INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA
Giovedì 8 novembre 2018. — Presidenza del presidente Andrea GIACCONE. — Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Claudio Durigon.
La seduta comincia alle 9.20.
Sulla pubblicità dei lavori.
Andrea GIACCONE, presidente, ricorda che, ai sensi dell’articolo 135-ter, comma 5, del regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso. Dispone, pertanto, l’attivazione del circuito.
5-00910 Murelli: Indebita percezione della NASpI da parte di lavoratori stagionali stranieri.
Elena RAFFAELLI (Lega), in qualità di cofirmataria dell’interrogazione, ne illustra sinteticamente il contenuto, richiamandosi al testo depositato.
Il sottosegretario Claudio DURIGON risponde all’interrogazione nei termini riportati in allegato.
Elena RAFFAELLI (Lega), ringraziando il sottosegretario, si dichiara pienamente soddisfatta della risposta, che dimostra l’impegno del Governo nel contrasto di condotte illecite che vanno a svantaggio dei cittadini italiani, sottraendo loro risorse che potrebbero essere invece impiegate in favore di chi ha effettivamente diritto alle prestazioni.
5-00907 Epifani: Incentivi in favore dei medici dell’INPS che negano o revocano prestazioni sociali.
Ettore Guglielmo EPIFANI (LeU) illustra sinteticamente il contenuto dell’interrogazione, che prende le mosse dalle polemiche registrate negli ultimi tempi sull’opportunità di determinare i parametri della produttività dei medici dell’INPS anche sulla base del numero delle prestazioni revocate o negate.
Il sottosegretario Claudio DURIGON risponde all’interrogazione nei termini riportati in allegato.
Ettore Guglielmo EPIFANI (LeU), pur ringraziando il sottosegretario, osserva tuttavia che la sua risposta nulla aggiunge a quanto già detto dall’INPS in proposito. Si chiede, allora, il motivo per cui l’Istituto non proceda a eliminare il parametro in discussione, visto che, come risulta da quanto affermato dal rappresentante del Governo, esso incide solo nella misura dell’1 per cento sul monte retributivo su cui è calcolata la produttività dei medici dell’INPS. Solo in tal modo, infatti, potrebbe essere superato l’attuale rischio di contrapposizione tra l’interesse dei medici e i diritti degli iscritti alla previdenza sociale.
5-00908 Serracchiani: Criteri per l’individuazione dei lavoratori dell’impianto Ilva di Taranto che dal 1o novembre 2018 sono passati alle dipendenze di ArcelorMittal.
Marco LACARRA (PD), in qualità di cofirmatario dell’atto di sindacato ispettivo, ne illustra sinteticamente il contenuto, richiamandosi al testo depositato.
Il sottosegretario Claudio DURIGON risponde all’interrogazione nei termini riportati in allegato.
Marco LACARRA (PD) non si ritiene soddisfatto della risposta del sottosegretario, che, al di là delle affermazioni di principio, in parte condivisibili alla luce del fatto che l’attuale Governo si è limitato a dare seguito a un accordo concluso dal precedente Governo di centrosinistra, non reca alcuna indicazione su cosa intenda fare concretamente l’attuale Esecutivo per verificare che la selezione dei lavoratori passati alle dipendenze di ArcelorMittal sia stata compiuta nel pieno e rigoroso rispetto della legge e dei contratti. Anche la prospettata convocazione di un tavolo di confronto con le parti sociali è, a suo giudizio, tardiva, dal momento che l’attuazione dell’accordo è già iniziata e i sindacati non sono stati più convocati dallo scorso 6 settembre.
5-00909 Fatuzzo: Mancato riconoscimento della pensione di inabilità a favore di soggetti in possesso dei requisiti di legge.
Carlo FATUZZO (FI) illustra sinteticamente il contenuto della sua interrogazione, richiamandosi al testo depositato.
Il sottosegretario Claudio DURIGON risponde all’interrogazione nei termini riportati in allegato.
Carlo FATUZZO (FI), ringraziando il rappresentante del Governo per l’impegno a seguire il caso concreto segnalato nella sua interrogazione, osserva tuttavia che la risposta contiene alcune imprecisioni, sulle quali ritiene che l’Esecutivo debba effettuare gli opportuni approfondimenti. Infatti, la procedura seguita nel caso concreto per il riconoscimento dello stato di inabilità non appare coerente con quanto disposto dalla legge, che prevede che gli esiti dell’accertamento delle condizioni di inabilità siano comunicati direttamente dalla ASL, che lo ha eseguito, all’INPS, competente a erogare le prestazioni. Ulteriori verifiche possono essere senz’altro condotte dall’Istituto, ma solo dopo che la prestazione sia stata effettivamente erogata, e non prima, come sembra sia successo nel caso segnalato.
Andrea GIACCONE, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
La seduta termina alle 9.50.
RISOLUZIONI
Giovedì 8 novembre 2018. — Presidenza del presidente Andrea GIACCONE. — Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Claudio Durigon.
La seduta comincia alle 9.50.
7-00016 Costanzo: Iniziative per la salvaguardia dei livelli occupazionali dell’azienda COMDATA S.p.a..
7-00063 Gribaudo: Iniziative volte a garantire il rispetto degli impegni assunti dall’azienda COMDATA S.p.a., con particolare riguardo alla sede di Pozzuoli.
(Seguito della discussione congiunta e conclusione – Approvazione della risoluzione n. 8-00005).
Andrea GIACCONE, presidente, avverte che la Commissione prosegue la discussione congiunta delle risoluzioni 7-00016 Costanzo e 7-00063 Gribaudo, rinviata nella seduta del 30 ottobre 2018.
Ricorda altresì che in tale seduta le prime firmatarie degli atti di indirizzo avevano chiesto di poter disporre di un’ulteriore settimana per verificare la possibilità di giungere alla definizione di un testo unificato. Chiede, pertanto, alle deputate Costanzo e Gribaudo se siano in grado di presentare tale testo nella seduta odierna.
Jessica COSTANZO (M5S), comunicando che è stato raggiunto un accordo su una proposta di testo unificato delle risoluzioni in discussione, ne illustra sinteticamente il contenuto.
Chiara GRIBAUDO (PD), ringraziando la collega Costanzo per l’impegno e la collaborazione, desidera sottolineare la disponibilità del suo gruppo a collaborare con la maggioranza nella ricerca di soluzioni a situazioni di difficoltà dei lavoratori, così come è costantemente avvenuto in Commissione nella scorsa legislatura. Il testo unificato proposto sarà particolarmente utile per i lavoratori dello stabilimento di Pozzuoli, che sono in maggiore difficoltà, in quanto gli impegni di vigilanza richiesti al Governo sono molto puntuali. Invita l’Esecutivo a tenere sotto stretto controllo l’azienda che sta effettuando investimenti all’estero e, contestualmente, riducendo l’attività in Italia. Il risultato va a scapito di lavoratori, la cui età e la cui specializzazione non ne rendono facile la ricollocazione. L’impegno del Governo deve essere tanto più stringente, se si pensa al fatto che l’azienda ha sottoscritto un impegno che non ha rispettato.
Il sottosegretario Claudio DURIGON esprime parere favorevole sulla proposta di testo unificato delle risoluzioni in discussione, testé presentata.
Jessica COSTANZO (M5S), preannunciando il voto favorevole del suo gruppo, ringrazia il Governo ed esprime la sua soddisfazione perché la Commissione si accinge ad approvare un atto che darà maggior peso alle richieste dei lavoratori. Ritiene che l’attenzione del Governo debba concentrarsi anche sull’andamento delle commesse dell’azienda, che, se dovesse scegliere di spostarle all’estero, metterebbe in ulteriore difficoltà i propri dipendenti in Italia. Segnala, inoltre, che in alcuni stabilimenti i lavoratori, rientrati dalla cassa integrazione, sono stati costretti alle ferie, segno ulteriore della volontà dell’azienda di ridurre la sua attività in Italia e di non tenere nel giusto conto i diritti dei propri dipendenti.
Chiara GRIBAUDO (PD), preannunciando il voto favorevole del suo gruppo, ribadisce la volontà sua e dei colleghi di collaborare con spirito costruttivo nella ricerca di soluzioni alle difficoltà dei lavoratori. Intende, inoltre, richiamare l’attenzione del Governo anche sui lavoratori dello stabilimento COMDATA di Padova, su cui sarà necessario non abbassare la guardia.
Graziano MUSELLA (FI) preannuncia il voto favorevole del gruppo di Forza Italia sul testo unificato delle risoluzioni in discussione e rileva che, a suo parere, per risolvere e prevenire situazioni del genere occorre che il Governo adotti provvedimenti incisivi, che, ad esempio, portino alla riduzione del cuneo fiscale a carico delle imprese.
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva il testo unificato delle risoluzioni in titolo, che assume il numero 8-00005.
La seduta termina alle 10.
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
Giovedì 8 novembre 2018.
L’ufficio di Presidenza si è riunito dalle 10.05 alle 10.25.
SEDE CONSULTIVA
Mercoledì 7 novembre 2018. — Presidenza del presidente Andrea GIACCONE, indi della vicepresidente Renata POLVERINI.
La seduta comincia alle 10.40.
Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici.
C. 1189 Governo.
(Parere alle Commissioni I e II).
(Seguito dell’esame e conclusione – Parere favorevole).
La Commissione prosegue l’esame del provvedimento in titolo rinviato nella seduta del 6 novembre.
Andrea GIACCONE, presidente, ricorda che, avendo nella seduta di ieri la relatrice, on. Segneri, svolto la sua relazione, nella seduta odierna la Commissione procederà all’espressione del parere sul provvedimento. Segnala, infine, che i deputati del gruppo Forza Italia hanno presentato una proposta alternativa di parere.
Invita la relatrice, onorevole Segneri, a illustrare la sua proposta di parere.
Enrica SEGNERI (M5S), relatrice, illustra la sua proposta di parere favorevole sul disegno di legge.
Carlo FATUZZO (FI), pur riconoscendo l’impegno della relatrice, dichiara di non condividere il merito del provvedimento, con particolare riferimento alle disposizioni del Capo II riguardanti la trasparenza dei finanziamenti ai partiti e ai movimenti politici. Si tratta di disposizioni che ritiene, sulla base della sua personale esperienza politica, eccessivamente invasive dell’autonomia di azione di formazioni che, per loro natura, mirano a raccogliere più voti possibile. A titolo di esempio, osserva che il divieto, previsto dall’articolo 7, comma 1, per i partiti e i movimenti politici di ricevere contributi, prestazioni gratuite o altre forme di sostegno a carattere patrimoniale, potendosi applicare a qualsiasi forma di attività politica, potrebbe condizionarla gravemente. Ancora, l’obbligo, previsto al comma 5 del medesimo articolo 7, di pubblicare sul sito internet istituzionale il curriculum vitae e il certificato penale dei propri candidati a qualsiasi elezione potrebbe porre in estrema difficoltà i partiti o i movimenti politici, primo perché li obbligherebbe a dotarsi di un sito istituzionale e poi perché li assoggetterebbe ad ulteriori oneri burocratici, senza contare che la norma non richiede il consenso dei candidati alla pubblicazione dei loro dati, a prescindere dalla futura elezione.
Paolo ZANGRILLO (FI) illustra la proposta di parere contrario, alternativa alla proposta presentata dalla relatrice, presentata dai deputati del gruppo Forza Italia.
Debora SERRACCHIANI (PD) giudica quanto mai inopportuno politicamente che la Commissione esprima un parere su un testo il cui esame da parte delle Commissioni di merito non si è ancora concluso, soprattutto in relazione ad una proposta emendativa, riguardante i termini della prescrizione, sulla quale le divisioni all’interno della maggioranza si sono fatte sempre più evidenti e che stanno ritardando anche la conclusione dell’esame del cosiddetto «decreto sicurezza» da parte del Senato. Pur riconoscendo che le parti del disegno di legge riconducibili alle competenze della XI Commissione sono limitate, osserva che, per consentire alla Commissione medesima di svolgere al meglio la sua funzione, è necessario che siano sciolti i nodi politici che, allo stato, dividono la maggioranza. Per tali ragioni, ritiene necessario rinviare l’espressione del parere da parte della Commissione lavoro al termine dei lavori delle Commissioni I e II.
Renata POLVERINI (FI) si dichiara, in primo luogo, d’accordo con l’on. Serracchiani sull’opportunità che la Commissione Lavoro rinvii l’espressione del parere al termine dell’esame in sede referente delle Commissioni di merito. A suo giudizio, il risultato di tale esame sarà, come purtroppo avviene sempre più di frequente, il recepimento di un accordo politico esterno al Parlamento. In secondo luogo, condivide le osservazioni espresse dai colleghi Fatuzzo e Zangrillo sulle disposizioni dell’articolo 7 del disegno di legge che, a suo giudizio, limiteranno fortemente la possibilità per i cittadini di concorrere alla vita politica. Si tratta di un ulteriore passo di un cammino iniziato con l’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti e proseguito con altri provvedimenti approvati più sull’onda dell’emotività che con l’intento di risolvere i problemi. Il divieto per partiti e movimenti politici di avvalersi delle prestazioni gratuite dei propri sostenitori è, infatti, talmente generico da potersi applicare a qualsivoglia attività in qualsivoglia manifestazione politica, a partire dal volantinaggio. Si tratta di un divieto che, non solo paralizzerà i singoli cittadini, che si asterranno dall’offrire la propria collaborazione, ma indurrà le stesse formazioni politiche a non chiedere sostegni per non offrire il fianco a denunce penali. Giudica, poi, inutilmente punitive le disposizioni che impongono la pubblicazione del curriculum vitae e del certificato penale dei candidati, soprattutto pensando alla possibilità che, in caso di mancata elezione, si tratti di uno sforzo inutile. Infine, ritiene ingiustificato esentare da tali obblighi di pubblicità i candidati alle competizioni elettorali riguardanti comuni con meno di quindicimila abitanti, quasi che la dimensione dei centri abitati sia garanzia o meno di onestà dei candidati.
Enrica SEGNERI (M5S), relatrice, pur rispettando le opinioni espresse dai colleghi intervenuti, non ritiene di accogliere la proposta di rinvio dell’espressione del parere da parte della Commissione, in considerazione del fatto che le sue competenze sul disegno di legge all’esame sono estremamente limitate.
Sebastiano CUBEDDU (M5S) non ritiene fondate le preoccupazioni della collega Polverini in quanto l’ordinamento italiano reca numerose disposizioni che disciplinano e tutelano il lavoro gratuito, sul quale, peraltro, il disegno di legge in esame non incide in alcun modo.Riferendosi poi al contenuto della proposta alternativa di parere illustrata dal collega Zangrillo, ritiene che il disegno di legge sia la risposta doverosa alla domanda dei cittadini esasperati di eliminare la corruzione che infetta la pubblica amministrazione. Quanto all’esenzione dagli obblighi di pubblicità dei candidati nei piccoli comuni, stigmatizzata dalla collega Polverini, ritiene che la limitata dimensione di tali centri permette la circolazione delle informazioni, a differenza di quanto avviene nei grandi centri urbani. Infine, rispondendo alle osservazioni della collega Serracchiani, sottolinea che la modifica della disciplina sulla prescrizione è prevista nel contratto di Governo e che la maggioranza si sta impegnando per la sua attuazione.
Walter RIZZETTO (FdI) si unisce alla richiesta di un rinvio dell’espressione del parere da parte della Commissione Lavoro. Inoltre, soffermandosi sul regime di pubblicità dei contributi a partiti e movimenti politici, rileva che il divieto di riceverli scatta qualora i donatori si dichiarino contrari a rendere pubblici i dati che li riguardano. Sul punto, rileva che i promotori di tali disposizioni sono i primi a non rendere noti i dati relativi ai propri sostenitori, come è facilmente verificabile sul sito istituzionale di uno dei gruppi di maggioranza. Infine, ritiene discriminatorio l’obbligo di pubblicazione sul sito internet del curriculum vitae e del certificato penale dei candidati perché priva della possibilità di avere informazioni se non attraverso un mezzo il cui possesso, a questo punto, diventerebbe obbligatorio.
Antonio VISCOMI (PD) osserva che gli argomenti dei provvedimenti ultimamente in discussione, dall’esclusione del rito abbreviato per reati punibili con l’ergastolo alla sospensione dei termini della prescrizione, sono l’espressione del clima di giustizialismo diffusosi nel Paese che non condivide.
Andrea GIACCONE, presidente, richiama i colleghi a tenere un comportamento che consenta agli intervenuti di esprimersi.
Antonio VISCOMI (PD), riprendendo il suo intervento, osserva che i provvedimenti sinora adottati e quelli che la maggioranza si propone ancora di adottare sono contrari ai principi del nostro ordinamento e, in particolare, di quello penale, fondato sulla presunzione di innocenza, sul principio della proporzionalità della pena rispetto al reato e sul potere discrezionale del giudice nella determinazione della sua entità. Dal momento che le disposizioni in discussione si riflettono anche sui rapporti di lavoro all’interno della pubblica amministrazione, la XI Commissione ha, a suo parere, pieno diritto a pretendere di esprimersi su un testo che, a giudicare dal gran numero di proposte emendative presentate e non ancora esaminate dalle Commissioni di merito, potrebbe subire significative modifiche. Il tenore delle modifiche, d’altronde, potrebbe essere influenzato anche dagli accordi che la maggioranza intende concludere per giungere all’approvazione del cosiddetto «decreto sicurezza» da parte del Senato, su cui il Governo, con una decisione in contraddizione con le prese di posizione del passato, ha posto la questione di fiducia, per scongiurare i pericoli che potrebbero derivare dal dissenso di alcuni parlamentari della maggioranza medesima. Intende quindi richiamare l’attenzione dei colleghi sull’articolo 9, comma 2, che impone al partito o al movimento politico il collegamento ad una unica fondazione o associazione. Si tratta di una previsione, in primo luogo, fortemente invasiva della libertà dei partiti e delle fondazioni e, in secondo luogo, apparentemente tagliata sull’attuale assetto di uno dei due partiti di maggioranza, il M5S che, in base al proprio statuto, è collegato alla associazione Rousseau. Pertanto, l’estensione agli altri partiti del modello attualmente adottato unicamente dal M5S è, a suo giudizio, un tradimento dei valori democratici.
Graziano MUSELLA (FI), d’accordo con i colleghi che sono già intervenuti, ritiene necessario il rinvio dell’espressione del parere, visto che le competenze della Commissione sul provvedimento sono, a suo giudizio, tutt’altro che marginali. Sulla base della sua esperienza di sindaco, ritiene ingiustificabili e dannosi gli appesantimenti burocratici previsti dal testo a carico degli amministratori locali e dei dipendenti della pubblica amministrazione. Ritiene che, già attualmente, l’ordinamento italiano prevede tutti gli strumenti necessari a contrastare la corruzione e che, invece, le previsioni del disegno di legge, lungi dal raggiungere i risultati voluti, finiranno per ostacolare l’attività amministrativa e per peggiorare le condizioni dei cittadini. Inoltre, ritiene che il carattere giacobino del provvedimento ostacolerà, di fatto, la partecipazione dei singoli alla vita politica e contesta l’opinione di chi ritiene assimilabile ad una attività lavorativa l’attività gratuita dei sostenitori dei partiti e dei movimenti politici. L’unica strada percorribile, a suo giudizio, sarebbe quella di ripristinare, con le dovute cautele, l’istituto del finanziamento pubblico dei partiti, condizionato alla trasparenza dei bilanci e alla loro verifica da parte della Corte dei conti.
Andrea GIACCONE, presidente, fa presente che nessuna norma regolamentare impedisce che le Commissioni in sede consultiva si esprimano sul testo originario di un provvedimento, così come, del resto, la Commissione Lavoro ha più volte fatto in passato. Ovviamente, se eventuali modifiche introdotte dalle Commissioni di merito dovessero investire le competenze della XI Commissione, sarà possibile, ove vi siano le condizioni, esprimere un secondo parere sul testo modificato. In ogni caso, ritiene che la Commissione Lavoro possa utilmente esprimersi già nella seduta odierna.
Considerata la rilevanza politica del tema, ritiene comunque che la Commissione possa svolgere un’ampia discussione.
Debora SERRACCHIANI (PD), riconoscendo la correttezza formale delle ragioni espresse dal presidente, insiste tuttavia nel rivendicare il diritto dei commissari ad esprimere le loro valutazioni politiche. E, pertanto, richiama i colleghi del M5S alla coerenza con le loro posizioni originarie, alcune delle quali sicuramente condivisibili, ora però messe in discussione dalle decisioni opportunistiche assunte dai leader. Ritiene che le modalità scelte per contrastare la corruzione e per assicurare la trasparenza dei finanziamenti ai partiti politici siano antidemocratiche e tali da mettere in difficoltà i partiti anche con riferimento alle altre modalità di finanziamento, quale la destinazione volontaria del 2 per mille dell’IRPEF, non toccate dalle norma in discussione. Anzi, il contenuto delle disposizioni e le loro modalità applicative la inducono a sospettare che il disegno di legge sia, in realtà, stato pensato unicamente sul modello del M5S, come dimostrano le norme sulle fondazioni, a cui sembrerebbero equiparate, tranne per alcuni particolari obblighi di pubblicità, le associazioni, come l’associazione Rousseau, le norme che escludono dagli obblighi di tracciabilità le donazioni di importo inferiore a 500 euro, come sono quelle che finanziano il M5S, stando a quanto risulta dal sito istituzionale, nonché, infine, le norme che impongono il collegamento del partito politico ad un’unica fondazione o associazione. Fa, pertanto, appello ai colleghi della Lega, perché non si prestino ad avallare un provvedimento che mette in discussione la libertà di fare politica e i fondamenti della democrazia parlamentare.
Andrea GIACCONE, presidente, prega i colleghi ad attenersi al merito delle competenze della Commissione sul disegno di legge in esame.
Stefano LEPRI (PD) ritiene che la maggioranza adotti un metodo consolidato di azione, consistente nel mettere sotto un titolo su cui nessuno può dissentire una congerie di norme poco attinenti e spesso per niente condivisibili. L’effetto mediatico è assicurato e ciò permette anche l’adozione di disposizioni sicuramente non approvate dalla base elettorale, come, per esempio, il condono edilizio ad Ischia. Il provvedimento all’esame non è diverso dagli altri e, per questo, non reca le disposizioni che, effettivamente, potrebbero contrastare con efficacia la corruzione nella pubblica amministrazione, quali, ad esempio, lo snellimento dei processi. Al contrario, il contenuto del disegno di legge ha come finalità l’impedimento della partecipazione alla vita politica, l’appesantimento degli obblighi burocratici per presentare le candidature alle elezioni, l’estensione del modello organizzativo del M5S a tutte le formazioni politiche, in spregio alla tradizione politica italiana. Si tratta, pertanto, di un provvedimento che favorisce solo uno dei due partiti della maggioranza, a danno di tutti gli altri.
Romina MURA (PD) ritiene che, tra le competenze della Commissione, vi sia anche quella di verificare la coerenza dei provvedimenti al suo esame con il quadro dell’ordinamento giuridico. Pertanto, con riferimento alle norme per il contrasto della corruzione, ricorda le autorevoli voci che si sono levate per richiamare la maggioranza al rispetto dei principi costituzionali del buon andamento e dell’imparzialità dell’azione della pubblica amministrazione nonché della presunzione di non colpevolezza. E proprio sulla necessità di rispettare tali principi si sono aperte, a suo giudizio, le prime crepe nella maggioranza e all’interno dello stesso M5S. Ulteriori ripensamenti dovrebbe indurre, a suo parere, anche l’articolo 9 del disegno di legge, che, legittimando il ruolo dell’associazione Rousseau e della «Casaleggio e associati», appare suscettibile di condizionare la libertà degli eletti, ponendo in discussione anche il principio costituzionale, di cui all’articolo 67, che vieta il vincolo di mandato.
Maria PALLINI (M5S) osserva che i colleghi dovrebbero attenersi al tema in discussione.
Renata POLVERINI (FI) invita la collega Pallini a non esercitare poteri che spettano solo al presidente.
Romina MURA (PD), riprendendo il suo intervento, esorta i colleghi a non prestarsi ad operazioni di dubbia costituzionalità approvando disposizioni che, tagliate su misura dell’associazione Rousseau e della «Casaleggio e associati», minano alla base la democrazia parlamentare e l’indipendenza dei partiti.
Maria PALLINI (M5S) ritiene che i colleghi non si stiano attenendo alle competenze della XI Commissione, chiamata ad esprimere un parere su limitati aspetti del disegno di legge. Lamenta, inoltre, l’eccessiva asprezza dei toni adottati dai colleghi dell’opposizione e anche l’eccessiva personalizzazione degli interventi. Alla luce di ciò e d’accordo con i colleghi dei gruppi di maggioranza, ritiene che la Commissione possa senz’altro passare alla votazione della proposta di parere della relatrice.
Andrea GIACCONE, presidente, pur nella consapevolezza che gli interventi dei colleghi spesso non sono stati coerenti con le competenze della Commissione sul disegno di legge, ribadisce, vista la rilevanza politica dei temi all’esame, di non volere limitare il dibattito, preferendo lasciare ai colleghi che lo desiderano di esprimere le proprie posizioni.
Marco LACARRA (PD), ringraziando il presidente per il suo intervento, che ha anche chiarito a chi spettano le competenze della conduzione del dibattito, osserva che il disegno di legge all’esame, così come altri provvedimenti del Governo, sono l’espressione della deriva culturale che, purtroppo, il Paese ha imboccato e che induce a riflessioni più ampie, che non si possono limitare agli aspetti di stretta competenza della Commissione. Come hanno già fatto notare i colleghi, il disegno di legge reca disposizioni che, disciplinando i rapporti tra soggetti specifici, tutti riconducibili al M5S, finiscono per danneggiare gravemente l’attività delle altre formazioni politiche concorrenti. Sorprende, pertanto, che la Lega si presti a tale gioco, di cui potrebbe fare le spese. Esorta, pertanto, i colleghi a contrastare il disegno arrogante, supponente e superficiale sotteso al disegno di legge e rileva che questo, al pari di altri, è un provvedimento che risponde alle masse, trascurando del tutto i diritti delle minoranze. Il Partito democratico contrasterà in ogni modo le istanze forcaiole e giustizialiste portate avanti da questa maggioranza, indicando nel controllo sull’effettività delle pene o nelle disposizioni volte a limitare la durata dei processi gli unici strumenti efficaci a contrastare la corruzione. Anche per tali motivi, ritiene che la XI Commissione dovrebbe esprimersi sul testo risultante dalle proposte emendative approvate dalle Commissioni di merito.
Chiara GRIBAUDO (PD), ricordando che nella scorsa legislatura, diversamente da quella in corso, il metodo di lavoro in Commissione era improntato al confronto e al dialogo alla ricerca di soluzioni il più possibile condivise, rileva la costante assenza della maggioranza nei dibattiti sui temi più importanti. Inoltre, condivide l’osservazione dei colleghi sulla mancata corrispondenza dei contenuti dei provvedimenti, per nulla condivisibili, ai titoli dal grande impatto comunicativo. Quello all’esame passa per un provvedimento «spazzacorrotti», ma, in realtà, si tratta di un provvedimento «salva Casaleggio» ed è frutto di un’idea sbagliata della democrazia rappresentativa. Si sente in diritto di dire queste cose avendo votato, in dissenso dal suo gruppo, contro l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti nella scorsa legislatura, pensando che si sarebbe impedita ai cittadini sprovvisti di mezzi finanziari la partecipazione alla vita politica. Sui punti evidenziati nel dibattito il silenzio della relatrice è, a suo giudizio, imbarazzante ed è imbarazzante anche il rifiuto della maggioranza di concedere spazio al dibattito, come sarebbe naturale in una democrazia parlamentare, unico modo per l’approfondimento e, eventualmente, il miglioramento del testo, che, così come è, danneggia i cittadini.
Walter RIZZETTO (FdI), ringraziando il presidente per avere consentito un dibattito ampio e approfondito, sottolinea che le opposizioni non sono contrarie all’approvazione di disposizioni che contrastino efficacemente la corruzione e si chiede per quale motivo non sia intervenuto su tale tema nessun rappresentante della Lega, laddove, al contrario, i deputati del M5S hanno in vari modi espresso il loro dissenso nei confronti dei colleghi intervenuti, dimostrando, a suo giudizio, che le critiche loro rivolte hanno colto nel segno. Pertanto, proprio per dimostrare che non c’è contrarietà di principio a disposizioni che si propongono il contrasto della corruzione, preannuncia l’astensione del suo gruppo dal voto sulla proposta di parere della relatrice.
Ettore Guglielmo EPIFANI (LeU) ritiene che la maggioranza avrebbe più facilmente raggiunto i propri obiettivi se avesse presentato due provvedimenti distinti, uno riguardante il contrasto alla corruzione e l’altro la trasparenza e la tracciabilità dei finanziamenti ai partiti politici. La strada scelta, invece, si presta ad equivoci e sospetti. Nel merito, non condivide l’impostazione adottata nella prima parte del provvedimento, che riduce il giudice a mero esecutore, privo della necessaria autonomia di valutazione. Per quanto riguarda la seconda parte, non vede la ragione di applicare il modello adottato dal M5S a tutte le formazioni politiche. Dal momento che, a suo giudizio, il provvedimento non garantisce né la trasparenza dei finanziamenti né la democrazia interna delle formazioni politiche, preannuncia il suo voto contrario alla proposta di parere della relatrice.
Renata POLVERINI (FI), ribadendo le sue perplessità, rafforzate dagli interventi dei colleghi di opposizione, ritiene che il disegno di legge leda gravemente i diritti dei cittadini che intendano prendere parte alla vita politica. Non ritiene accettabile che altri pretendano di dare lezioni ed impongano i loro modelli né ritiene accettabile che colleghi si arroghino il diritto di decidere su cosa si può intervenire e su cosa no. Infine, giudica non consono alle Aule parlamentari l’atteggiamento dei deputati della maggioranza nei confronti dei colleghi che hanno idee diverse dalle loro.
Carla CANTONE (PD), condividendo l’intervento del collega Epifani, ritiene che la divisione in due diversi provvedimenti del disegno di legge in esame consentirebbe una maggiore chiarezza e faciliterebbe la ricerca di soluzioni condivise. Per quanto riguarda le disposizioni riguardanti la pubblica amministrazione, ricorda ai colleghi che spesso la corruzione è proprio all’interno di questa e non è limitata ai cosiddetti «furbetti del cartellino». È pertanto necessario agire sui diversi livelli di responsabilità e non con strumenti che rischiano di rimanere inefficaci. Sul punto, a suo parere, la Commissione potrebbe dare un contributo importante alle Commissioni di merito. Ma è necessario che vi sia la volontà di dialogare, unico modo per trovare un accordo sul metodo, condizione per giungere all’accordo anche sul merito. Il sistema adottato dalla maggioranza, che rifiuta qualsiasi interlocuzione e proposta provenienti dalle opposizioni, non può dare frutto e potrebbe essere pagata nel momento in cui gli equilibri politici dovessero mutare.
Virginio CAPARVI (Lega), respingendo il tentativo del collega Rizzetto di dividere la maggioranza, condivide le critiche sulla mancanza di rispetto a volte dimostrata dai colleghi nei confronti delle opposizioni. ma sottolinea che, spesso, gli interventi dei colleghi hanno un tono che non può essere accettato. Accogliendo volentieri la proposta dei colleghi delle opposizioni, che offrono il loro contributo al miglioramento dei testi, purché la loro esperienza non sia brandita come un’arma, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere della relatrice.
Debora SERRACCHIANI (PD), alla luce della recente notizia del rinvio della seduta delle Commissioni in sede referente, ribadisce la richiesta di rinviare l’espressione del parere da parte della XI Commissione. In ogni caso, preannuncia il voto contrario del gruppo del PD sulla proposta di parere della relatrice.
Paolo ZANGRILLO (FI) preannuncia il voto contrario del gruppo di FI sulla proposta di parere della relatrice, anche se, a suo giudizio, sarebbe preferibile che la Commissione si esprimesse sul testo che sarà approvato dalle Commissioni I e II. Esprime, infine, il suo fastidio per i tentativi della maggioranza di limitare il dibattito e ridurre gli spazi di espressione dei deputati delle opposizioni. Infine, notando la presenza di numerosi deputati estranei alla Commissione, chiede al presidente se le sostituzioni di commissari assenti sono state notificate regolarmente.
Andrea GIACCONE, presidente, assicurando che le norme regolamentari riguardanti le sostituzioni di deputati assenti sono state rispettate, nessun altro chiedendo di intervenire, pone in votazione la proposta di parere formulata dalla relatrice, avvertendo che, in caso di sua approvazione, si intenderà preclusa la votazione della proposta alternativa di parere presentata dai deputati del gruppo Forza Italia.
La Commissione approva la proposta di parere favorevole della relatrice.
La seduta termina alle 12.45.
SEDE CONSULTIVA
Martedì 6 novembre 2018. — Presidenza del vicepresidente Davide TRIPIEDI.
La seduta comincia alle 13.30.
Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici.
C. 1189 Governo.
(Parere alle Commissioni I e II).
(Esame e rinvio).
La Commissione inizia l’esame del provvedimento in titolo.
avide TRIPIEDI, presidente, avverte che l’ordine del giorno reca l’esame in sede consultiva, ai fini dell’espressione del parere alle Commissioni riunite I e II, del disegno di legge C. 1189 del Governo, recante misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici. Fa presente che, dal momento che le Commissioni di merito non hanno ancora terminato l’esame delle proposte emendative presentate, la Commissione si esprimerà sul testo originario del disegno di legge.
Invita, quindi, la relatrice, onorevole Segneri, a svolgere la relazione introduttiva.
Enrica SEGNERI (M5S) osserva che il provvedimento riveste sicuramente una grande importanza per la maggioranza, tuttavia è giusto evidenziare che i profili riguardanti la Commissione lavoro sono estremamente limitati. Per questo motivo preannuncia che la relazione sarà piuttosto sintetica e circoscritta.
Dopo aver preliminarmente segnalato che il disegno di legge consta di dodici articoli e che la materia trattata non è direttamente riconducibile alle competenze della Commissione, se non per i limitati aspetti su cui si soffermerà, rileva che, al Capo I, recante misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, l’articolo 1, comma 1, introduce modifiche al codice penale, che, in relazione ai reati contro la pubblica amministrazione, mirano, in particolare: a conformare l’ordinamento interno agli obblighi convenzionali in materia di corruzione; a inasprire e ad ampliare l’ambito applicativo delle sanzioni accessorie; ad aumentare le pene e riformulare specifici reati; a prevedere la collaborazione come speciale causa di non punibilità e a introdurre nuove ipotesi di procedibilità d’ufficio.
Per quanto concerne gli aspetti di interesse della Commissione, segnala, in particolare, la lettera b), che dispone inasprimenti delle conseguenze penali in caso di peculato; la lettera d), che aggiunge i reati di peculato e di abuso d’ufficio aggravato all’elenco dei reati alla cui condanna consegue l’incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione; la lettera e), che, relativamente agli obblighi del condannato per specifici reati contro la pubblica amministrazione che accede alla sospensione condizionale, estende l’obbligo del pubblico ufficiale o dell’incaricato di pubblico servizio al pagamento della somma equivalente a quanto indebitamente promesso, anche in assenza di un’effettiva percezione indebita; la lettera f), che, in materia di effetti della sospensione condizionale della pena, dispone la deroga alla contestuale sospensione anche delle pene accessorie in caso di condanna per alcuni reati, tra i quali il peculato, la concussione, la corruzione di persona incaricata di pubblico servizio; la lettera g), che prevede che la riabilitazione ottenuta dopo una condanna per i reati contro la P.A. indicati alla precedente lettera f) non ha effetto sull’interdizione perpetua dai pubblici uffici, né sull’incapacità perpetua a contrattare con la pubblica amministrazione.
Sottolinea, quindi, che la lettera h) integra in modo significativo il catalogo dei reati alla condanna per i quali consegue la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici, perpetua o temporanea (prima connessa esclusivamente alla condanna per peculato, concussione e corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, anche con le circostanze aggravanti se il fatto ha ad oggetto il conferimento di pubblici impieghi o stipendi o pensioni o la stipulazione di contratti nei quali sia interessata l’amministrazione alla quale il pubblico ufficiale appartiene nonché il pagamento o il rimborso di tributi).
Segnala, altresì, la lettera i), recante l’inasprimento delle pene a carico del pubblico ufficiale per il reato di corruzione per l’esercizio della funzione (corruzione impropria), con l’aumento della durata della reclusione sia nei limiti minimi (da uno a tre anni), sia in quelli massimi (da sei a otto anni), con conseguente aumento anche dei termini di prescrizione del reato.
Segnala ancora che, alla lettera n), si introduce nell’ordinamento una causa speciale di non punibilità di alcuni delitti contro la pubblica amministrazione, in presenza di collaborazione da parte del pubblico ufficiale.
Passa velocemente all’articolo 5, volto a estendere la disciplina delle operazioni di polizia sotto copertura al contrasto di alcuni reati contro la pubblica amministrazione, ossia le fattispecie riconducibili alla corruzione, nonché i delitti di turbata libertà degli incanti e di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente.
Il successivo articolo 6 introduce alcune disposizioni in materia di responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, con l’intento di inasprire le sanzioni interdittive nell’ipotesi di commissione di taluni reati contro la pubblica amministrazione.
Al Capo II, si interviene in materia di trasparenza e controllo dei partiti e movimenti politici, dunque sugli obblighi di pubblicità e di rendicontazione relativi ai contributi finanziari e alle prestazioni gratuite effettuate nei confronti dei partiti e movimenti politici, sulla tracciabilità dei contributi ai partiti e alle fondazioni ed associazioni collegate.
Conclude osservando che si tratta di provvedimenti normativi di grande importanza, ma non riconducibili alle competenze di questa Commissione.
Renata POLVERINI (FI) ritiene necessario consentire ai commissari di approfondire i contenuti della relazione testé svolta, di cui non ha potuto prendere tempestiva conoscenza in quanto la stessa è stata resa nota solo ora.
Debora SERRACCHIANI (PD), associandosi all’on. Polverini, lamenta di non aver potuto prendere conoscenza per tempo della relazione sul disegno di legge.
Davide TRIPIEDI, presidente, sottolineando che la relazione era stata messa a disposizione dei commissari già nella giornata di ieri, sull’apposita piattaforma informatica per la distribuzione dei documenti di seduta ai deputati, rileva che il superamento della documentazione cartacea costituisce un obiettivo al cui raggiungimento il Presidente della Camera annette grande importanza. Ricorda comunque che, a seguito dei rilievi analoghi sollevati nel passato in Commissione, gli uffici hanno provveduto, su richiesta, a stampare la documentazione. In ogni caso, assicura che della questione sarà prontamente informato il Presidente.
Debora SERRACCHIANI (PD), riconoscendo la professionalità delle strutture amministrative della Camera, auspica che, in futuro, eventuali disservizi nel sistema informatico possano essere tempestivamente superati e che, ove ciò non sia possibile, la documentazione sia messa a disposizione dei commissari per altra via, in modo da non interferire nel corretto svolgimento del loro lavoro.
Davide TRIPIEDI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell’esame alla seduta convocata per la giornata di domani.
La seduta termina alle 13.40.
ERRATA CORRIGE
Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 83 del 30 ottobre 2018, a pagina 73, prima colonna, ventiquattresima riga, a pagina 73, seconda colonna, undicesima riga, e a pagina 79, Titolo, nonché a pagina 79, prima colonna, ottava e dodicesima riga, le parole: «Scerra 1.3» sono sostituite dalle seguenti «1.3 del Relatore».