Nella mattinata di oggi, 3 febbraio, i gruppi FCA e CNHI hanno comunicato ai sindacati firmatari dell’accordo del 7 luglio 2015 i risultati per tutti gli stabilimenti italiani del premio di efficienza 2015. Con il nuovo accordo sarà erogato un premio di efficienza, che si aggiunge alla parte fissa del premio di redditività pari a 330 euro già erogata nel 2015, che aumenterà il salario annuo in FCA “intorno a +1.320 €. Con situazione di punta del 7,20% di Pomigliano – si legge in una nota della Fim-cisl – In CNHI l’incremento è mediamente di 825€ (3,75%). Portando l’incremento del 2015 a 1155 euro. Il dato medio sul premio di efficienza in FCA, invece, è pari +4,5%.”
“Non era accettabile che a tassi d’inflazioni vicino allo zero gli aumenti salariali – spiega il segretario generale della Fim-Cisl, Ferdinando Uliano – anche se in paga base, fossero praticamente pari allo zero. Si sono cercate strade nuove, un sistema contrattuale per il gruppo FCA e CNHI in grado di introdurre un sistema salariale capace di erogare importi salariali più consistenti collegandoli all’andamento aziendale”
Per il Segretario generale della Fim Cisl Marco Bentivogli: “abbiamo smontato i due falsi miti che hanno sempre spiegato che per difendere la manifattura in una economia matura come la nostra era necessario ridurre i salari e deteriorare le condizioni di lavoro. La vicenda FCA e CNHI dimostra che le condizioni di lavoro sono migliorate e possono migliorare ancora e i salari sono incrementati”.
“Con buste paga più pesanti – dichiara il segretario generale della Uilm, Antonio Spera – i dipendenti Fca e Cnhi hanno un riscontro concreto della validità della nuova politica retributiva introdotta con l’accordo dello scorso luglio: efficienza e produttività significano competitività e crescita, a partire da quella dei salari. Prossima tappa del percorso di rilancio e crescita – conclude Spera – sarà l’incontro di marzo con l’ad Sergio Marchionne, nel quale discuteremo delle prospettive e degli investimenti futuri”.
Non è dello stesso avviso la Fiom-Cigl, esclusa dall’accordo di luglio 2015, che sottolinea come i dati forniti sono delle medie che non coincidono con quello che i lavoratori percepiranno realmente dato che l’elemento retributivo varia da stabilimento a stabilimento.
“La Fiom ha più volte chiesto alla direzione del gruppo – dichiara il responsabile automotive della Fiom-Cgil, Michele De Palma – un aumento sui minimi tabellari per garantire ai lavoratori ex-Fiat una paga base uguale agli altri metalmeccanici cui si applica il Contratto nazionale. Questo perché il mancato aumento dei minimi tabellari ha determinato una perdita per i lavoratori di Fca e Cnhi di circa 75 euro lordi al mese pari a 975 euro e penalizza i lavoratori perché la retribuzione del premio non incide sugli istituti contrattuali o di legge (ferie, permessi, tredicesima, Tfr, ecc).”
“Per questo la Fiom insiste perché si apra un confronto tra l’azienda e tutte le organizzazioni sindacali sia a livello nazionale che di stabilimento. I lavoratori di Fca e Cnhi hanno bisogno di untavolo negoziale unitario che parta dal riconoscimento degli aumenti salariali in paga base, anche perché il rinvio del lancio dei nuovi modelli e il perdurare della Cassa integrazione in alcuni stabilimenti inciderà negativamente sul premio, mentre il taglio delle pause, l’aumento dei carichi, dei ritmi e delle saturazioni garantisce all’azienda di risparmiare sul costo del lavoro.”