I dati congiunturali più recenti evidenziano negli ultimi due mesi disponibili segnali positivi per i settori economici italiani, nonostante le medie trimestrali continuino a mostrare un calo. A novembre, l’indice della produzione industriale ha segnato il secondo incremento consecutivo (+0,3% rispetto a ottobre), con una lieve accelerazione rispetto al mese precedenti. È quanto sottolinea l’Istat nella Nota sull’andamento dell’economia italiana.
La crescita ha interessato tutti i principali settori industriali, eccetto i beni strumentali (-0,6%). La produzione di beni energetici ha registrato l’aumento più rilevante (+1,6%), seguita dai beni di consumo e dai beni intermedi (rispettivamente +0,9% e +0,3%). Nel trimestre settembre-novembre, la componente dei beni strumentali ha comunque evidenziato una contrazione (-0,2%) meno marcata rispetto a quella dei beni intermedi (-0,7%), mentre i beni di consumo sono risultati in crescita anche su base trimestrale (+0,3%). Nello stesso periodo, l’indice generale ha mostrato una contrazione congiunturale (-0,4%).
L`inflazione in Italia rimane inferiore rispetto all`area euro. L`indice dei prezzi al consumo armonizzato, a dicembre, è cresciuto in termini tendenziali dell`1,4%, un ritmo significativamente inferiore rispetto a quello registrato nell`area euro (+2,4%) e in tutti i principali paesi (+2,8% in Germania e Spagna, +1,8% in Francia).
A dicembre tra i consumatori si indeboliscono le attese di discesa dell`inflazione: la quota di coloro che nei prossimi dodici mesi si attende un rallentamento dei prezzi, pur rimanendo prevalente, si riduce (42,4%, dal 44,2% di novembre), così come quella di chi si attende stabilità (18,1%, dal 19,3% di novembre), mentre si rafforzano le attese di aumento dei prezzi (38,4% dal 35% del mese precedente).
Nella media del 2024, l`inflazione armonizzata risulta pari a 1,1% in Italia, contro il 2,4% nell`area euro (+2,5% in Germania, 2,9% in Spagna e 2,3% in Francia).
Anche le prospettive dell`economia mondiale per il 2025 si confermano positive, con una riduzione dei differenziali di crescita tra Usa e area euro. Permane un`elevata incertezza, generata dalle persistenti tensioni geopolitiche e dalle attese sull`indirizzo che verrà adottato dalla politica commerciale statunitense.
A partire da agosto 2024, il prezzo del gas ha continuato a mostrare una tendenza al rialzo, sebbene su livelli ben inferiori rispetto ai picchi raggiunti nel corso del 2022: l`indice del gas naturale ha raggiunto ad agosto 2022 un livello pari a 454 (111,2 il valore dell`indice a dicembre e 87,4 la media nel 2024).
L`aumento dei listini è legato soprattutto al perdurare della guerra in Ucraina che ha generato incertezza sui flussi di gas russo verso l’Europa (i.e. la scadenza del contratto di fornitura di gas russo all`Europa attraverso l`Ucraina). Nei prossimi mesi, il prezzo del gas potrebbe rimanere volatile. Tuttavia, si ipotizza che la situazione complessiva sia destinata a migliorare gradualmente grazie a un`ulteriore diversificazione delle fonti di approvvigionamento dei paesi, all’aumento delle capacità di stoccaggio e a una domanda più contenuta. Diversamente da quello del gas, l`andamento del prezzo del Brent, evidenziando tuttavia una certa volatilità, è rimasto su un trend discendente a partire dallo scorso aprile, toccando i 73,8 dollari al barile in media a dicembre (80,7 nel 2024).