“Dai dati Ocse di qualche giorno fa è venuta l`ennesima conferma: sugli investimenti in istruzione e formazione, che hanno un enorme valore strategico, l`Italia è ancora troppo indietro”. Lo dichiarano in una nota congiunta la leader della Cisl, Annamaria Furlan, e quella della categoria della suola, Lena Gissi.
“E’ vero che il dato si riferisce al 2014 – aggiungono – ma lo scarto rispetto al volume di spesa degli altri Paesi non è di poca consistenza, in termini complessivi e nel dettaglio del costo per alunno nei diversi gradi di istruzione: difficile credere che sia stato nel frattempo colmato. Penso sia anche giusto rilevare alcuni aspetti positivi, come l`alto tasso di frequenza nella scuola dell`infanzia, dove siamo nettamente sopra la media. Del resto, che la scuola italiana sia un esempio di accoglienza ce lo ha detto in questi giorni il Commissario per i diritti umani del consiglio d`Europa, Nils Muiznieks, in un rapporto sull`integrazione delle alunne e degli alunni con disabilità. Un grande merito che va riconosciuto prima di tutto a quanti lavorano nella scuola con impegno e dedizione, nonostante lo facciano con minore riconoscimento, anche retributivo, rispetto ai colleghi degli altri paesi. Lo diciamo da tempo – concludono – e i dati Ocse confermano che siamo nel giusto quando chiediamo scelte più decise di investimento in conoscenza. Quello di avere una scuola di eccellenza e personale retribuito in modo adeguato, rientra in un`ottica di interesse generale e deve essere davvero messo coerentemente tra le priorità dal Governo in vista della predisposizione della legge di stabilità”.
A.P.