Seconda tappa, giovedi 28, per il percorso di Vincenzo Boccia verso la presidenza di Confindustria. Indicato come successore di Giorgio Squinzi dal consiglio generale di marzo, prevalendo di pochi voti sul ‘’rivale’’ Alberto Vacchi, domani Boccia dovra’ presentare al consiglio la squadra dei vicepresidenti, che a sua volta sarà sottoposta al voto del parlamentino confindustriale, così come il programma del futuro presidente per il quadriennio.
A poche ore dall’appuntamento, però, non tutte le caselle sono ancora chiuse, né tutti i nomi decisi. E non e’ un dettaglio da poco, tenendo conto che proprio sulla composizione della squadra dovrebbe realizzarsi la ‘’pax confindustriale’’, tra il fronte dei vincitori e quello dei vinti. Invece, c’e’ ancora una certa maretta dalle parti di Viale dell’Astronomia, dovuta, si dice, ad alcune‘’impuntature’’ targate soprattutto Assolombarda, vale a dire il principale sponsor del candidato sconfitto.
In particolare, sarebbe in corso un braccio di ferro per quanto riguarda il vicepresidente con delega per l’organizzazione, carica ricoperta oggi da Antonella Mansi: Boccia vorrebbe riconfermarla nello stesso ruolo, che viene rivendicato però anche dal fronte opposto. Richiesta difficile da esaudire, visto che nessuno cederebbe volentieri una casella così delicata all’avversario, neppure in nome della pacificazione.
Altra casella ancora non del tutto definita e’ quella del vicepresidente per le relazioni industriali: Boccia avrebbe scelto il presidente dell’Unione di Roma e Lazio, Maurizio Stirpe, che tuttavia non avrebbe ancora sciolto definitivamente la riserva. A complicare la partita c’e’ anche il fatto che, per effetto della riforma Pesenti, i vicepresidenti saranno soltanto sei, contro i sedici del passato. Dunque, i prescelti avranno incarichi a tempo più che pieno, pienissimo, e dovranno quindi essere assai motivati e disposti a dedicarsi anima e corpo alla vita associativa, sottraendosi ad altri impegni.
Per sciogliere tutti i nodi, Boccia ha convocato per questa sera una riunione, al termine della quale dovrebbe uscire la lista definitiva dei nomi di coloro che lo affiancheranno nel quadriennio. Domani, dal voto del consiglio, si vedra’ se la pacificazione e’ riuscita. Elemento fondamentale, quello della ricomposizione dei due fronti spaccati sulla scelta del presidente, soprattutto per il ruolo e il peso futuro della Confindustria. Se il referendum di ottobre sulle riforme costituzionali andrà -come si immagina- a favore di Matteo Renzi tra pochi mesi l’Italia avrà un sistema di governo forte come mai nella sua storia; e dunque, sarebbe davvero difficilissimo, per una associazione degli industriali spaccata, confrontarsi alla pari con Palazzo Chigi e dintorni.