I Caf respingono le accuse e gli “attacchi strumentali” emersi nell’articolo dell’Espresso in edicola oggi in base ad una denuncia dell’Inps su irregolarità nelle dichiarazioni Isee presentate in Sicilia, Campania, Calabria. “Innanzitutto sarebbe ora abbandonare la pessima abitudine di ridurre gli 83 Caf autorizzati ai soli Caf sindacali – commenta il portavoce della Consulta dei Caf, Valeriano Canepari in una nota – una prassi che ci costringe ogni volta a ricordare come esistano anche Caf di emanazione datoriale (industriali, commercianti, artigiani), i Caf dei liberi professionisti e tutti quelli che si tendono a dimenticare puntualmente”. La stessa normativa sull’Isee, si legge ancora nella nota, “è molto complessa e articolata e quindi molte pratiche sulle quali l’Inps sospetta irregolarità potrebbero non essere oggetto di contestazione, o comunque contenere errori non riconducibili a una truffa (ad esempio alcune tipologie di doppio invio e il caso dei defunti componenti del nucleo familiare). Su queste dichiarazioni, ancora da verificare, l’Inps sta già trattenendo gli importi dovuti ai Caf, senza alcuna comunicazione nè confronto”.
La Consulta dei Caf “non può che sentirsi danneggiata da quanto emerso e confida che verranno accertate responsabilità oggettive e soggettive per quanto avvenuto, a fronte di indicazioni chiare date ai Caf aderenti sulle modalità applicative in rispetto della normativa e con l’obiettivo di contrastare possibili abusi o anomalie”. “Gli stessi dirigenti Inps – prosegue la nota – nel giugno 2011 ci hanno presentato un documento che indicava i possibili interventi volti ad arginare questi episodi, che sono stati condivisi dai Caf e inseriti nella bozza di convenzione per l’erogazione del servizio. Ora, ci domandiamo come mai a tanta sollecitudine nella denuncia non ha corrisposto altrettanta puntualità nel rinnovare una convenzione che aveva in sé forti elementi di contrasto a questi fenomeni di abuso”. (LF)