Per la prima volta, i partner sociali dei paesi candidati sono stati invitati a partecipare al Comitato del Dialogo sociale (Cds), che oggi a Bruxelles, nel quadro di una concertazione europea, discuterà della preparazione del vertice di Barcellona e farà il punto sul lavoro dei partner sociali europei sulla formazione continua. Per quel che riguarda l’allargamento, il Cds procederà ad un giro di tavolo sull’implicazione dei partner sociali dei paesi candidati alla strategia di pre-adesione in vista dell’allargamento. L’apertura dei mercati e l’adozione di regole comuni tese a migliorare le politiche economiche dei Paesi dell’Ue non sono comunque gli unici obiettivi dell’Unione Europea, che ha come fine principale quello di creare migliori condizioni di vita per i suoi cittadini. Il presidente della Commissione europea Romano Prodi non ha esitato a ricordare come l’Europa debba lottare per garantire un posto ”dove la vita è meno dura per tutti e soprattutto per i più deboli”. ”Se le differenze di reddito – ha spiegato ancora – aumentano in modo selvaggio anche nell’Europa continentale dove pure avevamo ben altre tradizioni; se la rincorsa è solo a smantellare il Welfare; se non riusciamo a capire l’importanza della protezione dell’ambiente, allora il modello europeo diventa una predica astratta”. Prodi ha fatto quindi un richiamo al modello americano, considerandolo, negli ultimi anni troppo dominante a scapito di un concetto di solidarietà sociale, tratto caratteristico dei Paesi europei rispetto a quelli nord americani. ”Competitività e protezione sociale – ha concluso – non si escludono a vicenda: anzi esse si rinforzano a vicenda”.
Il patto di stabilità ”concentra le sue attenzioni sul breve termine”, ma il problema che si pone ora all’Europa ”è la sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche minacciate dall’invecchiamento demografico”. Per questa ragione la Commissione Europea proporrà presto un codice di condotta per le politiche economiche nazionali, con l’obiettivo di realizzare nel più breve tempo possibile un coordinamento delle politiche per confermare la ritrovata stabilità macroeconomica e promuovere la crescita.
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