Sono ormai 8 mesi che il personale dell’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente (IsIAO), Ente Pubblico non Economico, è abbandonato a se stesso senza intravedere alcuna via di uscita. E’ dallo scorso giugno, infatti, che i lavoratori non percepiscono lo stipendio. Lo rende noto la Fp Cgil di Roma che giudica “intollerabile” e “inaspettata” questa situazione per chi, molti anni fa, ha vinto un concorso pubblico e lavora nella pubblica amministrazione.
“Il Ministero degli Affari Esteri – scrive in una nota il sindacato – organo vigilante dell’Ente, che ha posto in liquidazione coatta amministrativa l’IsIAO, a seguito di una situazione debitoria insanabile, non si è assunto finora fino in fondo le proprie responsabilità. Dopo aver nominato un Commissario liquidatore – prosegue il sindacato – non è stato in grado di dotare di fondi propri il Commissario stesso per pagare i creditori e il personale in primo luogo. Non si capisce quindi come questa liquidazione possa avvenire”.
I lavoratori e le organizzazioni sindacali che li rappresentano (Fp Cgil, Fp Cisl, Uilpa e Usb) hanno chiesto di risolvere il problema contingente degli stipendi con un comando temporaneo presso il ministero vigilante, attraverso l’attivazione di un tavolo sulla mobilità.
“Si ricorda – prosegue la Fp-Cgil – che altri ministeri vigilanti, in analoghe situazioni, si sono assunti pienamente la responsabilità del personale degli enti disciolti. Centinaia di unità di personale dell’Ice, dell’Enit e dell’Eti sono stati assorbiti senza perdere un giorno di stipendio presso altre amministrazioni pubbliche e in particolare presso i rispettivi ministeri vigilanti. Non si comprende perché il ministero degli esteri non adotti questa soluzione per soli 18 dipendenti dell’Isiao”
Le organizzazioni sindacali, dopo vari presidi e tavoli di concertazione “che non hanno portato a nulla”, hanno deciso di intraprendere “ulteriori azioni di lotta”, a cominciare da domani al ministero Affari Esteri, dove hanno indetto un’assemblea, insieme alle organizzazioni sindacali del ministero degli Esteri, per chiedere soluzioni immediate. “In caso di risposta non soddisfacente – conclude la Fp nella nota – il personale dell’IsIAO è determinato ad intraprendere forme di lotta anche più incisive per far valere i propri diritti”.