Al 31 dicembre 2001 l’Italia ha utilizzato circa il 93% dei 15 miliardi di euro stanziati dall’Ue tramite i Fondi strutturali europei in favore delle regioni del Mezzogiorno per il 1994-1999, la cui attuazione scadeva al 31 dicembre 2001.
Tuttavia, ai fondi 1994-1999 potranno fare ancora ricorso otto programmi regionali per i quali Bruxelles ha autorizzato – causa catastrofi naturali – la proroga dei pagamenti fino al 30 settembre 2002. Oltre a quella data i fondi inutilizzati verranno persi.
Lo ha annunciato il commissario europeo per la politica regionale Michel Barnier alla vigilia del suo viaggio a Bari dove domani visiterà i progetti ‘Sarastro’ e del ‘Laboratorio per la difesa delle coste’, realizzati con il cofinanziamento di Fondi Ue. Giovedì invece, Barnier avrà un incontro, da lui stesso definito ‘eccezionale’ con i presidenti delle sette regioni del Mezzogiorno che beneficiono dei contributi Ue per le regioni in ritardo economico (obiettivo 1), presenti il ministro dell’economia Giulio Tremonti e il viceministro Gianfranco Miccichè.
Sui dati relativi ai fondi strutturali 1994-1999, Barnier ha tenuto a precisare che si tratta di cifre provvisorie, in attesa delle certificazioni a settembre.
“Probabilmente – ha precisato il commissario – ci sarà una piccola parte dei crediti che non saranno saldati o impegnati per diverse ragioni: da problemi tecnici a quelli giudiziari.
Rispetto comunque alle cifre che erano state lanciate in passato – ha aggiunto – oggi si può dire che sulla base dei dati a disposizione, siamo in una proporzione molto limitata”.
Barnier ha poi espresso “soddisfazione” per come stanno andando le cose sul nuovo periodo di programmazione dei Fondi strutturali Ue 2000-2006. “Il programma attuale è molto importante – ha spiegato – in quanto l’Italia è il secondo beneficiario dei fondi per l’obiettivo 1 in Europa dopo la Spagna, con 23,9 miliardi di euro”.
In questo ambito, Barnier ha tenuto a ricordare che i negoziati con il Governo italiano e con le Regioni “è stato molto costruttivo e solido: abbiamo ricevuto – ha detto – dei programmi coerenti con strategie assai chiarie, in particolare sulla concorrenza e lo sviluppo stenibile, e ho osservato che in ogni Regione è stato rafforzato il partenariato che noi auspicavamo tra settori pubblico, privato e associazioni”.
Globalmente quindi, per la nuova programmazione 2000-2006, da Bruxelles giunge «un giudizio positivo per le condizione alle quali questi nuovi programmi sono stati messi in opera e per una certa rottura rispetto al passato». Restano comunque, ha concluso, “dei punti da migliorare, rimanendo vigilanti in materia di controlli sulle procedure di impegno e di pagamento dei crediti”. In base all’accordo preso nel 1999 dal vertice europeo di Berlino infatti, un progetto per cui i crediti sono stati impegnati deve essere attuato al più tardi due anni dopo l’impegno preso, altrimenti i crediti verranno persi.
Barnier auspica quindi “che il personale destinato a gestire questi programmi sia sostenuto e rafforzato”.
Dal quadro degli utilizzi dei Fondi strutturali 1994-1999 nelle regioni in ritardo economico del Mezzogiorno (obiettivo 1) emerge un utilizzo del 92,73% dei fondi al 31 dicembre 2001, data di scadenza della programmazione. I dati definitivi si conosceranno a settembre per tener conto di alcune proroghe accordate da Bruxelles in seguito a catastrofi naturali. I finanziamenti non utilizzati oltre quella data verranno persi.
Delle sette regioni beneficiarie del Mezzogiorno, Abruzzo, Basilicata e Calabria hanno utilizzato al 31 dicembre 2001 oltre il 100% dei finanziamenti messi a disposizione dall’Ue per i loro programmi operativi plurifondo (Pop). Per Campania, Sicilia, Sardegna e Molise la percentuale di utilizzi dei relativi ‘Pop’ varia dal 91 a oltre il 98%, mentre ‘fanalino di codà resta la Puglia con il 78,79% degli utilizzi e quindi il maggior rischio di perdere stanziamenti Ue per il 1994-1999.
Preoccupante appare il livello di attuazione dei pagamenti di alcuni programmi operativi specifici e sovvenzioni globali che, pur di minor importanza, rientrano negli interventi strutturali 1994-1999 per il Mezzogiorno. È il caso, per la Campania, del programma operativo Pianura (14,8% di pagamenti effettuati) e delle sovvenzioni globali per la zootecnia (7,6%) e per la Banca Provincia di Napoli, che pur migliorando la sua posizione, restano al 66,77%. In Puglia, dei fondi per le aree di crisi di Brindisi (25,5%) e di Taranto che comunque hanno registrato un forte passo in avanti, raggiungendo il 60,89%. In Sicilia, migliora fortemente il livello dei finanziamenti per le aree di crisi di Siracusa e di Gela che salgono rispettivamente al 64,49% e all’81,46%. I restanti programmi operativi specifici si avvicinano o superano il 90% rispetto all’attuazione complessiva dei fondi. In alcuni casi, come per il Porto di Di Gioia Tauro in Calabria, o l’area di crisi di Manfredonia in Puglia, i finanziamenti sono stati utilizzati oltre il 100%.
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