Flessibili, disponibili a cambiare lavoro e a trasferire la propria residenza in un’altra città o paese per necessità lavorativa. Sono tutt’altro che ‘choosy’ i giovani neolaureati italiani: più di uno su due (il 53%) ha un’adattabilità elevata al mercato del lavoro, con punte superiori alla media tra gli uomini (63%), tra gli ingegneri (60%), tra i residenti al Centro-Sud (60%) e tra gli autonomi e i lavoratori non standard (60%). E’ quanto emerge dal rapporto sulla sussidiarietà realizzato dalla Fondazione per la Sussidiarietà.
Dall’indagine, svolta su un campione di 5.750 laureati a distanza di quattro anni dal conseguimento del titolo, emerge anche che chi dimostra maggiore adattabilità al mercato del lavoro guadagna quasi 100 euro al mese più degli altri.
Il rapporto traccia anche l’identikit del giovane neolaureato nei primi approcci al mondo del lavoro. Il 39,6%, ossia la maggioranza del campione, viene inserito nella categoria dei ‘precari in cerca di gloria’: sanno adattarsi alle esigenze del mercato, sono per lo più uomini del Sud e delle isole oppure residenti all’estero, hanno partecipato al programma Erasmus, hanno contratti di lavoro non standard o a tempo determinato, hanno cambiato almeno tre lavori, provengono da famiglie di ceto medio-basso e guadagnano in media 1.265 euro.
Poi viene la categoria degli ‘adattivi ma deboli’, il 34,8% dei neolaureati: hanno elevata adattabilità al mercato del lavoro, sono in prevalenza donne che vivono e lavorano al Nord, lavorano a tempo parziale nel commercio e guadagnano in media 1.212 euro.
Terza categoria è quella delle ‘elites intraprendenti’, il 14,5%: sono più audaci e disposti ad impegnarsi in varie direzioni per ottenere un lavoro di massima soddisfazione, sono per lo più uomini del Nord che arrivano da famiglie di ceto più alto, hanno voti di laurea superiori alla media e guadagnano circa 1.352 euro. Infine ci sono i ‘rassegnati’, l’11,1%: sono i meno flessibili rispetto alle necessità del mercato, sono in prevalenza donne che vivono e lavorano al Nord, hanno contratti di apprendistato e guadagnano in media 1.164 euro al mese, utilizzano poco le competenze acquisite durante gli studi. (LF)