di Stefania Plini – Relazioni Industriali Internazionali Eni
Per Eni il Comitato aziendale europeo è una delle esperienze di relazioni Industriali a più forte carattere distintivo. E’ uno dei percorsi di approfondimento del dialogo sociale intrapresi dalla Società e vissuti come modalità proprie di sviluppo di un nuovo modello di R.I., strutturato sia a livello nazionale sia a livello sovranazionale.
Lo è per nascita. Il Cae stato istituito nel 1995, appena un anno dopo appena l’emanazione della direttiva 94/45/CE in materia, quando si era ancora lontani dal suo recepimento nell’ordinamento nazionale.
Fu uno dei primissimi accordi “volontari” realizzati in Italia che vedeva, tra i suoi contenuti principali, l’assegnazione di un maggior numero di seggi per i lavoratori degli altri Paesi europei rispetto agli italiani, pur molto più numerosi, con l’obiettivo di dare enfasi alla dimensione comunitaria e più spazio di dialogo a questo livello, rispetto a quello delle sedi italiane dove già il sistema aveva raggiunto punte avanzate di sviluppo. L’obiettivo era quello di rafforzare l’identità e il senso di appartenenza al gruppo.
L’accordo allora firmato da Eni, Fulc e Fescid (la federazione sindacale europea di settore, poi divenuta Emcef) prevedeva un incontro annuo tra Eni e delegati Cae, sulle seguenti materie di informazione e consultazione: la situazione economico-finanziaria; i programmi di attività e di investimenti; lo stato dell’occupazione; le modifiche organizzative con ripercussioni transnazionali; l’introduzione di nuove metodologie di lavoro o di nuovi processi produttivi; i temi della sicurezza e salute nei luoghi di lavoro; la formazione; le azioni positive, ecc. Inoltre, si prevedeva la costituzione di una segreteria organizzativa per gli incontri e per il funzionamento del Cae. In via sperimentale, all’interno del Comitato – formato da delegati dei lavoratori (dipendenti Eni da almeno tre anni) – veniva anche considerata la presenza di rappresentanti delle organizzazioni sindacali firmatarie.
Lo è anche per il suo sviluppo. A giugno 2001, con l’obiettivo di rendere più efficace l’informazione e consultazione, un nuovo accordo ha reso più continua ed operativa l’attività del Cae, abilitandolo a partecipare ad incontri contemporanei rispetto a quelli che Eni ha strutturato – con il protocollo sulle relazioni industriali firmata alla stessa data – con le organizzazioni sindacali italiane. Tali incontri seguono la cadenza del ciclo di pianificazione di Eni: tre incontri annui in concomitanza con la presentazione del piano strategico quadriennale, degli scenari economici ed energetici, dei consuntivi e degli investimenti. Ad essi non partecipa l’intero Cae, ma un suo comitato ristretto, istituito con lo stesso accordo del 2001, e composto da un coordinatore e da altri quattro componenti con funzioni di coordinamento e di interfaccia con Eni.
L’istituzione del comitato ristretto è l’aspetto più qualificante del nuovo accordo. E’ questo infatti un nuovo soggetto in grado di seguire più da vicino l’evoluzione del gruppo ed è anche uno strumento con potenzialità per futuri spazi di iniziativa.
Con l’accordo del 2001, inoltre, la presenza sindacale nel Cae cessa di essere sperimentale poiché viene considerata portatrice di esperienza, competenza e visibilità e, in quanto tale, rappresenta un fattore qualificante. Si assegna un seggio rispettivamente a Emcef (European mine, chemical and energy workers federation) e alle organizzazioni sindacali nazionali di settore.
Lo è a maggior ragione nella fase attuale, per gli ulteriori step realizzati. A giugno 2004 si è svolto a Madrid – scelta per le importanti attività svolte da Eni nella pensiola iberica – l’ultimo incontro annuo e in tale occasione è stato firmato da Eni, Emcef, Filcem, Femca, Uilcem un nuovo accordo finalizzato a far sì che il cae rispecchi sempre più fedelmente l’evoluzione di Eni.
I criteri di composizione del Comitato rispondono a: coerenza di business nella scelta dei rappresentanti (concentrazione nelle attività core), adattabilità ai cambiamenti occupazionali.
I trend dell’occupazione Eni evidenziano, nei nove anni trascorsi dalla costituzione, del Cae, un fenomeno generale di accentuata internazionalizzazione e in particolare, rispetto all’Italia, una crescente dinamica dell’occupazione negli altri Paesi dell’Unione Europea (la percentuale occupazionale di questi Paesi sul totale di gruppo triplica nel periodo analizzato, soprattutto per effetto di nuove acquisizioni). Pertanto, il Comitato si configura composto da 15 delegati italiani (l’Italia mantiene comunque la maggior porzione di occupati), da 12 delegati degli altri Paesi, da un coordinatore di nomina sindacale ratificato dai delegati, dai seggi ricoperti dalle organizzazioni sindacali. La soglia di rappresentatività dei Paesi per la nomina dei delegati è stata fissata a cento dipendenti, allo scopo di cogliere più realtà geografiche.
Importante, nel nuovo accordo, l’azione di verifica congiunta da svolgere annualmente sulla composizione del Cae: l’analisi terrà conto di una pluralità di variabili, non solo occupazionali ma anche relative all’organizzazione, agli scenari e alle prospettive industriali.
Altro fattore rilevante dell’esperienza Eni risiede, inoltre, nella sincronia adottata nel recepire le trasformazioni che avvengono nella UE: a fronte dell’allargamento a nuovi Paesi è stato incluso nel Cae come delegato l’ex osservatore esterno dell’Ungheria e si è previsto l’ingresso di nuovi osservatori esterni.
Lo è, infine, per i contenuti di maggior concretezza e operatività che si è voluto attribuire a questo organismo, in particolare sui seguenti temi:
– l’informazione: è stata resa disponibile nel modo più ampio attraverso l’accesso ad una sezione del web dedicata;
– la formazione: è stato realizzato un progetto sperimentale di formazione continua in nove Paesi dell’Europa centro-orientale (Austria, Germania, Benelux, Ungheria, Repubblica Ceca, Svizzera, Slovenia, Slovacchia, Romania) per le rispettive consociate della Divisione refining & marketing. I quattro moduli formativi hanno riguardato 140 persone, per un totale di circa 9500 ore di formazione [1] .
– la transnazionalità: la scelta di realizzare gli incontri plenari in paesi e sedi operative Eni ogni anno diversi rafforza il dialogo tra i delegati e lo scambio di conoscenze ed esperienze tra gli stessi.
Nell’ultimo incontro del Cae è stato anche firmato il nuovo accordo sull’Osservatorio europeo per la sicurezza e la salute dei lavoratori – altro organismo istituito nel 1996 con accordo sindacale -, che risponde all’obiettivo di incrementare ulteriormente il grado di expertise dell’organismo e di accrescerne l’operatività.