Ci sarebbe da aggiornare, anche questa settimana, la nuova puntata della telenovela sul valzer delle convocazioni governative alle parti sociali, il “vado o non vado”: da Salvini, da Conte, o da Pincopallino. Il vicepremier leghista non demorde, rinnova il suo invito ai sindacati per il 6 agosto e i sindacati rispondono in ordine sparso, ma alla fine tutti accettano. L’incontro al Viminale dunque ci sarà, giusto ventiquattr’ore dopo quello, già fissato, con il premier Conte e il ministro del Lavoro Di Maio a Palazzo Chigi. Poi, si presume, tutti in ferie, e se ne riparla a settembre.
E allora vediamo in quale situazione ci lasciamo prima delle ferie, cercando di immaginare cosa troveremo al ritorno.
Lasciamo, tanto per cominciare, un paese a crescita zero, come ci dicono i dati Istat. Il problema è che la crescita zero di questo trimestre, che segue un’altra crescita zero in quello precedente, rende molto improbabile raggiungere lo 0,2 previsto dal governo, fondamentale per la legge di bilancio. Ci sarebbero anche i dati positivi sull’occupazione, certo. Ma non c’è da illudersi, perché quello che risulta è che si stanno creando lavori a minor valore aggiunto, con orari medi più bassi e più bassi salari. Inoltre, se era noto il fenomeno della ripresa senza occupazione, di occupazione senza ripresa ancora non si era mai sentito parlare. Dunque, che mistero è questo? Come fa a crescere il mercato del lavoro se il Pil resta inchiodato? E per quanto tempo può reggere l’occupazione in un paese fermo?
L’altro dramma è che la non -crescita riguarda ormai tutta Italia, dalle Alpi a Lampedusa. I dati recentissimi dello Svimez dicono che nel Sud il Pil previsto è a meno 0,3%, che gli occupati, negli ultimi due trimestri del 2018 e nel primo del 2019, sono calati di 107 mila unità e che gli investimenti sono in fortissimo rallentamento. Ma soprattutto ci dicono che negli ultimi quindici anni due milioni di persone hanno abbandonato il mezzogiorno, in maggior parte giovani e con alta formazione. Il nostro più prezioso capitale umano, dissipato e disperso.
Se i dati sul sud non sono, purtroppo, una sorpresa, una pessima novità arriva dalla Lombardia, la cui produzione industriale è in calo per la prima volta dal 2013. Il nostro manifatturiero va sempre peggio – come ha avvertito nelle scorse settimane anche Mario Draghi – e il rischio di una recessione del settore è sempre più concreta. “Si sta fermando il motore della nostra economia e a Roma stanno a guardare”, è stato il commento del presidente della Confindustria lombarda Marco Bonometti, “sta prevalendo la logica del non fare, che blocca il Paese”.
La stessa Confindustria nazionale, per bocca del direttore generale Marcella Panucci, ha chiesto al governo di smetterla con le liti e di muoversi, decidere: “il Paese è fermo e le prospettive non sono rosee. La conflittualità all’interno del Governo, che si va acuendo, di certo non aiuta. Se non si creano le condizioni per far ritornare la fiducia tra famiglie e imprese, non c’è da attendersi alcun recupero del Pil nella seconda parte dell’anno”.
Un buon sistema per invertire la rotta sarebbe far aumentare i salari e rilanciare così la domanda interna. E sarà questo il tema al centro degli incontri sia di Palazzo Chigi, sia del Viminale. Le parti sociali tenteranno di parlare, su questo, con una voce sola, ma non e’ affatto scontato che ci riescano. Le due proposte in ballo, taglio del cuneo fiscale, da un lato, salario minimo, dall’altro, non trovano tutti sulla stessa posizione. La Cgil, in particolare, sarebbe prudente, sia sul no al salario minimo, sia sul si al taglio del cuneo, puntando a una riforma fiscale più complessiva e, soprattutto, al rinnovo dei contratti, alcuni dei quali bloccati da anni. E tuttavia, non devono essere divisioni insuperabili, se ancora Panucci, a nome di una Confindustria favorevole al cuneo e contraria al salario minimo, si e’ spinta a scrivere: “E’ la prima volta nella storia che si registra una simile convergenza tra tutti gli attori sociali e dell’economia, il Governo ne approfitti e la traduca in misure concrete per invertire il ciclo e far ripartire il Paese”.
Il governo pero’ non riesce a rispondere con un’unica voce nemmeno su questo delicato e fondamentale terreno. Mentre Salvini punta sul taglio del cuneo fiscale, Di Maio vuole a tutti i costi il salario minimo; mentre Tria insiste su una fiscalità progressiva, Salvini insiste sulla flat tax.
Aggiungiamo altri dettagli: il Consiglio dei ministri di mercoledì scorso è stato incapace di varare la molto attesa riforma della giustizia, causa di una spaccatura verticale tra Lega e 5Stelle. Sulla Tav il governo, lato Conte, dice sì, mentre il governo lato Di Maio si prepara in parlamento a dire no. Sull’autonomia differenziata la Lega dice si, i Cinque stelle dicono no.
Aggiungiamo, infine, che al Mise non contano nemmeno più i tavoli di crisi: hanno perso il conto, non sono in grado di fornire una lista aggiornata, quelle poche crisi che sembravano risolte -Ilva, SiderAlloys, Whirlpool, tre nomi a caso- sono tornate in alto mare. E giovedi, alla riunione convocata al Mise per la crisi di Mercatone Uno, i rappresentanti del governo spiccavano per la loro assenza.
Ecco, queste sono le condizioni con cui l’Italia affronta le ferie di agosto. Verrebbe da citare Sergio Marchionne, scomparso giusto un anno fa, e il suo famoso ‘’ma in ferie da cosa?”.
Ovviamente, speriamo tutti che a settembre qualcosa cambi. Ma al momento, salvo miracoli, è lecito dubitarne.
Nunzia Penelope
Per i nostri lettori pubblichiamo qui di seguito una scelta delle notizie e degli interventi più significativi apparsi nel corso della settimana su ildiariodellavoro.it (Vai al sito per leggere il giornale completo, aggiornato quotidianamente dalla nostra redazione).
Contrattazione
Dopo ben tredici anni, Fim, Fiom e Uilm tornano a presentare unitariamente la piattaforma per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici, che scade il 31 dicembre prossimo. Il testo prevede aumenti salariali dell’8%. Il 4 settembre si riuniranno i consigli unitari delle tre categorie per dare il via libera alle assemblee. In settimana e’ stato rinnovato il contratto nazionale dell’edilizia di Confapi. L’intesa, sottoscritta assieme a Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil, interessa 50mila addetti e prevede vari aumenti salariali, a seconda dell’inquadramento, un aumento delle aliquote, a carico delle imprese, per il welfare aziendale, il rafforzamento del contrasto al dumping contrattuale. È stato sottoscritto il contratto dell’industria cineaudiovisiva. Per i sindacati si tratta di un altro passo importante, dopo la firma del luglio 2018, per allargare le tutele anche alle piccole e micro imprese, e contrastare i fenomeni di dumping contrattuale. Confindustria e Federmanager hanno rinnovato il contratto dei dirigenti. Tra le principali novità previste dal rinnovo c’è l’avvio delle politiche attive e della formazione dei dirigenti che perdono il posto di lavoro a seguito di ristrutturazioni aziendali. Sarà 4.MANAGER, un’associazione costituita dalle parti, a cofinanziare, con il contributo dell’impresa, le attività di ricollocamento del dirigente. È stato inoltre sottoscritto l’accordo sul premio di risultato di Poste. Con l’accordo, spiegala Slc-Cgil, i lavoratori non saranno obbligati al versamento di una quota del Pdr ai servizi di welfare. Inoltre, nel computo delle assenze, non saranno contate quelle delle dipendenti donne vittime di violenza. Nel settore termale è stato firmato l’accordo per l’erogazione delle prestazioni termali. Il testo prevede percorsi di semplificazione per la gestione dei rapporti tra imprese termali, amministrazioni e clientela. Nel comparto delle Tlc È stato firmato il primo contratto di espansione da Tim e sindacati di categoria, che si pone come guida per la sostenibilità del lavoro nei processi di trasformazione digitale, anche attraverso una rivisitazione in chiave espansiva degli ammortizzatori sociali
Diario segreto di un navigator
Per il Diario continua il racconto di un navigator. Al centro di questo nuovo capitolo c’è il kick-off che si è tenuto all’Auditorium di Roma, con la presenza di Di Maio e Parisi: un vero e proprio show, sulla falsariga di quelli organizzati dalla Apple, allo scopo di ‘’motivare’’ i futuri navigator.
Interviste
Emanuele Ghiani ha intervistato Guido Quici, presidente di CIMO, per chiedergli il perché della mancata firma al recente contratto nazionale dei medici e dei dirigenti del Servizio sanitario nazionale, siglato il 24 luglio scorso.
Pubblichiamo alcuni stralci della lunga intervista pubblica con il segretario generale della Cgil Maurizio Landini alla festa del sindacato a Carrara. Nell’intervista Landini ripercorre gli incontri con il governo e avverte: “se non ci saranno svolte, in autunno mobilutazione generale”. Ma ce n’è anche per il Pd: “se un partito fa una legge come il jobs act poi non può stupirsi se il suo consenso elettorale crolla”.
Il guardiano del faro
Marco Cianca racconta come con l’arrivo dell’estate si moltiplichino gli appelli per non abbandonare i nostri amici a quattro zampe. Proprio dai cani, afferma Cianca, abbiamo tanto da imparare. Ma se non ci facciamo impietosire da chi muore in mare, come possiamo essere compassionevoli davanti agli animali?
Diario della crisi
È stato proclamato lo sciopero per il 4 e 5 agosto lo sciopero dei dipendenti di Autostrade. A proclamare la protesta sono unitariamente i sindacati di categoria Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Sla Cisal e Ugl Trasporti.
Documentazione
È possibile consultare i dati dell’Istat sulla produzione industriale, le stime sugli occupati e disoccupati, i prezzi al consumo e la stima preliminare del Pil per il II semestre. È inoltre presente il testo dell’ipotesi di accordo del contratto dell’area sanità, il testo del contratto collettivo dell’industria cineaudiovisiva, il verbale di accordo del contratto nazionale dell’edilizia firmato da Confapi e sindacati e il 9° Report periodico dei CCNL vigenti depositati all’archivio del Cnel.