La Fim Cisl e la Uilm Uil, al “fine di far prevalere il buon senso tra un giusto equilibrio che miri alla preservazione del lavoro e all’ecosostenibilità della produzione dell’acciaio all’Ilva di Taranto, hanno proclamato due giorni di sciopero per le giornate del 27 e 28 settembre di 8 ore per i secondi turni, con il presidio su via Appia.
“L’eventuale fermo totale della produzione per l’Ilva di Taranto – si legge – significherebbe lasciare senza prospettiva e lavoro centinaia di lavoratori e le loro famiglie, occorre per questo trovare una convergenza tra le istanze del rispetto ambientale, il diritto dei cittadini alla salute e l’attività produttiva”.
Auspichiamo come Fim Cisl che si “faccia, specie in questo periodo, un esercizio collettivo di responsabilità per cercare di salvaguardare i livelli occupazionali ed evitare che in quest’area del Mezzogiorno già pesantemente colpita da livelli di disoccupazione altissimi, venga travolta da un vero e proprio disastro occupazionale”.
“Riteniamo anche – si legge in una nota – che sia oramai scaduta la fase degli annunci e delle risposte palliative agli obiettivi di ambientalizzazione e di salvaguardia occupazionale e che la gran parte degli interventi, anche attraverso una loro periodizzazione, possano essere compatibili con l’attività produttiva, bisogna per questo arrivare al più presto al rilascio dell’aggiornamento dell’AIA, affinché il quadro degli interventi da implementare sia definitivo”.
“Alcuni- conclude – strumentalmente pensano erroneamente che la nostra controparte sia la Magistratura. Noi non abbiamo mai contrastato, né messo in discussione le prerogative della Magistratura, anzi, abbiamo sempre considerato un valore la sua autonomia, ma
riteniamo necessario tener conto, anche dei riflessi sociali che può eventualmente determinare, a tal proposito la Fim Cisl ha chiesto un incontro urgente alla procura di Taranto per manifestare le proprie preoccupazioni relative alla salvaguardia occupazionale”.
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