La riforma contrattuale e la disciplina dell’arbitrato sono stati gli argomenti su cui si è incentrata la presentazione, presso l’Università Luiss Guido Carli, dell’Annuario del Lavoro. Per Roberto Pressi, preside della Facoltà di Giurisprudenza della Luiss, l’arbitrato con qualche correzione può rilevarsi uno strumento utile e potrebbe essere condiviso da tutti compreso la Cgil. Il giurista ha suggerito alcuni cambiamenti al ddl rimandato alle Camere dal presidente della Repubblica, come l’affidamento della decisione a giudici in pensione.
Giampaolo Galli, direttore generale di Confindustria, ha ricordato come la stagione contrattuale, nonostante l’accordo separato del 22 gennaio, sia stata fluida. Secondo l’esponente di Confindustria la riforma è stata molto importante perché ha dato maggior rilievo alla contrattazione di secondo livello, che è lo strumento ideale per risolvere la mancata crescita della produttività e dei salari. Per Galli la contrattazione nazionale limita la crescita salariale perché si deve tener conto delle aziende in crisi e quindi si tende a decidere aumenti sostenibili da tutte le aziende. Al contrario grazie alla contrattazione di secondo livello le aziende più competitive possono concedere aumenti maggiori. Il direttore generale di Confindustria ha anche aggiunto che, se si è d’accordo su questo punto, è possibile modificare punti minori dell’accordo separato sulla riforma degli assetti contrattuali, come l’Ipca.
A questa apertura ha risposto Agostino Megale, segretario confederale della Cgil, che, pur ribadendo i punti di contrasto sulla riforma contrattuale, ha ammesso che, contratto dei metalmeccanici a parte, la stagione contrattuale sta dimostrando come gli accordi unitari siano possibili. Il sindacalista, sottolineando che laddove i contratti vengono fatti con la Cgil vengono fatti meglio, ha detto che, se alcuni punti critici come la composizione dell’Ipca e le deroghe contrattuali venissero cambiati, sarebbe in futuro possibile un nuovo accordo firmato anche dalla Cgil.
Il segretario confederale della Uil, Guglielmo Loy, ha sostenuto che, molte barriere ideologiche cadranno quando la stagione contrattuale si concluderà e sarà evidente che i contratti saranno stati chiusi per lo più in modo unitario e con degli aumenti salariali più alti di quelli che sarebbero stati pattuiti con la vecchia inflazione programmata. A quel punto sarà possibile un ripensamento unitario dell’accordo. Loy ha anche aggiunto di non aver paura di un attacco al nuovo assetto contrattuale da parte della Cgil, ma piuttosto che l’aumento dei lavoratori non coperti da un contratto nazionale rendano questo strumento vuoto.
Guido Lazzarelli, della direzione servizi sindacali di Confcommercio, ha ricordato come, alla fine, sia il rinnovo del contratto del commercio, che quello del turismo, siano stati unitari e questo nonostante tanti nella categoria ritenevano, vista la grave crisi economica, che questo non fosse il momento più opportuno per rinnovare i contratti. Lazzarelli ha poi sostenuto che Confcommercio ha fatto un lavoro importante per far comprendere a tutti come, proprio attraverso la contrattazione, sia possibile trovare una via d’uscita dalla crisi.
Stefano di Niola, responsabile politiche contrattuali della CNA, ha sottolineato come attualmente vi siano più di un milione di lavoratori del settore che aspettano il rinnovo del contratto e si è augurato che i rinnovi siano unitari, ma ha chiesto a tutti di fare la loro parte. Di Nola ha poi sostenuto la necessità che l’Italia guardi di più alle politiche degli altri paesi europei sulla produttività e sui salari.
Sulla questione dell’arbitrato tutti hanno concordato sull’opportunità del rinvio alle Camere del collegato sul lavoro deciso dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napoletano. Anche se Loy, Lazzarelli, di Nola e Galli, hanno confermato di considerare positiva la firma dell’accordo propedeutico all’avviso comune, mentre Megale ha sostenuto l’inutilità dell’intesa, non essendo ancora approvata la legge.
LUCA FORTIS