Rallenta, ma non frena la voglia degli italiani di fare impresa: nel 2011 il saldo è stato di oltre 50 mila aziende in più. “Tra gennaio e dicembre dello scorso anno i registri delle Camere di commercio hanno rilevato la nascita di 391.310 imprese, a fronte delle quali 341.081 hanno cessato l’attività”. È quanto emerge dall’indagine Movimprese, la rilevazione trimestrale sulla natalità e mortalità delle imprese condotta da InfoCamere, presentata oggi dal presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, a Reggio Emilia.
“La crescita dello scorso anno (+0,8%) è più lenta rispetto al 2010 (+1,2%), ma va meglio del triennio 2007-2009 (+0,5% in media)”, spiega l’indagine. A determinare la minore crescita dello stock è stata principalmente la più ridotta dinamica delle aperture (in calo di circa 20 mila unità rispetto al 2010), mentre ha inciso meno l’aumento delle chiusure (3 mila in più rispetto all’anno precedente). Secondo Infocamere, fa eccezione il Mezzogiorno, dove queste dinamiche appaiono invertite: a determinare la riduzione del saldo annuale – comunque positivo per oltre 13 mila imprese – è stato, infatti, l’aumento delle cessazioni rispetto al 2010, mentre hanno inciso meno le minori iscrizioni. Oggi, il totale dello stock di imprese esistenti, al 31 dicembre 2011, è pari a 6.110.074 unità, ossia, un’impresa ogni dieci abitanti.
Secondo lo studio Infocamere, a livello settoriale, aumentano le difficoltà dell’artigianato, con circa 6.000 imprese in meno nel 2011, mentre, vanno bene commercio e turismo (+23.000 unità). L’indagine precisa che “oltre al protrarsi della storica e strutturale riduzione delle imprese del settore agricolo (quasi 19.000 in meno), si evidenzia la perdita di oltre 3.000 attività manifatturiere (-0,5% di tutto lo stock esistente a inizio anno)”. Prosegue invece, a un ritmo sostenuto, la crescita in altri settori, come quello della fornitura di energia elettrica e gas, l’istruzione, la sanità e le attività legate all’alloggio e alla ristorazione.
A livello territoriale, il Centro ha manifestato nel 2011 la maggiore vivacità, con un incremento del tessuto imprenditoriale di 16.633 unità (+1,29%). Seguono il Nord-Ovest (+13.501 imprese; +0,84%), quindi il Mezzogiorno (13.986 imprese in più; +0,7%) e il Nord-Est (+6.109 unità; +0,51%). Tra le regioni, nell’ordine, solo Lazio, Lombardia, Campania, Toscana e Sicilia hanno messo a segno nel 2011 un incremento superiore alla media nazionale. In Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia e Basilicata, invece, nel 2011 il bilancio anagrafico delle imprese si è chiuso con il segno meno. (LF)
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