Il VII Rapporto sulla filiera delle Tlc rileva che la crescita registrata nel 2015 dagli investimenti degli operatori telefonici di rete fissa e mobile ha consentito di accelerare nel Paese il processo di infrastrutturazione digitale e di accorciare le distanze in termini di copertura della banda ultralarga con il resto d’Europa. In particolare, la crescita è stata di + 9% sul 2014, pari a 21% dei ricavi, per un totale di 6,6 miliardi di euro.
Il rapporto, elaborato dagli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano sulla base delle indicazioni delle parti sociali e dei dati forniti dalle imprese associate ad Asstel, è stato diffuso dal Presidente di Asstel, Dina Ravera, insieme ai segretari generali di Slc-Cgil, Massimo Cestaro, Fistel-Cisl, Vito Vitale, Uilcom-Uil, Salvatore Ugliarolo.
“Fra i fattori principali che stanno concorrendo a produrre questo nuovo scenario – afferma Ravera – gioca un ruolo importante la crescente attenzione del Governo sul tema, che ha condotto anche all’introduzione di misure per la semplificazione normativa per la posa in opera della fibra ottica, che gli Operatori attendevano da tempo.”
Altrettanto peso hanno le dinamiche interne al settore, “da sempre caratterizzato da elevati livelli di concorrenza tra le imprese”. Un ruolo parimenti importante è giocato dal sistema di Relazioni Industriali “tradizionalmente evoluto e partecipativo ma che deve orientarsi sempre più al raggiungimento di maggiori livelli di produttività, competitività, efficienza e qualità dell’intera filiera spostando in avanti la frontiera delle relazioni Industriali stesse.”
“Le Tlc si confermano protagoniste del processo di crescita e innovazione dell’economia italiana – dichiarano congiuntamente il Presidente di Asstel e i segretari dei sindacati di categoria -, ma i risultati raggiunti nel 2015 devono essere intesi come l’inizio di un percorso di nuove opportunità per l’intero Settore e, dunque, per il Paese. Per questo è fondamentale che si completi al più presto la semplificazione del quadro normativo a favore dello sviluppo delle reti fisse e mobili”.
Vanno risolti, in particolare, “i nodi che imbrigliano la rete mobile, emanando le tanto attese “Linee Guide per la rilevazione delle emissioni elettromagnetiche” e uniformando i limiti agli standard europei. Allo stesso tempo vanno messe in atto politiche attive per il lavoro che mirino all’aggiornamento delle competenze esistenti nel settore e all’inserimento di giovani, politiche di sviluppo per il comparto dei call center al fine di accrescere il valore aggiunto di queste attività e sostenere l’occupazione.”
Il rapporto, inoltre, evidenzia la strategicità di perseguire gli obiettivi del Piano Industria 4.0, che è volto a dotare il Paese di un piano per la trasformazione digitale delle imprese italiane.
“È cruciale che al grande sforzo da parte degli Operatori corrisponda un altrettanto significativo incremento della domanda, che porti l’Italia sui livelli di utilizzo della rete paragonabili a quelli dei principali Paesi europei. In particolare, consideriamo centrali da una parte il tema degli stanziamenti per i percorsi di alternanza scuola-lavoro, come quelli per le riconversioni e le riqualificazioni professionali; dall’altra sono parimenti importanti le agevolazioni fiscali sul salario di produttività e l’accento sul valore della contrattazione aziendale. E’ questa la via giusta per sostenere le imprese che intraprendono processi di trasformazione digitale, con l’obiettivo di raggiungere maggiori livelli di produttività, competitività, efficienza e qualità.”