Il mondo delle fabbriche è alla soglia di un cambiamento tanto profondo da essere chiamato ‘quarta rivoluzione industriale’. Un cambiamento che travolge prodotti, servizi e metodologie produttive, e ha al cuore una rottura tecnologica senza precedenti: la fusione tra mondo reale degli impianti industriali e mondo virtuale della cosiddetta Internet of Things, un sistema integrato di dispositivi intercomunicanti e intelligenti che mette in contatto, attraverso la rete, oggetti, persone e luoghi. Secondo i teorici di questo paradigma, che è anche un manifesto culturale, in un futuro ormai prossimo la facoltà di comunicazione tra le macchine, nelle fabbriche, apporterà alle linee di produzione la capacità autodiagnostica di rilevare gli errori e correggerli. La flessibilità dagli impianti sarà tale da personalizzare i prodotti in funzione del singolo cliente. I robot lavoreranno a contatto con l’uomo e da esso apprenderanno in modo naturale. Il flusso di lavoro potrà essere riprodotto in modo virtuale, dunque prima di approntarlo fisicamente in officina, per verificarne il comportamento in astratto e potenziarne le performance. La fabbrica saprà approvvigionarsi di energia senza sprechi e al minor costo possibile, in una parola sarà smart. I prodotti, corredati da microchip e sensori, diverranno sempre più interattivi coi loro utilizzatori.
Con la tecnologia, cambieranno le mansioni e l’istruzione del lavoratore, operaio e tecnico, impiegato o dirigente. Cambieranno le attese e le regole del mondo del lavoro per come oggi lo conosciamo. Perchè le aziende cercano sempre di più un lavoratore creativo, responsabile e coinvolto. Un “operaio aumentato”, lo chiamano gli autori. Che sappia gestire i dati, compiere una pluralità di operazioni, connettersi agli altri: mettendo al servizio del lavoro quelle stesse abilità di “nativo digitale” che utilizza nella vita privata. Attore consapevole.
Annalisa Magone, giornalista, è presidente di Torino Nord Ovest, centro di ricerca che si occupa di imprese, lavoro e innovazione. Tatiana Mazali, sociologa dei media, si occupa di culture digitali, è docente a Ingegneria del conema e dei mezzi di comunicazione del Politecnico di Torino.
Hanno collaborato alla pubblicazione Salvatore Cominu, ricercatore sui temi del lavoro e dello sviluppo, Antonio Sansone, dirigente sindacale, e Giampaolo Vitali, economista industriale.