“La situazione in cui versa attualmente lo stabilimento siderurgico di Taranto era già prevedibile. Infatti, era del tutto evidente che la cattiva gestione degli impianti e le conseguenti problematiche ambientali avrebbero portato all’attuale situazione di criticità che rischia di diventare irreversibile sia per la continuità produttiva che per il processo di transizione ecologica”. Lo dichiara in una nota Francesco Brigati, segretario generale della Fiom-Cgil Taranto, annunciando per lunedì prossimo una manifestazione nella città pugliese.
“Durante gli incontri a Palazzo Chigi abbiamo più volte evidenziato la necessità di far intervenire la gestione commissariale di Ilva in AS per verificare le condizioni degli impianti a salvaguardia degli stessi – dice – abbiamo sempre denunciato, secondo quanto previsto dal contratto di aggiudicazione del giugno del 2017, una inadeguata attività manutentiva ordinaria e straordinaria tanto da arrivare ad una produzione ridotta ai minimi termini che ha causato anche il fermo di molti impianti. Questa è una fase complicatissima e non possiamo rischiare di determinare la chiusura della fabbrica con ripercussioni pesantissime dal punto di vista ambientale, occupazionale ed economico per i lavoratori e il territorio ionico. E’ giunto il tempo che i commissari straordinari, in quanto unici proprietari degli impianti, garantiscano la continuità produttiva attraverso il controllo e la verifica del corretto funzionamento degli impianti prima che il Governo prenda una decisione definitiva sulla vertenza ex Ilva. Crediamo che debbano essere quantificati i danni causati dalla multinazionale franco indiana rendendo consultabili le verifiche in discontinuità con quanto emerso in passato che ha determinato un mancato confronto con le parti sociali”.
Secondo la Fiom di Taranto è “positiva la decisione del governo di far intervenire i commissari di Ilva in A.S. disponendo una loro visita ispettiva, soprattutto in una fase di assoluta confusione che si vive all’interno della fabbrica. Anche per queste ragioni manifesteremo il prossimo 29 gennaio, per impedire che Arcelor Mittal possa eliminare un proprio competitor. Senza lavoratori non ci sarà nessuna transizione ecologica e sopratutto rischieremmo un disastro sociale e ambientale che il territorio ionico non può di certo permettersi”.
e.m.