E’ guerra nella maggioranza sull’agenzia delle Entrate. Dopo lo sfogo della direttrice Rossella Orlandi, che nel corso del convegno organizzato dalla Cgil giovedì scorso aveva denunciato le difficolta’ dell’Agenzia, affermando che ‘’ormai si regge solo sulla buona volonta’ dei dipendenti’’, la prima risposta del governo e’ arrivata dal sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti, che ha sparato a palle incatenate sulla Orlandi chiedendo addirittura le sue dimissioni: “Se Orlandi continua ad esternare il suo malessere e a dire che l`Agenzia muore, le dimissioni diventano inevitabili”, ha dichiarato Zanetti in una intervista a Repubblica.
“Le parole della Orlandi, sempre che non le smentisca o le ridimensioni, sono incompatibili con qualsiasi ipotesi di leale collaborazione col governo che l`ha nominata”, ha insistito il sottosegretario nonché segretario di Scelta Civica, aggiungendo: “Il direttore dell`Agenzia delle Entrate non è il ministro delle Finanze. La politica fiscale la fa il governo. L`Agenzia deve fare i controlli, non decidere quali. È una voce che ascoltiamo, per carità. Ma non sempre condividiamo. E quando si sceglie una linea, il direttore si adegua ed esegue. Zitti e pedalare. Altrimenti è libero di andare da un`altra parte”.
Alla presa di posizione di Zanetti sono immediatamente seguite le critiche della sinistra Pd, di Sel, del Movimento 5 stelle e dei sindacati. Ma il sottosegretario ha ribadito la sua posizione: “Ho fatto imbestialire l’intera sinistra. Ora non ho più dubbi di essere nel giusto. Non che ne avessi molti prima”, ha scritto su Facebook. A smentire il sottosegretario e’ però sceso in campo proprio il ministero del Tesoro, confermando la totale fiducia nel direttore delle Entrate e annunciando l’impegno per rafforzare la struttura: “Nel contesto di immutata stima nel direttore Orlandi – afferma il Tesoro in una nota- questo ministero è impegnato nell’attività di rafforzamento organizzativo e operativo dell’Agenzia delle entrate, anche grazie al contributo delle valutazioni chieste a Fmi e Ocse in merito a modelli efficaci nella realizzazione di un rapporto cooperativo tra contribuente e amministrazione fiscale secondo le migliori pratiche che emergono dalla comparazione internazionale”. E ancora: l’Agenzia delle entrate “svolge un ruolo cruciale” nella lotta all’evasione fiscale, e “le competenze maturate e consolidate dal personale e dalla dirigenza costituiscono un patrimonio che il governo intende salvaguardare”. Com’e’ noto, alla base dell’allarme lanciato dalla Orlandi c’e’ la questione degli oltre 700 dirigenti ”decaduti” in seguito a una sentenza della Consulta, molti dei quali stanno lasciando l’Agenzia per approdare a incarichi nel privato.
“Lo spirito di dedizione – aggiunge il Tesoro – e l’esecuzione dei doveri d’ufficio lontano dai riflettori che il personale ha mostrato in tante occasioni deve continuare a essere di esempio per chiunque operi al servizio del cittadino e dell’interesse pubblico”. Dal ministero dell’Economia arriva però anche una sorta di ‘’autodifesa”, che risponde a chi, in queste ore, accusa l’esecutivo di favorire l’evasione proprio attraverso un indebolimento dell’Agenzia. Nella nota di Via XX settembre si legge infatti che ‘’il contrasto all’evasione fiscale è una priorità del governo, indispensabile per recuperare risorse finanziarie utili a ridurre il livello medio dell’imposizione fiscale”. Secondo il ministero dell’Economia, l’esecutivo “ha cambiato alla radice il modo di contrastare l’evasione fiscale” e l’Agenzia delle entrate “sta dando attuazione al nuovo modello che incentiva gli adempimenti spontanei”. “Le misure specifiche e le novità introdotte nei 20 mesi di azione del governo –conclude la nota- sono numerose e pressochè ignorate dal dibattito pubblico: attuazione della delega fiscale, incrocio delle banche dati, dichiarazione dei redditi online precompilata, fatturazione elettronica, reverse charge e split payment, accordi bilaterali, accordi multilaterali, voluntary disclosure”.
Ma la cosa non finisce qui. In seguito alla presa di posizione del Tesoro arriva la controreplica di Zanetti, che chiede “un incontro politico dirimente e chiarificatore” con il presidente del Consiglio e il ministro dell’Economia.
“Prendo atto – scrive in una nota Zanetti – del comunicato del MEF in cui si afferma: ‘nel contesto di immutata stima nel direttore Rossella Orlandi, questo Ministero è impegnato nell’attività di rafforzamento organizzativo e operativo dell’Agenzia delle Entrate’. Poiché però il direttore immutatamente stimato ancora la scorsa settimana era in giro per convegni a dire che invece l’agenzia la stiamo facendo morire, non che la stiamo rafforzando, tutto ripreso da svariati giornali e mai smentito, Scelta Civica chiede al Ministro Padoan e al Presidente del Consiglio Renzi un incontro politico dirimente e chiarificatore non appena il Presidente Renzi sarà rientrato dagli impegni all’estero”.
“Vogliamo capire – prosegue Zanetti – se siamo il governo che sta facendo i trattati internazionali contro i paradisi fiscali, che sta potenziando i controlli incrociati dei dati, che ha introdotto il reato di autoriciclaggio e che sta per l’appunto lavorando al rafforzamento organizzativo dell’agenzia nel rispetto delle norme sul pubblico impiego, oppure se siamo il governo che sta facendo morire le agenzie fiscali”.
La guerra dell’Agenzia, dunque, e’ solo alle prime battute.