“Rimango segretario della Fiom. Ma penso che, specie dopo il voto, la Cgil ha bisogno di una discussione strategica, di un percorso democratico, anche senza modificare lo statuto. Vedremo quali sono le risposte. Io ho intenzione di muovermi in questo quadro, senza escludere nulla”. Così il leader delle tute blu della Cgil, Maurizio Landini, ha risposto all’Unità su una sua futura candidatura alla guida della confederazione di corso d’Italia.
Landini ha poi riferito che molti iscritti Fiom e Cgil hanno votato per Grillo alle recenti elezioni. “Si percepiva con chiarezza partecipando alle assemblee nelle fabbriche – ha detto – alla delusione e alla rabbia tutti i partiti tradizionali non hanno saputo rispondere. Di sicuro in tanti hanno votato Grillo.
Hanno votato per il cambiamento. Grillo ha colmato un vuoto sempre più grande di rappresentanza politica e sociale”.
Un vuoto che rischia di travolgere anche il sindacato come sostenuto dall’ex leader della Cisl, Pierre Carniti. “Sono d`accordissimo e vado oltre – ha aggiunto Landini – se il sindacato non cambia verrà percepito come una casta. Per evitarlo bisogna democratizzarlo: bisogna ridare voto e democrazia ai lavoratori che hanno scelto i loro parlamentari, ma non possono scegliere i loro rappresentanti sindacali. Questa è l`unica strada per riconquistare l`unità sindacale, che è un diritto per i lavoratori. In più il sindacato deve recuperare la rappresentanza di tutte le forme di lavoro: precari, false partite Iva, falsi autonomi. E qui io vedo una responsabilità fortissima per la Fiom e la Cgil di proposta e iniziativa. A partire dal vero spread con la Germania, quello fra i salari che è più alto di quello fra i tassi di interesse, per passare a una diminuzione generalizzata dell`orario di lavoro, il più alto d`Europa, a una politica industriale”.