Dopo Alberto Vacchi e Vincenzo Boccia, anche Aurelio Regina ha inviato al comitato dei saggi la propria candidatura per la presidenza di Confindustria. Lo ha annunciato lo stesso Regina, in una intervista al Corriere della Sera. Regina, 52 anni, presidente e azionista di Manifatture sigaro toscano, difende la propria essenza di industriale “manifatturiero” (come richiesto dagli identikit diffusi da diverse strutture confindustriali) e afferma: “Confindustria ha bisogno di una rigenerazione. La nostra associazione ha perso un certo ruolo, ma può tornare a essere centrale. Per farlo c’è bisogno non solo delle competenze di un singolo ma di una squadra forte e coesa, che ridisegni il nostro assetto organizzativo. Ci troveremo infatti, in un quadro istituzionale che, dopo le riforme e il referendum che mi auguro le approvi, vedrà un governo con la maggioranza assoluta in un sistema monocamerale. Confindustria, per essere all’altezza, dovrà uscire dall’attività di sola concertazione e tornare ad essere un grande policy maker capace di generare progetti di modernizzazione, mettendo la competitività al centro”.
Se verrà eletto, il suo primo atto da presidente sara’ l’ avvio di “una grande riforma della contrattazione in chiave moderna”. La strada da seguire, aggiunge Regina, e’ tracciata: “la piattaforma di Federmeccanica è quella sulla quale lavorare. Al di là del rinnovo dei contratti in corso, è il momento di preparare la nuova tornata di rinnovi con regole nuove che mettano al centro la contrattazione aziendale e la produttività, lasciando al contratto nazionale la parte normativa».
Bocciata, invece, la proposta di Cgil, Cisl e Uil: “non presenta gli elementi necessari di novità e che serve soprattutto a sancire la ritrovata coesione fra i tre sindacati. Credo che bisognerà reimpostare la trattativa da zero».