Nonostante la consistente crescita economica, il numero dei disoccupati nel mondo è rimasto ai massimi storici nel 2006. E’ quanto emerge dal rapporto annuale dell’Ilo sulle tendenze globali dell’occupazione. I disoccupati sono 195,2 milioni e corrispondono a un tasso globale del 6,3%. La cifra dei lavoratori poveri nel mondo, cioè chi guadagna meno di 2 dollari al giorno, ha subito un miglioramento soltanto modesto e il numero dei posti di lavoro produttivo è insufficiente per superare la soglia. Il direttore generale dell’Ilo, Juan Somavia, ha spiegato che “anche qualora si dovesse registrare una forte crescita economica per tutto il 2007, rimane forte la preoccupazione sulla prospettiva di creare posti di lavoro”. Negli ultimi 10 anni la crescita economica, aggiunge, si è manifestata più nell’aumento della produttività che nella crescita dell’occupazione. La produttività mondiale è aumentata del 26%, mentre il numero di lavoratori è cresciuto solo del 16,6%. I giovani tra i 15 e i 24 anni rappresentano il 44% della disoccupazione totale, mentre restano intatte le differenze di genere. Nel 2006 il 48,9% delle donne con più di 15 anni aveva un lavoro, rispetto al 49,6% del 1996, mentre per gli uomini la cifra risulta pari al 74% contro il 75,7% del 1996. Il numero degli occupati nei servizi è aumentato dal 39,5% al 40%, superando per la prima volta il settore agricolo, che registra una diminuzione dal 39,7% al 38,7%. L’industria rappresenta il 21,3% del totale dei lavoratori nel mondo. Nel 2006 l’incremento maggiore è stato registrato negli Stati industrializzati e nella Ue, mentre nell’Asia dell’Est il tasso si attesta al 3,6% risultando il più basso nel mondo. Il Medio Oriente e il Nord Africa rimangono le regioni con il più alto tasso di disoccupazione nel mondo, pari al 12,2%, Sempre secondo le stime, dal 2001 al 2006 il numero totale di lavoratori poveri che vive con 1 dollaro al giorno è diminuito in tutte le regioni, ad eccezione dell’Africa sub-sahariana, dove si registra un aumento di circa 14 milioni, e in America Latina, Nord Africa e Medio Oriente, dove la cifra resta immutata. La dignità dell’impiego è l’unico percorso possibile per ridurre la povertà su scala globale, spiega l’Ilo, per questo la comunità internazionale deve “fare in modo che le condizioni economiche favorevoli nella maggior parte del mondo siano tradotte in crescita di lavori dignitosi”.
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