L’assemblea annuale di Confindustria, che quest’anno, oltre a svolgersi eccezionalmente a Milano, nei padiglioni dell’Expo, conta anche l’assenza del primo ministro Matteo Renzi, ha visto la partecipazione di diversi rappresentanti delle parti sociali, imprenditoriali e istituzionali del paese.
In merito all’assenza del premier, il leader della Cisl, Annamaria Furlan, a margine dell’assemblea, ha dichiarato che sebbene sia “un significativo che il premier Renzi sia andato a visitare un’importante fabbrica italiana”, sarebbe stato altrettanto importante “venire qui ad ascoltare le proposte di chi rappresenta le imprese”. “Il dialogo sociale è fondamentale”, ha quindi precisato Furlan, aggiungendo che “c’è bisogno di un piano straordinario su sviluppo industriale e lavoro “.
Sempre in merito al dialogo sociale, il leader della Cisl ha poi affermato che il suo sindacato è pronto a sedersi assieme alle altre organizzazioni sindacali e a Confindustria per “ridisegnare il modello sindacale per il nostro Paese”. “Abbiamo bisogno di recuperare 25 punti di produzione industriale –ha aggiunto-, di recuperare assolutamente competitività e per fare questo dobbiamo dare peso e valore al secondo livello di contrattazione, la contrattazione nelle aziende e sul territorio e quindi la produttività. Deve nascere – ha concluso – un altro modo di fare relazioni industriali. La Cisl è per un modo più partecipativo. È arrivato il momento che i lavoratori possano partecipare al capitale di impresa attraverso l’azionariato ma anche attraverso il sistema duale, molto simile al modello tedesco a decidere le scelte e le sorti delle imprese”.
Anche il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, ha parlato di contrattazione di secondo livello, affermando: “Nel nostro modello contrattuale c’è una geometria variabile fra contratto nazionale e aziendale. Dobbiamo far crescere la contrattazione di secondo livello ma all’interno di un contratto nazionale quadro”. “Noi siamo per fare i contratti, abbiamo proposto un modello contrattuale basato sulla crescita. Chiediamo all’impresa di discutere con noi per ridare potere d’acquisto ai lavoratori e ai pensionati del Paese perché senza di loro non c’è crescita”, ha concluso Barbagallo.
Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, si è invece detta preoccupata del fatto che, “in una relazione fondata sull’innovazione” si proponga “ la ricetta più antica del mondo, cioè quella della riduzione dei salari. Una ricetta che è esattamente l’opposto di quello di cui ha bisogno il nostro paese per crescere”.
“Mi pare che la relazione di Confindustria, nella prima parte, dica esplicitamente che sono dei fattori esogeni quelli che stanno determinando la crescita nel nostro Paese”, ha aggiunto Camusso, per la quale “se la ripresa non determina anche investimenti e iniziative strutturali in questo Paese, sarà del tutto effimera”.
A margine dell’assemblea, inoltre, Camusso ha criticato il governo Renzi, reo di aver “delegato alle imprese” la crescita del Paese. “La linea di delegare alle imprese il tema della crescita del Paese forse non funziona e non aggredisce la disoccupazione”.
A chi le chiedeva un commento sulla lettera inviata a Squinzi da Renzi, ha replicato: “Non c’è dubbio che il secondo Paese industriale d’Europa che ha perso un quarto della sua capacità produttiva, davanti alla crisi abbia bisogno di rilanciare il suo manufatturiero. Ma stare col manufatturiero da parte di un governo vuol dire avere una idea di politica industriale e dei provvedimenti da prendere”.
Il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, rivolgendosi agli ospiti dell’assemblea, ha dichiarato: “Il Governo ha fatto di tutto per fertilizzare il terreno: adesso sta a voi il compito di seminare”. “L’Italia sta godendo dei frutti di una congiuntura internazionale favorevole – ha spiegato Guidi – Ma nulla di tutto questo sarebbe sufficiente se non ci fossimo impegnati a fondo ad arare in Italia un terreno fertile, in grado di raccogliere e moltiplicare i segnali esogeni positivi. Quando la congiuntura è arrivata, il Governo era lì”.
“So che voi imprenditori siete stati abituati a essere delusi dai Governi – ha proseguito la Guidi – Io stessa ho ascoltato molti Ministri promettere l’impossibile, e tornare l’anno dopo a mani vuote. Con un po’ di presunzione – ha concluso – mi sento di dirvi: questa volta il Governo vi ha dato da subito le risposte che aspettavate”.
“Siamo usciti dalla crisi, abbiamo iniziato a risalire la china –ha proseguito il ministro-. E’ necessario mettere la massima cura in ogni scelta e decisione che prenderemo – ha proseguito – credo che il governo ha fatto e stia facendo tutto quanto è in suo potere, è chiaro che non finiamo qui e non consideriamo chiuso il discorso”. “Proprio ieri ho firmato quello per il credito d’imposta per ricerca e sviluppo, che diventa così pienamente operativo”, ha aggiunto Guidi.
Infine, rispetto al caso Ilva, il ministro ha dichiarato: “la scelta era una e una sola. Ppotevamo optare per un ruolo pubblico più evidente con lo scopo di favorire l’ambientalizzazione del sito, pur con la determinazione di restituire al mercato quello che al mercato appartiene non appena possibile – ha spiegato la Guidi – Oppure potevamo assistere inermi al crollo di un pezzo importante dell’industria italiana e di tutto il suo indotto, oltre che a un potenziale, enorme danno di natura ambientale, di salute pubblica e occupazionale. In questo caso, non ho avuto dubbi – ha proseguito il ministro – Più che il senso di responsabilità del ministro, è stato il pragmatismo dell’imprenditore a spingermi in questa direzione: ogni alternativa avrebbe avuto di certo un esito peggiore”.
Ilva “sarà e dovrà essere un caso esemplare di industria sostenibile, competitiva e di mercato – ha concluso- un modello di quanto l’innovazione possa cambiare il volto di una realtà complessa e compromessa”.
Della collaborazione fra Telecom ed Enel per far arrivare la fibra ottica nelle case, invece, ha parlato il presidente di Telecom Italia, Giuseppe Recchi, dichiarando: “è una cosa che ha molto senso” e “i tecnici si stanno parlando in questi giorni”. “Bisogna vedere la sostenibilità industriale e finanziaria” del piano, ha proseguito Recchi. Con Enel “stiamo parlando, è un progetto di esplorazione che ha senso. Siamo in una fase preliminare in questo momento – ha concluso – Ci vogliono i tempi tecnici per approfondire il discorso”.
Sempre in merito al discorso del presidente di Confindustria, il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, ha dichiarato: “è stato in linea con l’obiettivo delle imprese di tornare a produrre” e “molto puntuale” è stato il passaggio “sulla divisione dei ruoli tra Stato e imprese: il primo fa le regole, le seconde fanno produzione”, ha quindi concluso Recchi.
Expo “è il simbolo del ritrovato orgoglio e della ripresa di questo paese”. “Vogliamo far crescere l’orgoglio italiano nella propria industria e il cibo è anche industria”, ha sottolineato Gubitosi.
“E’ nostro dovere di servizio pubblico contribuire a sostenere questa straordinaria opportunità per il nostro paese – ha concluso – Anche questa è la missione culturale della Rai, raccontare il capitale umano di un paese. E’ il nostro contributo per la ripresa del paese”.