il calo del tasso di inattività è invece simile per territorio. In tutte le ripartizioni il tasso di occupazione ha superato i valori del 2019: di +0,2 punti nel Nord, +1,2 punti nel Centro e +1,8 punti nel Mezzogiorno, diminuendo gli elevati divari territoriali che rimangono comunque molto consistenti. Il tasso di occupazione nel Nord (68,1%) è di 21,5 punti superiore a quello del Mezzogiorno (46,7%) e il tasso di disoccupazione nelle regioni meridionali (14,3%) è quasi tre volte quello del Nord (5,1%).

Tra i giovani 15-34enni è più marcato sia l`aumento del tasso di occupazione (+2,8 punti rispetto al 2021), sia la diminuzione di quello di disoccupazione (-3,4 punti). Il primo aumenta, con minore intensità, anche per i 35-49enni (+1,8 punti) e per i 50-64enni (+1,5 punti), che registrano anche il calo di quello di disoccupazione (-0,9 e -0,7 punti, rispettivamente). Il tasso di inattività diminuisce in maniera pressoché analoga per tutte le classi di età (-1,2 punti per i 15-34enni e per i 35-49enni, e -1,1 punti per i 50-64enni). Rispetto al 2019 i giovani, che hanno risentito di più sia della dinamica negativa del 2020 che del ciclo economico positivo degli ultimi due anni, presentano un aumento più sostenuto del tasso di occupazione (+2,0 punti rispetto a +1,4 punti i 35-49enni e +0,7 punti i 50-64enni) e un calo più intenso di quello di disoccupazione (rispettivamente -3,8 punti, -1,6 punti e -0,6 punti).

Nel 2022 gli stranieri mostrano una crescita del tasso di occupazione (+2,8 punti) superiore a quella degli italiani (+1,8 punti) e al contempo una maggiore riduzione del tasso di disoccupazione (-2,4 e -1,3 punti rispettivamente); è invece simile il calo del tasso di inattività 15-64 anni (-1,2 punti e -1,0 punti). Ciononostante, per gli stranieri il tasso di occupazione rimane ancora inferiore a quello del 2019 (-0,5 punti), mentre per gli italiani il valore è superiore di 1,3 punti.

Nel quarto trimestre 2022, l`input di lavoro, misurato dalle ore lavorate, è aumentato dello 0,7% rispetto al trimestre precedente e del 3,1% rispetto al quarto trimestre 2021. Nello stesso periodo il Pil ha registrato una debole flessione (-0,1%) in termini congiunturali, mentre è aumentato dell`1,4% in termini tendenziali.

Gli occupati, nel quarto trimestre 2022, sono 120 mila in più rispetto al terzo trimestre (+0,5%): l`aumento dei dipendenti a tempo indeterminato (+166 mila, +1,1%) ha più che compensato il calo di quelli a termine (-36 mila, -1,2% in tre mesi) e degli indipendenti (-9 mila, -0,2%); diminuiscono sia il numero di disoccupati (-30 mila, -1,5% in tre mesi) sia il numero di inattivi di 15-64 anni (-108 mila, -0,8%). I tassi presentano una dinamica simile: il tasso di occupazione sale al 60,6% (+0,4 punti), quello di disoccupazione cala al 7,8% (-0,1 punti) e il tasso di inattività 15-64 anni scende al 34,2% (-0,3 punti). I dati provvisori del mese di gennaio 2023 segnalano, rispetto al mese precedente, un`ulteriore crescita degli occupati (+35 mila, +0,2%), l`aumento dei disoccupati (+33 mila, +1,7%) e il calo degli inattivi (-83 mila, -0,7%); ne deriva un aumento dei tassi di occupazione e disoccupazione (+0,1 punti in entrambi i casi) e una diminuzione di quello di inattività (-0,2 punti).

Anche in termini tendenziali, l`aumento dell`occupazione (+353 mila unità, +1,5% in un anno) coinvolge soltanto i dipendenti a tempo indeterminato (+3,1%), essendo in calo sia il numero dei dipendenti a termine (-3,0%) sia quello degli indipendenti (-0,4%); rispetto al quarto trimestre 2021, prosegue il calo dei disoccupati (-276 mila in un anno, -12,1%) e degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-247 mila, -1,9% in un anno). Tale dinamica si riflette nella crescita del tasso di occupazione (+1,2 punti rispetto al quarto trimestre 2021) che si associa alla diminuzione dei tassi di disoccupazione e di inattività (-1,1 e -0,5 punti, rispettivamente).

Dal lato delle imprese, in termini congiunturali prosegue, seppur rallentata rispetto ai trimestri precedenti, la crescita delle posizioni lavorative dipendenti, che aumentano dello 0,2% per effetto della componente a tempo pieno (+0,5%), mentre quella a tempo parziale diminuisce (-0,5%). Anche in termini tendenziali, le posizioni dipendenti continuano a crescere (anche in questo caso a ritmi meno sostenuti), con un aumento del 2,8%, trainato principalmente dalla componente full time, la cui crescita è più marcata (+3,6%) rispetto a quella dei part time (+0,7%). Le ore lavorate per dipendente aumentano lievemente in termini congiunturali (+0,1%) e continuano a crescere, meno intensamente, in termini tendenziali (+0,4%); contestualmente prosegue la riduzione del ricorso alla cassa integrazione (8,3 ore ogni mille ore lavorate). Il tasso dei posti vacanti cresce di 0,2 punti sia nel confronto congiunturale, sia in quello tendenziale. Su base congiunturale, il costo del lavoro per Unità di lavoro dipendente (Ula) aumenta dello 0,5% ed è il risultato della crescita delle retribuzioni (+0,4%) e, soprattutto, degli oneri sociali (+0,6%); il costo del lavoro aumenta, in termini tendenziali, dell`1,1% e la crescita della componente retributiva (+1%) è leggermente inferiore a quello degli oneri sociali (+1,4%); questi ultimi, a seguito di un contenimento delle agevolazioni contributive messe in campo per favorire la ripresa produttiva, stanno gradualmente ritornando ai livelli pre-Covid.

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