La commissione Affari sociali del Senato ha approvato un emendamento al Decreto Lavoro, presentato dalla ministra del Turismo, Daniela Santanchè, che introduce il cosiddetto “bonus estate”, rivolto ai i lavoratori dipendenti del settore privato del turismo che nel 2022 hanno dichiarato un reddito non superiore a 40mila euro. Secondo quanto previsto, ai lavoratori del comparto – e per tutta la durata della stagione, dall’1 giugno al 21 settembre -, spetterà «una somma a titolo di trattamento integrativo speciale, che non concorre alla formazione del reddito, pari al 15% delle retribuzioni lorde corrisposte in relazione al lavoro notturno e alle prestazioni di lavoro straordinario». La legge, si legge ancora nel testo dell’emendamento, è stata pensata «garantire la stabilità occupazionale e sopperire alla eccezionale mancanza di offerta di lavoro nel settore turistico, ricettivo e termale».
Ma i sindacati non ci stanno. La Filcams-Cgil, infatti, accusa il Ministero del Turismo “di operare un intervento superficiale e non risolutivo per affrontare i problemi del lavoro nel settore. Si parla, a gran voce, di ‘busta paga più pesante’ e di aumento della ‘attrattività del settore’ – prosegue la nota del sindacato -, ma si tratta di un’operazione di facciata, che non sfiora nemmeno le radici del problema retributivo che tiene lontana la manodopera dal settore”.
A spiegare quale invece potrebbe essere, per il sindacato, la soluzione migliore per i lavoratori comparto, è la segretaria nazionale della Filcams Cgil, Monja Caiolo: “Il reddito dei lavoratori aumenta se vengono aumentate le tabelle salariali, ma nel turismo tutti i contratti sono scaduti tra il 2018 e il 2021 e di conseguenza le retribuzioni sono ferme”. Rinnovo dei contratti, quindi, “non il ricorso ad aggiustamenti palliativi che non sciolgono i nodi del settore”. A pesare sui salari, oltre al blocco dei contratti, anche “la questione della classificazione del personale: l’80% delle lavoratrici e dei lavoratori è inquadrato ai livelli più bassi e questo determina retribuzioni inferiori anche rispetto agli altri settori”.
La segretaria della Filcams ricorda anche il tema dell’importante percentuale di irregolarità che si riscontra nel settore, “legata alla mancata applicazione integrale del contratto nazionale, che interessa in particolare la sfera degli straordinari: con questo decreto si va dunque a detassare proprio quella sezione del salario che buona parte dei lavoratori nemmeno percepisce. Sarebbe necessario intervenire concretamente, alle fondamenta del problema – conclude la segretaria – andando a contrastare il dumping contrattuale, la contrattazione pirata e tutti i fenomeni di illegalità che proliferano nel settore turistico”.
e.m.