Non possono bastare la ripresa e le novità sul fronte del recupero crediti. Senza la spinta alle cartolarizzazioni lo stock delle sofferenze bancarie in futuro rimarrà a “livelli elevati”. E’ quanto prevede il Cerved, in audizione in commissione Finanze della Camera.
Secondo il Cerved, infatti, “anche con ipotesi di moderata ripresa dell’economia e di forte abbattimento dei tempi della giustizia, le sofferenze rimarrebbero nel 2020 su livelli non sostanzialmente diversi da quelli attuali”.
Per quanto riguarda in particolare il recupero dei crediti, che attualmente “stimiamo in media a circa 7,3 anni e che rappresentano un pesante gap rispetto ai nostri partner europei”, può migliorare grazie alle norme varate per accorciare la durata dei fallimenti, aumentare il successo del concordato preventivo, velocizzare le procedure esecutive, cose che potrebbero “avere impatti significativi” ma “queste norme necessitano però di tempo per dispiegare pienamente gli effetti positivi: in base alle nostre simulazioni, lo stock di sofferenze rimarrebbe nel 2020 a livelli elevati anche con una riduzione significativa delle tempistiche (175 miliardi di euro in base allo scenario di Banca d’Italia, 197 miliardi in base alle tempistiche previste dagli operatori, 216 miliardi con i tempi attuali)”.