Oltre 6.000 persone tra lavoratori dell’ex-Ilva, sindacati e imprenditori stanno sfilando da questa mattina intorno al perimetro dello stabilimento di Taranto per una manifestazione promossa da Fim, Fiom, Uilm e Usb, con l’adesione di Ugl Metalmeccanici, altri sindacati di categoria e le associazioni Aigi, Casartigiani e Confapi Industria, per sollecitare il governo ad adottare iniziative urgenti per scongiurare la chiusura dell’ex Ilva.
“La vertenza ex Ilva – sottolineano le sigle metalmeccaniche – è ad un punto di svolta decisivo nell’ambito dei confronti, conquistati dalle lotte dei lavoratori, in sede governativa. Tuttavia, c’è il rischio molto concreto di chiusura dello stabilimento per una volontà ben precisa dell’amministratore delegato, espressione di fatto di ArcelorMittal”. Fim, Fiom, Uilm e Usb spiegano di aver appreso che l’unico altoforno attualmente in marcia, già ridotta, il numero 4, “si sta avviando ad un ulteriore abbassamento della carica e si stanno adoperando anche alla fermata delle batterie 7- 8 determinando di fatto la chiusura definitiva della fabbrica”.
Le organizzazioni sindacali chiedono, nell’iter di conversione dell’ultimo decreto che riguarda l’ex Ilva, di “trovare le opportune garanzie a tutela dei lavoratori e dei crediti delle imprese” per la “salvaguardia ambientale, occupazionale e industriale”.
In corteo ci sono i lavoratori diretti, in cassa integrazione e del mondo degli appalti. “La massiccia adesione dei lavoratori alla mobilitazione di questa mattina – dice il segretario nazionale della Fim-Cisl, Valerio D’Alò – deve essere il segnale per il governo di comprendere che i passi che si faranno per salvare l’ex-Ilva dovranno tenere in debita considerazione e tutelare tutti lavoratori diretti e delle imprese, sia come ammortizzatori sociali, sia come tutela delle imprese stesse che devono essere aiutate nel poter traguardare una seconda eventuale insinuazione al passivo qualora il percorso sarà quello dell’amministrazione straordinaria. Bisognerà fare presto e bene – sottolinea D’Alò – per risolvere tutti i nodi che tengono bloccato il rilancio di tutti i siti del gruppo ex-Ilva, non solo di Taranto ma di tutto il Paese.”
“Quella di oggi è una straordinaria giornata di mobilitazione che parla a tutto il Paese”, aggiunge il coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil, Loris Scarpa. “Sono giorni cruciali per l’ex Ilva. Ci aspettiamo la convocazione in queste ore da parte di Palazzo Chigi, in quanto occorre agire immediatamente. Il rilancio produttivo di Taranto e gli investimenti per la transizione ecologica sono indispensabili per salvaguardare l’occupazione e l’ambiente”.
“È necessario archiviare immediatamente la stagione di Arcelor Mittal e affrontare il futuro, che non può passare per il fermo degli impianti e la collocazione in cassa integrazione dei lavoratori. L’acciaio e la decarbonizzazione si fanno con le persone che lavorano, tutelando la salute e l’ambiente”.
“Come Fiom-Cgil – conclude Scarpa – ribadiamo la necessità della salita del capitale pubblico e del controllo da parte dello Stato della più grande acciaieria d’Europa. Senza acciaio non c’è futuro industriale per il nostro Paese”.
e.m.