Arriva la soluzione della Fiom per la partecipazione dei lavoratori ex Alcoa, oggi passata alla SiderAlloys. Nell’incontro del 3 maggio, la Fiom aveva affermato che la proposta di destinare il 5% delle azioni alla costituenda associazione dei lavoratori ex-Alcoa, avanzata dal ministro dello sviluppo Carlo Calenda, non trovava una contrarietà di principio. Tuttavia, la Fiom aveva avanzato una proposta diversa che consentisse, attraverso una funzione negoziale del sindacato, di introdurre una figura di sorveglianza, eletta da tutti i lavoratori, riservandosi di specificarla meglio. E oggi, il documento con la proposta completa e’ stato inviato al Mise. Se ne occupera’ tuttavia il prossimo ministro, che tra breve sostituira’ l’uscente Carlo Calenda, dopo l’insediamento del governo Salvini-Di Maio.
In estrema sintesi, la Fiom osserva che tra i diversi modelli di amministrazione e controllo contemplati dalla disciplina sulle società per azioni dal nostro ordinamento, quello che a suo avviso più corrisponde all’ispirazione di fondo dello stesso art. 46 della Costituzione che “riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare alla gestione delle aziende”, è il cosiddetto sistema duale, caratterizzato dalla presenza del Consiglio di sorveglianza che assomma in sé alcune competenze dell’assemblea e del collegio sindacale, distinte dalle competenze esclusive di gestione affidate al Consiglio di amministrazione.
Tenendo conto dell’attuale assetto societario di Sider Alloys Italia, sottoposta in quanto società per azioni ad un regime di amministrazione e controllo di tipo tradizionale, afferma la Fiom, dovrà essere compito delle parti definire le necessarie modifiche statutarie al fine di passare dall’attuale modello a quello dualistico. Tale modifica determinerebbe così l’introduzione del Consiglio di sorveglianza e la conseguente possibilità di prevedere – sulla base di intese pattizie assunte da parte della società e delle organizzazioni sindacali – l’impegno che nel predetto organo siano designati rappresentanti eletti da tutti i lavoratori e le lavoratrici, i quali avranno il compito di esaminare ed esprimere preventivamente il proprio parere sui piani strategici industriali, organizzativi, finanziari e occupazionali, di vigilare sulla corretta amministrazione e sul generale andamento della gestione.
Un modello di co-determinazione in grado cioè di incidere sulle strategie d’impresa e attraverso il quale è possibile esercitare un controllo in termini di informazione e consultazione. Tale impostazione, a fronte dei tempi previsti dal piano industriale che ci è stato in linea generale presentato, di riassetto organizzativo dello stabilimento, di avvio produttivo e di graduale riassorbimento dell’occupazione, permette inoltre di decidere e governare questo processo partecipativo in modo opportuno, una volta verificate le condizioni di stabilità produttiva e occupazionale che allo stato attuale sono ancora tutte da concretizzare e verificare.
“Questa nostra ipotesi – si legge nel documento della Fiom- non confligge con l’idea di costituire un’Associazione dei lavoratori alla quale poter riconoscere una partecipazione azionaria senza fini di lucro e con funzioni sociali, e che quindi a nostro avviso può coesistere con il Consiglio di sorveglianza, fatta salva l’inderogabile distinzione di ruoli ad essa attribuiti rispetto all’esercizio precipuo del sindacato e dei suoi rappresentanti aziendali. Circa il riconoscimento del 5% del capitale della società all’Associazione, restano comunque perplessità da sciogliere in relazione all’effettiva possibilità di attribuire risorse pubbliche ad Associazioni così come sono prefigurate nel caso in questione. Sull’insieme delle questioni sommariamente indicate -conclude il testo- la Fiom e la Cgil si rendono naturalmente disponibili ad un confronto di merito per individuare le soluzioni più adeguate e condivise”