“Ciò che rende paradossale la vicenda dell’acciaieria di Terni è che, a differenza di molti altri casi attuali, non si tratta di un’Azienda in crisi nel senso corrente del termine.” Lo denunciano Rosario Rappa, segretario nazionale Fiom-Cgil responsabile per la siderurgia, e Gianni Venturi, coordinatore nazionale siderurgia. “L’Acciaieria di Terni – sostengono – costituisce in sé un punto di eccellenza industriale. Inoltre, la domanda di acciai speciali, da essa prodotti, tiene.”
“Le difficoltà attuali – denunciano – nascono dal fatto che le strategie di multinazionali quali la tedesca ThyssenKrupp e la finlandese Outokumpu, anche nell’ambito della complessa regolazione antitrust di cui si è dotata l’Unione Europea, non contemplano l’impiego della stessa acciaieria di Terni.”
“Il fatto – aggiungono – è che, nella crisi globale, un grande paese manifatturiero come l’Italia non può sopravvivere a spinte e controspinte esterne senza tornare a dotarsi di una sua propria politica industriale efficace e credibile.”
“E’ quindi – concludono – necessario aprire con urgenza una riflessione che sia capace di pensare in modo esplicito anche a nuove forme di intervento pubblico.” (LF)
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