• Chi siamo
  • Abbonamenti
  • Contatti
mercoledì, 21 Maggio 2025
  • Accedi
No Result
View All Result
Il Diario del Lavoro

Quotidiano online del lavoro e delle relazioni industriali

Il Diario del Lavoro

Direttore responsabile: Massimo Mascini
Vicedirettrice: Nunzia Penelope
Comitato dei Garanti: Mimmo Carrieri, Innocenzo Cipolletta, Irene Tinagli, Tiziano Treu

  • Rubriche
    • Tutti
    • Poveri e ricchi
    • Giochi di potere
    • Il guardiano del faro
    • Giurisprudenza del lavoro
    L’orario di lavoro nel contratto a tempo pieno è cosa che appartiene al potere dell’azienda

    Reperibilità notturna: la Cassazione chiarisce che è “orario di lavoro” e deve essere adeguatamente retribuita

    Energia, accordo Bnl Bnp Paribas ed E.Geo per sostenere le aziende della filiera

    Si apre l’era degli “elettrostati”

    Il day after di sindacati e Confindustria

    Un voto a rischio estremo

    La commedia degli equivoci chiamata Mes

    Il fantasma del Mes e le contraddizioni della destra

    Due scioperi differenti

    Sciopero legittimo anche senza  l’intervento del sindacato

    Il volto della Chiesa che non vogliamo

    Provaci ancora, Papa

  • Approfondimenti
    • Tutti
    • I Dibattiti del Diario
    • L'Editoriale
    • Diario delle crisi
    • La nota
    • Interviste
    • Analisi
    Testa (Flaei-Cisl), la partecipazione è una sfida culturale per sindacato e aziende

    Testa (Flaei-Cisl), la partecipazione è una sfida culturale per sindacato e aziende

    Referendum, il governo punta a depotenziare l’election day accorpandolo ai ballottaggi delle amministrative. Ma Landini insiste: “voto al primo turno, maggio sia il mese delle rose ma anche della democrazia’’

    Se la destra “fa anche cose buone”: gli appelli all’astensione possono favorire i referendum, ma il vero tema è cosa faranno i sindacati dopo il 9 giugno

    Censis-Rbm, 7 mln italiani indebitati per cure mediche

    Sindacati, il 22 maggio sanità privata in sciopero per il rinnovo del contratto

    Furlan (Uilca) fa il punto sul rinnovo del contratto banche alla vigilia dell’avvio del negoziato. E a Intesa e Abi dice: trovino una soluzione

    Furlan (Uilca), nel risiko bancario tanta confusione. Il governo non si sta comportando da semplice arbitro

    Referendum, Landini: il quorum è possibile. Il voto è una rivoluzione pacifica

    Referendum, Landini: il quorum è possibile. Il voto è una rivoluzione pacifica

    Ilva, al via incontro al ministero

    Ex Ilva, tutta da rifare la gara sull’impianto per l’acciaio green

  • Fatti e Dati
    • Tutti
    • Documentazione
    • Contrattazione

    Il Rapporto annuale Istat 2025

    La morte a rate

    Imprese funebri, sindacati: sottoscritta l’ipotesi di accordo. Aumento di 204 euro

    Il Rapporto annuale dell’Istat – Edizione 2025

    Il testo del verbale di accordo per il rinnovo del contratto Edili artigiani

    Istat, nel 2022 prezzi casa a +3,8%, rialzo più alto dal 2010

    Edilizia artigianato, firmato il rinnovo del contratto, aumento di 178 euro al primo livello e +18% sui minimi

    Agenti immobiliari e mediatori creditizi, sottoscritta l’intesa per il nuovo contratto, aumenti di 200 euro

    Agenti immobiliari e mediatori creditizi, sottoscritta l’intesa per il nuovo contratto, aumenti di 200 euro

  • I Blogger del Diario
  • Biblioteca
    Antifascisti immaginari, di Antonio Padellaro. Edizioni PaperFirst

    Antifascisti immaginari, di Antonio Padellaro. Edizioni PaperFirst

    Gli italiani non hanno più voglia di lavorare (e hanno ragione), di Charlotte Matteini. Edizioni Cairo

    Gli italiani non hanno più voglia di lavorare (e hanno ragione), di Charlotte Matteini. Edizioni Cairo

    Verrà il giorno. Le origini del Primo Maggio, di Martin Cennevitz. Editore Elèuthera

    Verrà il giorno. Le origini del Primo Maggio, di Martin Cennevitz. Editore Elèuthera

    Il lavoro è dignità – Le parole di Papa Francesco, di Giacomo Costa e Paolo Foglizzo. Edizioni Futura

    Il lavoro è dignità – Le parole di Papa Francesco, di Giacomo Costa e Paolo Foglizzo. Edizioni Futura

    Malesangue, di Raffaele Cataldi. Edizioni Alegre

    Malesangue, di Raffaele Cataldi. Edizioni Alegre

    Il dono e la città, di Giacomo Panizza. Edizioni Bibliotheka

    Il dono e la città, di Giacomo Panizza. Edizioni Bibliotheka

  • Appuntamenti
Il Diario del Lavoro
  • Rubriche
    • Tutti
    • Poveri e ricchi
    • Giochi di potere
    • Il guardiano del faro
    • Giurisprudenza del lavoro
    L’orario di lavoro nel contratto a tempo pieno è cosa che appartiene al potere dell’azienda

    Reperibilità notturna: la Cassazione chiarisce che è “orario di lavoro” e deve essere adeguatamente retribuita

    Energia, accordo Bnl Bnp Paribas ed E.Geo per sostenere le aziende della filiera

    Si apre l’era degli “elettrostati”

    Il day after di sindacati e Confindustria

    Un voto a rischio estremo

    La commedia degli equivoci chiamata Mes

    Il fantasma del Mes e le contraddizioni della destra

    Due scioperi differenti

    Sciopero legittimo anche senza  l’intervento del sindacato

    Il volto della Chiesa che non vogliamo

    Provaci ancora, Papa

  • Approfondimenti
    • Tutti
    • I Dibattiti del Diario
    • L'Editoriale
    • Diario delle crisi
    • La nota
    • Interviste
    • Analisi
    Testa (Flaei-Cisl), la partecipazione è una sfida culturale per sindacato e aziende

    Testa (Flaei-Cisl), la partecipazione è una sfida culturale per sindacato e aziende

    Referendum, il governo punta a depotenziare l’election day accorpandolo ai ballottaggi delle amministrative. Ma Landini insiste: “voto al primo turno, maggio sia il mese delle rose ma anche della democrazia’’

    Se la destra “fa anche cose buone”: gli appelli all’astensione possono favorire i referendum, ma il vero tema è cosa faranno i sindacati dopo il 9 giugno

    Censis-Rbm, 7 mln italiani indebitati per cure mediche

    Sindacati, il 22 maggio sanità privata in sciopero per il rinnovo del contratto

    Furlan (Uilca) fa il punto sul rinnovo del contratto banche alla vigilia dell’avvio del negoziato. E a Intesa e Abi dice: trovino una soluzione

    Furlan (Uilca), nel risiko bancario tanta confusione. Il governo non si sta comportando da semplice arbitro

    Referendum, Landini: il quorum è possibile. Il voto è una rivoluzione pacifica

    Referendum, Landini: il quorum è possibile. Il voto è una rivoluzione pacifica

    Ilva, al via incontro al ministero

    Ex Ilva, tutta da rifare la gara sull’impianto per l’acciaio green

  • Fatti e Dati
    • Tutti
    • Documentazione
    • Contrattazione

    Il Rapporto annuale Istat 2025

    La morte a rate

    Imprese funebri, sindacati: sottoscritta l’ipotesi di accordo. Aumento di 204 euro

    Il Rapporto annuale dell’Istat – Edizione 2025

    Il testo del verbale di accordo per il rinnovo del contratto Edili artigiani

    Istat, nel 2022 prezzi casa a +3,8%, rialzo più alto dal 2010

    Edilizia artigianato, firmato il rinnovo del contratto, aumento di 178 euro al primo livello e +18% sui minimi

    Agenti immobiliari e mediatori creditizi, sottoscritta l’intesa per il nuovo contratto, aumenti di 200 euro

    Agenti immobiliari e mediatori creditizi, sottoscritta l’intesa per il nuovo contratto, aumenti di 200 euro

  • I Blogger del Diario
  • Biblioteca
    Antifascisti immaginari, di Antonio Padellaro. Edizioni PaperFirst

    Antifascisti immaginari, di Antonio Padellaro. Edizioni PaperFirst

    Gli italiani non hanno più voglia di lavorare (e hanno ragione), di Charlotte Matteini. Edizioni Cairo

    Gli italiani non hanno più voglia di lavorare (e hanno ragione), di Charlotte Matteini. Edizioni Cairo

    Verrà il giorno. Le origini del Primo Maggio, di Martin Cennevitz. Editore Elèuthera

    Verrà il giorno. Le origini del Primo Maggio, di Martin Cennevitz. Editore Elèuthera

    Il lavoro è dignità – Le parole di Papa Francesco, di Giacomo Costa e Paolo Foglizzo. Edizioni Futura

    Il lavoro è dignità – Le parole di Papa Francesco, di Giacomo Costa e Paolo Foglizzo. Edizioni Futura

    Malesangue, di Raffaele Cataldi. Edizioni Alegre

    Malesangue, di Raffaele Cataldi. Edizioni Alegre

    Il dono e la città, di Giacomo Panizza. Edizioni Bibliotheka

    Il dono e la città, di Giacomo Panizza. Edizioni Bibliotheka

  • Appuntamenti
No Result
View All Result
Il Diario del Lavoro
No Result
View All Result

Home - Primo Piano - Commissione di Garanzia, ragionare oltre l’ordinaria amministrazione

Commissione di Garanzia, ragionare oltre l’ordinaria amministrazione

di Mimmo Carrieri
29 Gennaio 2024
in Analisi
Garante, urgente modificare la legge

L’esperienza che la Commissione di Garanzia dello sciopero schiude,  per chi ne abbia l’opportunità, si mostra davvero ricca, oltre che interessante in quanto offre una full immersion   in uno dei maggiori osservatori, forse il maggiore, delle relazioni industriali italiane.

Un osservatorio, che possiamo considerare alla stregua di un caleidoscopio per la sua varietà, dei comportamenti, delle logiche e degli attori che popolano i settori dei servizi essenziali, e che si affacciano in modi diversi nel territorio dei conflitti.

In altri termini al di là dell’esperienza quotidiana e sul campo, che è ottimamente gestita dai funzionari della Commissione, ed assicura  una ordinaria amministrazione, è possibile immaginare anche qualche passaggio ulteriore. A partire da  una raccolta di dati e conoscenze di lungo periodo sui vari aspetti del conflitto, sulla loro evoluzione e sulle loro dinamiche. In modo da dare vita  ad un vero termometro dei cambiamenti, continuamente in corso, nella costituzione materiale dei conflitti.

In questo modo possiamo venire a conoscenza di comportamenti non previsti dalla legge o che si collocano nei suoi interstizi, ponendo  anche problemi che rinviano a strategie regolative inedite.

Se ci muoviamo lungo questa chiave ecco  che davanti a noi si mostra un paradosso, evidenziato dai dati  già raccolti sin qui dalla Commissione di Garanzia.

Da un lato cli scioperi che vengono attuati risultano ormai massicciamente ‘civilizzati’ (come ripetono le relazioni annuali della Commissione sulla falsariga di una famosa definizione dovuta a Aris Accornero). In altri termini, con eccezioni diventate sempre più esigue nel corso del tempo, essi si svolgono nel rispetto delle procedure e delle norme che li rendono più regolati e prevedibili, per così dire ‘addomesticati’, in modo da fornire  maggiori garanzie  ai cittadini-utenti.

Nello stesso tempo essi sono divenuti più polverizzati, sparpagliati in molti micro – conflitti, che  – a torto o ragione – vengono socialmente  percepiti come uno stillicidio di  episodi  patologici, appartenenti alla tendenza verso la proliferazione degli scioperi.

In sostanza quello che è accaduto – e continua ad accadere – consiste proprio in questo. E’ stato registrato un successo nel lavorio con il quale la Commissione si è impegnata sin dalla sua nascita, e confortata dalla previsioni legislative, nella opera di maneggiamento dei conflitti e di contenimento dei loro effetti : cosa che si risolve  nell’ imposizione agli attori sindacali di rispettare i principi di fondo intorno ai quali ruota questo percorso di ‘civilizzazione’ (preavviso, intervallo, durata). Ripetiamo con successo, in quanto i casi di organizzazioni che si sottraggono intenzionalmente a quelle regole di fondo si contano ormai annualmente sulle dita di una mano e dunque sono divenuti delle rare eccezioni.

Eppure tutta questa attività , importante ed ineliminabile, è finita con il diventare la superficie di processi conflittuali che si manifestano in corso d’opera  sottotraccia e dunque  sono avvertiti come  più sfuggenti e tellurici.

In realtà gli attori si sono moltiplicati: in passato i protagonisti erano soprattutto i sindacati confederali, oggi sono in particolare i sindacati ‘autonomi’ : una costellazione ampia e diversificata in continua rigenerazione e riclassificazione.

Questi attori in continuo  movimento rispettano le regole ma le adattano alle loro esigenze (principalmente di visibilità e di accreditamento).

In questo modo si tocca con mano il dato di fondo. In altri termini il fatto la legge 146 aveva in mente – negli anni ottanta – un altro tipo di organizzazioni sindacali e di logica conflittuale: animate da senso dell’auto-limite e dalla disponibilità ad accettare regole ispirate al self restraint. E dunque questa evoluzione – o forse involuzione –, registrata nell’ultimo ventennio,  muove in una direzione diversa: organizzazioni più riottose, e più orientate ad un uso strumentale delle regole messe in opera per limitare la portata del conflitto terziario. Questo slittamento fa toccare con  mano l’esigenza di rinfrescare lo stesso quadro normativo, in modo  renderlo  maggiormente in sincronia  con i nuovi dati materiali ed empirici e la  modificata sensibilità sociale.

Se dunque negli anni ottanta dello scorso secolo le premesse della legge giravano intorno agli strumenti per aiutare sindacati responsabili a limitare i danni della terziarizzazione del conflitto, ora il nodo centrale sembra  essere  divenuto un altro.

Intanto si è verificato uno slittamento nella configurazione dell’ incertezza su cui faceva leva in origine il conflitto ‘terziario’ (destinato cioè a danneggiare in primo luogo i terzi: i cittadini-utenti). Una incertezza che riguarda non più il modo in cui il conflitto si svolge, in quanto la garanzia dei servizi essenziali, e il loro diffuso rispetto,  hanno posto un argine  – come rilevato – agli eccessi e alle sregolatezze connessi a  questa variabile. Ma una incertezza di tipo nuovo,  attribuibile invece alla loro ripetizione continua e agli impatti realisticamente prevedibili come conseguenza di questa reiterazione.

Dunque la questione centrale non è più il rispetto dei vincoli posti all’effettuazione di uno sciopero nei servizi essenziali (che come abbiamo detto sono  ormai unanimemente accettati). Essa nel corso del tempo è piuttosto traslata lungo l’asse  della moltiplicazione e reiterazione degli scioperi, cui corrisponde l’esigenza di approntare misure  inedite per pervenire ad una sostanziale rarefazione,  socialmente accettabile.

La polverizzazione dei conflitti piuttosto che in direzione della riproposizione dell’effetto annuncio (che comunque continua ad produrre conseguenze perverse) segna lo spostamento del baricentro patologico verso  gli ‘scioperi polverone’: generalmente effettuati (e non solo ‘annunciati’), con costante stillicidio, e contrassegnati da ampio impatto e ricadute negative sugli utenti, a prescindere dalla partecipazione di cui si avvalgono, quasi sempre limitata se non inconsistente.

Il ragionamento condotto sin qui  riveste una portata generale, ma esso si applica in modo più stringente ai diversi settori dei trasporti,  e vale in larga misura anche per la scuola: gli ambiti nei quali le esigenze degli utenti sono più pressanti e nello stesso tempo risultano più vistosi  gli effetti di disorientamento  sociale indotti dallo ‘sciopero polverone’.

Un altro possibile paradosso consiste dunque nel fatto che aver conseguito lo sciopero civilizzato non equivale meccanicamente ad avere meno scioperi e meno disagi per gli utenti.

Vedremo prossimamente i dati che la Commissione di Garanzia sta elaborando  in materia per capire se essi confermano sul piano quantitativo e della misurazione oggettiva quanto emerge dalla diffusa percezione soggettiva. E cioè che gli scioperi , per quanto ‘civilizzati’ , rientrino nella sostanza dentro un trend di incremento della numerosità dei conflitti aperti.

In tal senso va condotta una analisi, relativa almeno all’ultimo decennio,  in modo da disporre di una base conoscitiva  e una serie numerica, adeguate ai fini di una comparazione sufficientemente ampia, anche se dobbiamo fare i conti con la distorsione costituita dalla gobba depressiva (di sostanziale azzeramento degli scioperi) intervenuta nel periodo più acuto della diffusione del  Covid.

Ora va anche detto come  sia possibile che negli ultimi anni, grazie anche agli effetti della Pandemia, che hanno condotto ad una sorta di  più o meno prolungata ‘moderazione conflittuale’, si possa registrare dal punto di vista statistico  una curva discendente.

Tale curva discendente, naturalmente auspicabile, ove accertato che vi sia, potrebbe essere altresì attribuita ad alcuni provvedimenti adottati negli ultimi dal Collegio, come l’allargamento degli intervallo e misure di responsabilizzazione preventiva del personale (come è successo ad esempio per il Trasporto pubblico locale e per la scuola). Provvedimenti che si sono mossi esplicitamente in direzione di una maggiore rarefazione dei conflitti, nell’intenzione di aggiornare gli equilibri  nel bilanciamento tra i diversi diritti implicati a vantaggio di quelli dei cittadini-utenti, che  mostravano nel periodo più recente una evidente maggiore sofferenza.

Insomma è possibile – ma da verificare – che l’azione recente della Commissione di Garanzia abbia già condotto a far emergere alcuni esiti più virtuosi nella  regolazione della dinamica conflittuale. E questo attesta come le maglie della legge  siano  attualmente abbastanza ampie da consentire  di intervenire già ora, in misura più o meno significativa, in una chiave selettiva.

A questo riguardo vanno considerati anche i correttivi apportati di recente dallo stesso Collegio alla disciplina di favore per gli scioperi generali (introdotta nel 2003 dalla Commissione). Appare piuttosto evidente che la loro esplosione numerica, avvenuta nel corso degli anni, sia di natura prevalentemente opportunistica. Si tratta di una modalità con cui si enfatizza la portata di conflitti, spesso molto vaghi o di natura meramente dimostrativa (come gli scioperi generali dell’8 marzo in favore dei diritti delle donne). Una modalità che consente anche, alle organizzazioni proclamanti di accedere ad un canale privilegiato di  proclamazione ed effettuazione degli scioperi, che aggira alcune regole di settore e condiziona l’intero calendario delle attività conflittuali.

Lo sciopero generale classico, come ben sappiamo, si caratterizzava come un evento  raro e importante, sostenuto  da  una larga portata simbolica e partecipativa. Qui invece ci troviamo quasi sempre davanti a ‘sciopericchi’ in cerca d’autore,  travestiti da  grandi scioperi, anche se a proclamarli sono  quasi sempre  organizzazioni prive di un effettivo radicamento intersettoriale, o comunque non supportate da un seguito significativo.

Pochi sanno  che questa modalità,  un tempo usata con cura e parsimonia, oggi risulta viceversa largamente inflazionata: nel 2021 sono stati proclamati 21 scioperi ‘soi disant’ generali, che sono diventati 23 nel 2022.

Una moltiplicazione a cui non corrisponde una attenzione e una mobilitazione da parte dei lavoratori in linea con l’evocazione di questo strumento, che risulta dunque  inflazionato e ne viene anche di conseguenza svalutato.

Una moltiplicazione che trova una delle sue ragioni nell’eco, non sempre involontaria, che viene apprestata dai media. Anche mentre scrivo si favoleggia su tanti giornali e sulle stesse televisioni di ‘uno sciopero generale’  in data odierna destinato a bloccare tutto: mentre , diversamente da queste grida preventive, l’impatto effettivo risulta significativamente limitato. E questo fenomeno ci dice che anche le fonti di informazioni dovrebbero essere aiutate a  svolgere un ruolo educativo nel facilitare la comprensione da parte degli utenti di quanto li aspetti effettivamente. E dunque sarebbe utile che essi ancorassero le loro notizie su queste materie alla effettiva partecipazione e all’effettivo  impatto di scioperi analoghi proclamati dalle medesime organizzazioni. Su questa falsariga si muove la recente delibera adottata dalla Commissione  intorno alla cosiddetta ‘bollinatura’ degli scioperi: un colore di diversa intensità, attribuito agli scioperi generali in rapporto agli esiti partecipativi previsti in base alle esperienze precedenti. Un modo per allertare  tutti  gli osservatori e gli interessati secondo un dosaggio appropriato , e  per lanciare  delle avvertenze utili , in quando fondate,  valide sia per   gli organi di informazione che per  i cittadini .

Cionondimeno, pur in questo quadro evolutivo, appare plausibile che sia necessario ricorrere anche a qualche regola aggiuntiva e ad un aggiornamento normativo, se si intende salvaguardare l’autorevolezza e l’efficacia dell’ impianto realizzato nel 1990.

 Ad esempio si discute da tempo intorno all’opportunità di  introdurre criteri che misurando la rappresentatività aiutino anche a selezionare i soggetti abilitati a proclamare scioperi. Si tratta di una discussione lunga e destinata a continuare. Una discussione anche delicata, perché implica un contemperamento intelligente tra l’esigenza dei cittadini di una maggiore certezza nella rarefazione dei conflitti  e quella dei lavoratori, anche di minoranze organizzate, di poter accedere concretamente al diritto costituzionalmente garantito allo sciopero. A mio avviso vanno salvaguardati, seppure dosati, i diritti delle minoranze sindacali, mentre sarebbe utile sottoporre le proclamazioni successive (le reiterazioni ) ad alcuni filtri, di cui il principale potrebbe essere il grado di apprezzamento, variamente misurato, da parte dei lavoratori direttamente interessati: sulla scorta del referendum adottato nell’ambito del sistema tedesco di relazioni industriali.

Da solo questo tema richiederebbe un lungo approfondimento, che rinviamo ad una successiva occasione. In effetti in mancanza di leggi in materia di rappresentatività, riguardo alle quali le ultime legislature hanno deluso le aspettative, appare plausibile ritenere  che saranno carenti ancora per diverso tempo i presupposti per intervenire in modo mirato su questo nodo.

Quindi in conclusione possiamo osservare come attualmente la Commissione di Garanzia svolga già in modo brillante un accurato lavoro di ordinaria amministrazione nella gestione del fenomeno conflittuale.

Inoltre essa ha anche avviato un processo di aggiustamenti e di revisioni indirizzato verso una gestione straordinaria della nuova morfologia dei conflitti terziari.

Restano però aperti, ed in attesa di regolazione, i cantieri relativi a comportamenti conflittuali non previsti e interstiziali, i quali rinviano ad innovazioni più strutturali, le quali sarebbero comunque auspicabili e da considerare.

Di questa strumentazione – va aggiunto –  non si intravedono ancora  allo stato le condizioni sociali, politiche ed istituzionali.

Mimmo Carrieri

Mimmo Carrieri

Mimmo Carrieri

In evidenza

Istat, i lavoratori portano le firme al Colle: no Blangiardo presidente

Rapporto Istat, per Cgil e Uil conferma le criticità del paese. La Cisl sottolinea il dato positivo sull’occupazione ma preoccupa la bassa produttività

21 Maggio 2025
Ilva, sbloccata la trattativa

Ex Ilva, nuovo tavolo lunedì al ministero del Lavoro. Per i sindacati incontro deludente

21 Maggio 2025
Istat, nel III trim tasso disoccupazione stabile all’11,2%, aumentano precari

Lavoro, cala il potere d’acquisto delle retribuzioni contrattuali e aumenta la povertà tra chi lavora: il Rapporto annuale dell’Istat

21 Maggio 2025
Sicurezza sul lavoro, Confservizi: puntare su formazione, qualificazione degli appaltatori e innovazione

Sicurezza sul lavoro, Confservizi: puntare su formazione, qualificazione degli appaltatori e innovazione

20 Maggio 2025
Federmeccanica, Simone Bettini designato nuovo presidente, l’elezione a luglio

Federmeccanica, Simone Bettini designato nuovo presidente, l’elezione a luglio

20 Maggio 2025
Ulteriori informazioni

Quotidiano online del lavoro e delle relazioni industriali

Direttore responsabile: Massimo Mascini
Vicedirettrice: Nunzia Penelope
Comitato dei Garanti: Mimmo Carrieri,
Innocenzo Cipolletta, Irene Tinagli, Tiziano Treu

© 2024 - Il diario del lavoro s.r.l.
Via Flaminia 287, 00196 Roma

P.IVA 06364231008
Testata giornalistica registrata
al Tribunale di Roma n.497 del 2002

segreteria@ildiariodellavoro.it
cell: 349 9402148

  • Abbonamenti
  • Newsletter
  • Impostazioni Cookies

Ben Tornato!

Accedi al tuo account

Password dimenticata?

Recupera la tua password

Inserisci il tuo nome utente o indirizzo email per reimpostare la password.

Accedi
No Result
View All Result
  • Rubriche
    • Poveri e ricchi
    • Giochi di potere
    • Il guardiano del faro
    • Giurisprudenza del lavoro
  • Approfondimenti
    • L’Editoriale
    • La nota
    • Interviste
    • Analisi
    • Diario delle crisi
  • Fatti e Dati
    • Documentazione
    • Contrattazione
  • I Blogger del Diario
  • Appuntamenti
Il Diario del Lavoro

Direttore responsabile: Massimo Mascini
Vicedirettrice: Nunzia Penelope
Comitato dei Garanti: Mimmo Carrieri, Innocenzo Cipolletta, Irene Tinagli, Tiziano Treu

  • Accedi