Si è aperta questa mattina a Roma, presso l’Auditorium Ennio Morricone, l’assemblea annuale di Confindustria con una standing ovation e applausi dalla platea degli imprenditori per il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, presente al consueto appuntamento annuale che, quest’anno, vede anche la presenza del premier Giorgia Meloni e di una folta delegazione governativa.
Nella sua relazione di apertura, il presidente dell’associazione, Carlo Bonomi, affronta i temi caldi del lavoro, a partire da quello sul salario minimo. Riconoscendo innanzitutto che c’è un “legame indissolubile” tra salari e produttività e che la Costituzione “ci obbliga a riconoscere al lavoratore un salario giusto”, Bonomi sottolinea che “questa funzione è affidata, per quanto concerne il lavoro subordinato, alla contrattazione collettiva”. Per il presidente di Confindustria, infatti, “la mera introduzione di un salario minimo legale, non accompagnata da un insieme di misure volte a valorizzare la rappresentanza, non risolverebbe né la grande questione del lavoro povero né la piaga del dumping contrattuale – ha sottolineato – né darebbe maggior forza alla contrattazione collettiva. Il settore industriale negli ultimi vent’anni ha avuto dinamiche retributive di gran lunga superiori a quelle registrate dal resto della nostra economia”.
Per questo motivo, per Bonomi occorre “una correzione di rotta, capace di ‘promuovere tutte le condizioni affinché il diritto al lavoro sia effettivo’ e trovino compimento i principi costituzionali. Dobbiamo migliorare l’inclusività del nostro mercato del lavoro, soprattutto nei confronti dei giovani e delle donne e garantire la piena realizzazione dei diritti che enunciamo”. Ed è per questo che”non è sufficiente introdurre obblighi per legge”, ma servono, piuttosto, “interventi e politiche coerenti”.
Un indirizzo, questo, che assegna alla confederazione la responsabilità della “creazione di un lavoro libero, sicuro e dignitoso”. Proprio sul capitolo della sicurezza, un tema che ha animato il dibattito pubblico e politico dopo il susseguirsi dei tragici incidenti mortali sul lavoro, Bonomi afferma che “la tutela della sicurezza sul lavoro presuppone regole chiare e semplici e si fonda sulla prevenzione. La nostra visione, l’unica che per noi ha senso, è che sia necessario evitare gli incidenti valorizzando una logica partecipativa – ha sottolineato -, una logica che unisca nelle azioni e nelle relative responsabilità, non che divida e contrapponga, eredità di vecchi antagonismi di classe”.
e.m.