“Tolleranza zero verso quei pochi che gettano discredito sui tanti che lavorano onestamente. La corruzione la prendiamo per le corna per mettere fuori chi getta discredito sulla casa della cooperazione». Così il presidente di Confcooperative Maurizio Gardini, aprendo i lavori del convegno dedicato a “La funzione sociale della cooperazione: tra economia e legalità”, ha ribadito la differenza tra cooperative sane e ‘’malate’’: tema quanto mai delicato alla luce degli scandali che hanno coinvolto anche aziende del settore. Non a caso, tra i relatori al convegno spiccava la presenza del presidente dell’autorità anticorruzione Raffaele Cantone: un segnale preciso che punta a distinguere il mondo sano della cooperazione da quel ‘’mondo di sotto’’ che tra qualche giorno, a Roma, andrà alla sbarra nel processo Mafia Capitale. Intervenendo al convegno, Cantone ha infatti sottolineato che le cooperative “guardano alle persone prima che al profitto perché sono promotrici di economia sociale. Le inchieste giudiziarie hanno risvegliato attacchi strumentali in chi da tempo voleva colpire la cooperazione”. Inchieste che, ricorda Gardini, hanno peraltro coinvolto meno di 1/1000 tra le cooperative attive in Italia: ‘’le inchieste hanno suscitato un turbamento drammatico nel movimento cooperativo e scatenato attacchi di forze politiche e di interessi economici ostili pronti a strumentalizzare. Ma tutte le cooperative coinvolte in questi casi sono meno di una su mille”. Per poche che siano, comunque, sono sempre troppe: e dunque, insiste Gardini, “vogliamo rinnovare gli anticorpi, alzare le difese immunitarie: per questo abbiamo avviato la straordinaria collaborazione con magistratura, Anac e Governo”.
A sua volta, il ministro alle Infrastrutture Graziano Delrio, ha affermato che “ le cooperative sono generatrici di fiducia, sono le imprese del bene comune che devono lavorare per insegnare valori e costruire reti tra persone sul territorio”. Dello stesso tenore l’intervento del sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, che ha richiamato la necessità di “rafforzare gli anticorpi per isolare il malaffare, prima che diventi un’epidemia”.
Gardini, nel suo intervento, ha ricordato che le cooperative nella crisi hanno dato un contributo prezioso alle reti sociali ed economiche del paese: “da noi il motto è un utile in meno ma un occupato in più. Con il governo e la magistratura – ha aggiunto- lavoreremo per rivedere regole e norme che possano alzare gli anticorpi contro la corruzione”. Il sistema coop, ha proseguito, e’ riconosciuto dall’art 45 della Costituzione, che ne afferma la funzione sociale: ‘’Noi vogliamo rappresentare solo le cooperative della Costituzione. Le altre le combattiamo”. Nei 7 anni della crisi, questa funzione sociale e’ stata confermata in pieno: “ a differenza delle imprese di capitali, le coop hanno salvaguardato l’occupazione preesistente e l’hanno incrementata, tutelando le reti sociali ed economiche sul territorio. È stato frutto di una scelta, ma anche effetto della logica gestionale diversa delle cooperative. Non è stato indolore: è costato una massiccia riduzione della redditività”.
Sulla legalita’, insomma, “la cooperazione non si acquatta in attesa che passi la tempesta, ma gioca in campo aperto, proponendosi come forza di legalità e costruttrice di senso civico. Vogliamo partecipare da protagonisti a estirpare corruzione ed evasione”. E non sono solo parole: Gardini ricorda il protocollo di legalità stipulato come Alleanza delle Cooperative Italiane con il Ministero dell’Interno, e la raccolta 100.000 firme per la proposta di legge di iniziativa popolare per il contrasto alle false cooperative, che sara’ presentata alla Camera giovedi. Ma non solo: “Abbiamo invitato le cooperative a bloccare i finanziamenti alla politica, adottato e applicato regole di espulsione o sospensione delle cooperative compromesse. Abbiamo in sostanza alzato il tiro nelle nostre proposte contro la criminalità di impresa (lo sfruttamento del lavoro, l’evasione, il falso in bilancio) e contro la criminalità di mercato”.
E poi c’e’ la questione dei controlli, sui quali Gardini ha chiesto ‘’maggiore chiarezza’’: “Sui controlli verso le cooperative domina una confusione, volontaria e involontaria. L’impresa cooperativa, come qualunque altra impresa, è oggetto dell’attività ispettiva della Guardia di Finanza, degli ispettori del Lavoro, degli ispettori dell’INPS, o del NAS, o di chi si occupa di contrastare frodi e contraffazioni. La revisione è una delle forme di controllo specifico che si aggiunge e non sostituisce le altre. Nel biennio scorso, sul 100% delle cooperative associate e revisionate, nel 16% delle revisioni la cooperativa è stata diffidata a sanare una o più irregolarità, nel 74% dei casi la cooperativa ha sanato le irregolarità. Per gli altri casi sono stati proposti al Ministero i provvedimenti opportuni. Abbiamo rivolto al Ministero 489 proposte di liquidazione coatta amministrativa e 383 di gestione commissariale, più altri provvedimenti. Dunque, il sistema funziona. Produce sanzioni e commissariamenti. Cosa più importante, incrementa la regolarità”.
Infine, il punto dolentissimo degli appalti. La giungla regolatoria, sottolinea il presidente, scoraggia gli onesti: “Le cooperative sono tuttora vittime delle gare al massimo ribasso, che ci sono anche dove non dovrebbero. Non finiscono mai gli esempi di gare aggiudicate a un prezzo incompatibile con la qualità dei servizi e la remunerazione contrattuale del lavoro”. Gardini ricorda che si è discusso, a partire dai casi di Roma, sul 5% degli appalti riservati alle cooperative sociali e sull’affidamento diretto consentito dalle norme comunitarie alle imprese che occupano persone svantaggiate e disabili: “Percorsi specifici che hanno una ragione d’essere vengono messi in discussione per l’azione di banditi travestiti da cooperatori. L’anomalia non è la norma, ma la corruzione tra politica, imprese e PA”.
Per il futuro, l’obiettivo e’ quello di “ dare alle cooperative italiane un obiettivo più alto di autenticità e di qualità. Ci confrontiamo e agiamo sul terreno delle regole e dei controlli, ma sono decisive le persone: il senso civico, la cultura della legalità e della concorrenza legale, lo stare nel mercato con i propri valori, avere memoria della missione altruistica delle cooperative. Questo si chiama anche educazione cooperativa, ed e’ forse –ha concluso Gardini- ciò in cui dobbiamo investire maggiormente.”