È in corso questa mattina a Roma, presso il ministero dello Sviluppo Economico, un vertice tra Governo, ente regionale della Sardegna e sindacati di categoria sul futuro industriale del Sulcis Iglesiente.
In particolare, la principale vertenza che interessa la zona è quella dell’Alcoa di Portovesme, iniziata nell’autunno 2012 con la cessazione dell’impianto, e che riguarda quasi 900 posti di lavoro, di cui 436 diretti e oltre 400 dell’indotto.
In coincidenza dell’incontro al ministero, i sindacati di categoria Fiom Cgil, Uilm Uil, Fim Cisl e Cub hanno organizzato un sit-in, cui parteciperanno almeno 250 lavoratori.
“Il tempo passa e dopo due anni Glencore – la multinazionale svizzera dell’alluminio interessata a rilevare lo smelter di Portovesme – non ha fatto avere più notizie sulla sua disponibilità ad acquisire lo stabilimento”, dichiara il segretario generale della Fim Cisl, Marco Bentivogli.
Alcoa “continua ad impedire l’avvio di qualsiasi due diligence a nuovi potenziali investitori. Il governo deve garantire immediatamente lo sblocco di questi impedimenti posti dalla multinazionale americana. Questi erano gli impegni annunciati nell’incontro del 5 agosto e da qui si deve ripartire immediatamente. Gli ammortizzatori sociali stanno terminando e il Sulcis è sempre più in ginocchio”, conclude il segretario.
Il 22 agosto scorso la multinazionale americana ha annunciato di voler smantellare il sito industriale in via definitiva. A dicembre 168 dipendenti perderanno l’assegno di cassa integrazione, tutti gli altri nel 2017.