«Descrivere i problemi economici e sociali
e commentare i fatti che si susseguono in un determinato contesto politico, non è una esercitazione semplice,
e c’è sempre il rischio di contraddizione tra analisi e previsioni.
Antonello Di Mario lo ha fatto in maniera egregia
con gli editoriali della rivista “Fabbrica società” dei metalmeccanici della Uil.
Seguendo il filo logico che lega un problema all’altro,
e le analisi dei problemi economici e sociali della categoria e del sistema produttivo, diventano evidenti i cambiamenti intervenuti e le scelte conseguenti del sindacato».
(dalla Prefazione di Pietro Larizza)
«Si tratta di scritti basati su osservazioni, dati, proiezioni che si preoccupano di anticipare il tempo che verrà rispetto a quanto registrato nel presente.
In questi ultimi anni il comparto dell’industria
ha vissuto dolorosamente gli effetti della crisi
che sono stati raccontati sul nostro giornale senza reticenze od omissioni.
Ma allo stesso tempo è emersa anche la cronaca
degli eventi determinanti per fronteggiare lo stato di difficoltà,
per ipotizzare il possibile sviluppo e agganciare il tempo della ripresa.
È questo il compito di un organo informativo rivolto ai lavoratori di un grande sindacato metalmeccanico: indicare la strada da percorrere perché il Paese ritorni a essere caratterizzato da concrete scelte di politica industriale, possibilmente coerenti con l’esigenza di ripresa auspicata da più parti».
(dalla Presentazione di Rocco Palombella)
«Avrei voluto intitolare questi editoriali Scritti meccanici, parafrasando l’ultimo libro di Pier Paolo Pasolini, Scritti corsari: “lo non ho alle mie spalle”, si legge nella raccolta di articoli e recensioni del grande poeta, “nessuna autorevolezza: se non quella che mi proviene paradossalmente dal non averla”.
Non c’è nulla di eretico negli scritti pubblicati sul giornale dei metalmeccanici, ma una serie di dati, riferimenti, citazioni, aneddoti che possono essere utili all’attività specifica di un sindacalista, perché riguardano la storia, la sociologia, l’antropologia, l’economia internazionale. Tutti temi che, purtroppo, esulano dall’azione contrattuale “nuda e cruda”, ma che possono rivelarsi indispensabili per essere all’altezza del tempo che verrà.
Occorrono scelte coraggiose e pragmatiche per affrontare l’epoca contingente, e la firma per il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici si iscrive a questo repertorio. Ma se si vuole affrontare il futuro, con merito e competenza, l’analisi di fatti e vicende non solo sindacali, diventa il passepartout per essere al passo del cambiamento».