Nel quarto trimestre 2006 nella Ue sono stati rilevati 455 casi di ristrutturazione, che hanno portato alla perdita di 95.661 posti di lavoro e alla creazione di 141.069 nuovi impieghi. E’ quanto emerge da un rapporto della Fondazione di Dublino, che pubblica i dati dell’Osservatorio europeo sulle ristrutturazioni relativi alla fine dello scorso anno, ricordando che nel terzo trimestre erano stati registrati 400 casi, con 91.185 esuberi e la creazione di 117.115 posti di lavoro. Le maggiori perdite si sono verificate in Polonia e Ungheria, rispettivamente nel comparto delle telecomunicazioni e nel pubblico impiego, mentre in Italia il rapporto segnala un calo significativo nel settore bancario, dovuto ai processi di fusione. I maggiori incrementi occupazionali hanno interessato i lavoratori pubblici, al primo posto c’è la Francia con il vasto riordino del settore ospedaliero. Nel periodo in questione, sono stati rilevati due casi di importanza strategica per l’industria europea: la situazione di Volkswagen e quella di Eads. La casa automobilistica ha affrontato una tornata di scioperi, dopo l’annuncio di tagli sul territorio tedesco. Ha deciso quindi di convertire la sua linea inaugurando un processo di espansione industriale anche in altri Stati, che comprende la ristrutturazione del sito di Bruxelles. Il gruppo europeo di difesa e aereospazio, invece, ha incontrato gravi problemi con la filiale Airbus che, a causa dei costi addizionali per il programma del superjumbo A 380, nel 2006 ha determinato la chiusura in negativo dei conti dell’azienda controllante. (Edn)
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