Nel 2024 il Pil ai prezzi di mercato è stato pari a 2.192.182 milioni di euro correnti, con un aumento del 2,9% rispetto all`anno precedente. In volume il Pil è cresciuto dello 0,7%, pari al 2023. Lo ha reso noto l’Istat che, nelle stime preliminari diffuse il 30 gennaio scorso, aveva calcolato una crescita del Pil dello 0,5%.
Lo sviluppo è stato stimolato sia da un contributo positivo della domanda nazionale al netto delle scorte (+0,5%) sia della domanda estera netta (+0,4%), mentre è stato lievemente negativo il contributo della variazione delle scorte (-0,1%). Dal lato dell`offerta di beni e servizi, il valore aggiunto ha segnato crescite in agricoltura (+2%), nei servizi (+0,6%) e, in misura inferiore, nel complesso dell`industria (+0,2%).
L`indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche , misurato in rapporto al Pil, è stato pari a -3,4%, a fronte del -7,2 % nel 2023. Il saldo primario (indebitamento netto meno spesa per interessi) misurato in rapporto al Pil, è stato pari a +0,4% (-3,6% nel 2023). In valore assoluto, l`indebitamento per il 2024 è stato di -75.547 milioni di euro, in diminuzione di circa 78,7 miliardi rispetto a quello dell`anno precedente.
Il saldo primario (indebitamento netto meno la spesa per interessi) è positivo e pari a 9.633 milioni di euro, con un`incidenza sul Pil del +0,4% (-3,6% nel 2023), soprattutto per la forte riduzione delle spese in conto capitale (-60,5 miliardi). Il saldo di parte corrente (risparmio o disavanzo delle AP) è anch`esso positivo e pari a 35.523 milioni di euro, in miglioramento rispetto al 2023 (17.273 milioni). Questo risultato rispecchia una crescita delle entrate correnti (+55 miliardi) più sostenuta di quella delle uscite correnti (circa +36,7 miliardi) (Tavole 18 e 19 dell`allegato statistico).
Il debito, nel 2024, è salito al 135,3% del Pil dal 134,6% del 2023.
Cresce la pressione fiscale in Italia. Nel 2024 pressione fiscale complessiva (ammontare delle imposte dirette, indirette, in conto capitale e dei contributi sociali in rapporto al Pil) è risultata pari al 42,6%, in aumento rispetto all`anno precedente (41,4%), per effetto di una crescita delle entrate fiscali e contributive (+5,7%) superiore a quella del Pil a prezzi correnti (+2,9%).
Nel 2024 le entrate totali delle Amministrazioni pubbliche sono cresciute del 3,7% rispetto all`anno precedente. L`incidenza sul Pil è stata pari al 47,1 %.
Le entrate correnti hanno registrato un aumento del 5,7%, attestandosi al 46,8 % del Pil. In particolare, le imposte dirette sono cresciute del 6,6%, principalmente per l`aumento dell`Irpef e dell`Ires. In aumento sono risultate anche le sostitutive sugli interessi e sui redditi da capitale e le ritenute sugli utili distribuiti dalle società. Le imposte indirette hanno registrato una crescita anch`essa marcata (+6,1%), con aumenti significativi dell`Iva, dell`Irap e delle imposte sull`energia e oneri generali del sistema elettrico e gas, queste ultime ritornate sui livelli precedenti la crisi energetica per il ripristino completo degli oneri generali del sistema energetico. In aumento rispetto al 2023 sono risultati anche i contributi sociali effettivi (+4,3%), la produzione vendibile e per uso proprio (+0,4%) e le altre entrate correnti (+10,5%).
Il calo delle entrate in conto capitale (-72,4%) è stato dovuto principalmente alla significativa riduzione dei contributi a fondo perduto dell`Unione europea relativi al Piano nazionale di ripresa e resilienza a fronte del rallentamento degli investimenti realizzati.
Nel 2024 le uscite totali delle Amministrazioni pubbliche (50.6% del Pil) sono scese del 3,6% rispetto al 2023 per la significativa riduzione delle uscite in conto capitale (-39.9%).
Tale riduzione è stata generata da un calo dei contributi agli investimenti (-72.9%) per il venir meno delle spese relative alle agevolazioni edilizie legate al Superbonus e, solo parzialmente, compensate dall`aumento delle spese per investimenti (+14.3%).
Le uscite correnti sono cresciute del 3,9%, principalmente in conseguenza della dinamica dei redditi da lavoro dipendente (+4.5%), dei consumi intermedi (+6,7%) e delle prestazioni sociali in denaro (+5,1%). La dinamica di queste ultime è da attribuirsi a un incremento della spesa per pensioni e rendite del 5,5%, dovuto anche alla forte indicizzazione ai prezzi, e a una crescita del 3,8% della spesa per altre prestazioni sociali in denaro. In forte aumento gli interessi (+9,5%, era -4,6% nel 2023), mentre sono risultate in calo le altre uscite correnti (-6,2%).