Con il voto sul mandato al relatore a riferire in Aula, la Commissione industria del Senato ha licenziato il decreto legge sull’ex Ilva e sull’indotto. Il decreto approda nell’Assemblea di Palazzo Madama martedì 5 marzo.
Con il voto degli emendamenti “si segna una tappa importante nella politica industriale del Paese”, ha affermato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.” Siamo tutti consapevoli che questa è l’unica strada, certamente difficile ma assolutamente necessaria, per rilanciare il più significativo sito siderurgico d’Italia, la cui attività è stata a fondamento dell’industria del nostro Paese. Il clima che ho trovato a Taranto, di condivisione e responsabilità, ci sprona a proseguire per garantire il diritto fondamentale alla salute, in un contesto di riconversione ecologica, tutelando allo stesso tempo i lavoratori e le filiere produttive di un asset strategico del nostro sistema produttivo”.
Tra le principali novità introdotte nel decreto: parametri più favorevoli per l’accesso al Fondo di garanzia di cui possono beneficiare le aziende dell’indotto dell’ex Ilva; possibilità per la Regione Puglia di destinare all’indotto quote di avanzo di amministrazione che prima erano vincolate; chiarimenti sulla prededucibilità dei crediti specificando il perimetro delle imprese interessate.
Nel decreto, con un emendamento del governo, è confluito anche il dl relativo all’indotto di Acciaierie d’Italia le cui misure sono state ulteriormente modificate per venire incontro alle esigenze della filiera. In particolare, sono state ampliate le maglie per consentire alle imprese dell’indotto, che hanno difficoltà di accedere al credito per i debiti accumulati, di usufruire del Fondo di garanzia anche in mancanza di valutazioni creditizie particolarmente favorevoli. Con le ulteriori modifiche apportate in Commissione, è stato abbassato al 35% il limite di fatturato prodotto nei confronti del committente.
Nel testo del decreto approvato dal Consiglio dei Ministri si prevedeva che per accedere al Fondo di garanzia le imprese dovevano aver prodotto negli ultimi due esercizi almeno il 70% del fatturato nei confronti dell’impresa committente sottoposta ad amminstrazione straordinaria. Con un successivo emendamento del governo il limite era stato abbassato al 50%. Poi, con un’altro modifica approvata in Commissione, il limite di fatturato prodotto nei confronti del committente è stato abbassato al 35% chiarendo che esso deve fare riferimento al fatturato medio complessivo valutato nei cinque esercizi precedenti (non più due).
Tra le novità a favore l’indotto anche una norma che consente alla Regione Puglia di svincolare quote di avanzo di amministrazione. La Regione potrà utilizzare queste risorse per ulteriori finanziamenti a beneficio dell’indotto, nel rispetto del regolamento europeo sugli aiuti di Stato.
Nel corso dell’esame in Commissione è anche stato chiarito il ‘perimetro’ delle imprese interessate alla prededucibilità dei crediti vantati nei confronti di imprese ammesse alla procedura di amministrazione straordinaria. E’ stato specificato che le imprese interessate sono anche quelle che hanno fornito prestazioni in materia di risanamento, sicurezza e tutela dell’ambiente.
Nel dettaglio, rientrano in queste categorie le imprese che hanno fornito prestazioni di manutenzione per la funzionalità produttiva degli impianti, ricambi e materiale di consumo, servizi di autotrasporto e di movimentazione di attrezzature, prodotti di consumo, semilavorati e prodotti finiti, anche al di fuori dell’area degli impianti.
Nell’ambito della prededucibilità è stato chiarito che rientrano anche i crediti riferiti a prestazioni di beni e servizi non continuative. In questo modo vengono incluse anche le imprese che sono state costrette ad interrompere le forniture in favore di Adi per l’accelerazione della crisi.
e.m.