Una delegazione della Cgil guidata dal segretario generale, Maurizio Landini, ha depositato questa mattina in Cassazione i quattro quesiti referendari: due sui licenziamenti (uno sul superamento del contratto a tutele crescenti e un altro sull`indennizzo nelle piccole imprese), uno sulla reintroduzione della presenza delle causali per i contratti a termine e l`ultimo relativo agli appalti sulla responsabilità del committente sugli infortuni sul lavoro.
La Cgil punta a raccogliere le firme entro l`estate e punta ad andare alle urne entro la primavera del 2025. “Sarà un lavoro impegnativo – ha commentato Landini -. Andremo in tutti luoghi di lavoro e in tutte le piazze. La data per l`avvio di questo lavoro sarà nei prossimi giorni e settimane. Abbiamo bisogno di aspettare formalmente l`uscita dei quesiti sulla Gazzetta Ufficiale, che permette di dare il via alla raccolta di firme”.
Il leader della Cgil ha poi aggiunto che la campagna “è aperta a tutti i cittadini e a tutte le persone, perché il messaggio che vogliamo mandare è il seguente: qualche anno fa ci fu referendum sull`acqua, che fu definita bene pubblico, che come è noto raggiunse non solo le firme, ma anche il quorum. Sarebbe molto importante che il lavoro delle persone, quindi le persone e la loro vita tornassero ad essere un bene pubblico. E per questo vogliamo lanciare una campagna che pensiamo sia un rafforzamento della democrazia e un modo per dare un futuro al nostro Paese. Credo che salute e tutela negli appalti riguardi tutti; e tutti non vogliano avere dei figli precari; tutti hanno il diritto di essere tutelati contro i licenziamenti illegittimi. I referendum si rivolgono a tutto il mondo del lavoro, a tutte le persone che pensano che al centro deve tornare la persona”.
Landini ha spiegato nel merito i quesiti: uno “affronta il problema della sicurezza negli appalti e chiede che ci sia una responsabilità in capo al committente, cioè all`azienda madre, di tutto quello che avviene nel sistema sul versante della salute e sicurezza dei lavoratori”. Il secondo quesito “è contro la liberalizzazione dei contratti a termine, che vuole essere un messaggio di dire basta alla precarietà cancellando le leggi sbagliate fatte in questi anni, comprese quella del governo Meloni”. Gli altri due quesiti, infine, “riguardano il contrasto ai licenziamenti illegittimi, che vuol dire cancellare il Jobs Act. Tutte le persone devono avere una tutela contro i licenziamenti illegittimi. Bisogna poi impedire i licenziamenti illegittimi nelle imprese sotto i 15 dipendenti”.
Il numero uno della Cgil ha aggiunto che “ai quattro quesiti presenteremo e raccoglieremo firme per proposte di legge. Non solo diciamo quello che vogliamo abrogare, ma proponiamo cosa bisogna fare per una nuova legislazione sul lavoro che contrasti davvero la precarietà e che riveda complessivamente l`assetto nel mercato del lavoro e nel sistema degli appalti. Bisogna intervenire sulle forme di lavoro assurde che sono state messe in campo in questi anni. Abbiamo inoltre intenzione di formulare una proposta di legge sulla sanità pubblica affinché questo diritto fondamentale torni ad essere un diritto reale di tutela e di gratuità della cura per tutte le persone, investendo quello che c`è da investire e facendo le assunzioni. In questo quadro vogliamo arrivare anche a una legge legge sulla rappresentanza che dia il diritto ai lavoratori di votare e superare i contratti pirata”.
e.m.