I problemi di crescita economica sono dovuti anche alla sempre maggiore marginalizzazione dei giovani, sia per la mancanza di occupazione stabile sia perche’ troppo spesso sottopagati. Lo ha affermato il Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, intervenendo a un seminario a porte chiuse sulla sussidiarieta’ . Il governatore ha inoltre sottolineato che e’ necessario riequilibrare il mercato del lavoro, ‘’riducendone il grado di segmentazione e la divisione in settori protetti e non protetti”. Occorre dunque intervenire ‘’sulla regolamentazione delle diverse tipologie contrattuali ed estendere la copertura degli istituti assicurativi”. Inoltre occorre dotare i giovani di maggiore sicurezza economica: ‘’le prospettive di reddito per i giovani oggi sono piu’ che mai incerte -ha sottolineato- si stanno cosi’ sprecando risorse preziose e stiamo mettendo a repentaglio non solo il loro futuro ma quello del paese intero”. Del resto, e’ noto che in Italia ormai la famiglia svolge il ruolo di ammortizzatore sociale nei confronti dei ragazzi inoccupati o occupati in modo precario e sottoretribuito, che riescono a ‘’sopravvivere” solo grazie al sostegno dei genitori; tuttavia, nota il governatore, nel 2009, il tasso di occupazione dei figli conviventi è sceso di 2,9 punti a fronte di un calo di 0,7 punti tra i capifamiglia e i loro coniugi. In altre parole: i figli conviventi sempre piu’ vengono mantenuti dai genitori, che continuano a lavorare. “La struttura dell’occupazione e gli strumenti di sostegno esistenti tendono a favorire le persone meno giovani o già occupate”, nota infatti Draghi; quanto alla caduta dell’occupazione, poi, “ha interessato in prevalenza i figli conviventi e i nuclei familiari plurireddito”. La Banca d’Italia ha stimato che tra il 2007 e il 2010 il reddito equivalente, ovvero corretto per tenere conto della diversa composizione familiare, sarebbe diminuito in media dell’1,5%. Negli ultimi 15 anni si sono moltiplicate le forme contrattuali atipiche. La maggiore probabilità di accesso al primo impiego per “coorti di giovani sempre più istruite e di dimensioni più contenute rispetto a quelle del baby boom, nota Draghi, é stata però controbilanciata dal rallentamento della crescita economica e della produttività. Ciò ha peggiorato le prospettive retributive, reso più discontinue le condizioni di primo impiego e allungato i tempi di transizione verso forme di lavoro più stabili. Draghi propone quindi di assicurare “condizioni di partenza meno diseguali ai giovani che si affacciano alla vita adulta: può essere utile considerare strumenti redistributivi della ricchezza oltre che del reddito”. Una dotazione di capitale all’inizio della vita adulta può aiutare ciascun individuo “ad avviare un attività economica, meglio di un sostegno corrente di reddito spalmato su più anni”.Senza l’apporto dei giovani, afferma il governatore, l’Italia non potra’ superare i propri problemi di mancata crescita; tuttavia, occorre anche altro, e il governatore ribadisce infatti la necessita’ di riforme strutturali, la rimozione dei vincoli e restrizioni alla concorrenza e all’attivita’ economia, la definizione di un contesto istituzionale piu’ favorevole per l’attivita’ delle imprese, la promozione di una maggiore accumulazione di capitale fisico e di capitale umano.