L’atteso incontro dei sindacati con il governo, celebrato ieri a Palazzo Chigi e conclusosi dopo un’ora con il rinvio a successivi appuntamenti, richiama una domanda: che senso hanno, oggi, incontri di questo tipo? Incontri dai quali non scaturisce praticamente nulla se non la riproposizione, da parte dei sindacati, della loro piattaforma risalente ormai a febbraio e, da parte del governo, di qualche frase vaga sulle intenzioni future, l’accenno a provvedimenti confusi, spesso in contrasto tra loro? Proviamo a rispondere con qualche considerazione.
C’e’ innanzi tutto da ricordare che questi appuntamenti, ancorché piuttosto surreali nelle modalità e nei contenuti, consentono ai sindacati di affermare che le mobilitazioni di questi mesi hanno avuto un riscontro, che le lotte, gli scioperi (compreso quello, riuscitissimo malgrado le polemiche, dei trasporti) sono servite: il governo, quanto meno, li convoca. Che poi anche li ascolti, o dia seguito alle loro richieste, è tutto da vedere. Ma qui veniamo a una seconda considerazione, di tipo politico. La sola presenza dei sindacati al tavolo dell’esecutivo, con le loro richieste, confligge col Contratto di governo che regola i rapporti della maggioranza. Contratto di governo, infatti, è ben diverso da programma di governo. Il secondo è suscettibile di variazioni in corso d’opera, anche, per esempio, accettando le richieste delle parti sociali, il primo invece è blindato, in quanto si basa su punti fermi e su un esercizio di potere continuo tra le due forze della maggioranza: Flat tax sì o no, Tav sì o no, autonomia differenziata si o no, eccetera. In questo quadro, è evidente che qualunque istanza dei sindacati lascia il tempo che trova, perché la partita si gioca altrove. Come ha riassunto il segretario della Cgil Maurizio Landini uscendo ieri da Palazzo Chigi: “bene il metodo, ma poi contano le scelte”. Ma le scelte potranno mai essere diverse da quelle prescritte dal Contratto di governo, o meglio, da quelle che saranno decise dal braccio di ferro ormai perpetuo tra Salvini e Di Maio? Quindi, torna la domanda: che ci vanno a fare i sindacati a queste riunioni?
Intanto va detto che, una volta di più, la loro presenza mette plasticamente in luce la spaccatura nel governo. Salvini che invita le parti sociali al Viminale per illustrare nei dettagli la riforma fiscale basata sulla Flat tax, e Conte che una settimana dopo li invita a Palazzo Chigi e dice che no, ‘’non c’e’ nessuna riforma fiscale del governo’’, dimostrando che Salvini parla a titolo personale. E ancora: Salvini che organizza una riunione al Viminale dove sono presenti solo ministri o sottosegretari della Lega, Conte e Di Maio che ne organizzano una a Palazzo Chigi dove sono presenti solo esponenti dei 5 Stelle, o tecnici, come lo stesso Conte e Tria. Oppure: Conte che in apertura della riunione con Cgil, Cisl e Uil si fa piazzare una telecamera sul tavolo e davanti a quella legge le prime battute del suo testo, per poi mettere il video su Facebook: ‘’abbiamo iniziato oggi con i sindacati un percorso…eccetera eccetera”, per dimostrare, così, che ‘’la vera regia” e’ a Palazzo Chigi. È politica, questa, politica pura: il merito, i temi, non contano nulla. Le competenze nemmeno. Tanto che Di Maio, dopo aver esordito con un lungo excursus sulla green economy e sul piano casa, alla domanda pressante dei sindacati ‘’si, ma che ci dice sul cuneo fiscale?” ha risposto con una arzigogolata quanto confusa proposta sulla Naspi, probabilmente confondendo ammortizzatori sociali, salari e fiscalità.
E ancora non è finita, perché la palla, adesso, torna nuovamente nel campo di Salvini. La domanda che tutti si ponevano ieri sera infatti e’: confermerà il ministro dell’Interno la già annunciata seconda convocazione delle parti sociali a Viminale per il 6 e 7 agosto, che seguirà dappresso, quindi, i due appuntamenti già programmati da Conte e Di Maio per il 29 luglio e il 5 agosto a Palazzo Chigi? E cosa faranno i sindacati: andranno, anche stavolta, o no? Ieri i leader di Cgil, Cisl e Uil hanno ribadito di voler trattare con un solo governo; ma come rifiutare una convocazione ufficiale firmata da un vicepremier, specie se già accettata una prima volta? Con quali motivazioni?
Si potrebbe dire a questo punto: ma chi glielo fa fare ai rappresentanti dei lavoratori di prestarsi a questo balletto, a questo gioco di potere, nel quale sembrano semplici pedine nella partita a scacchi di ben altri giocatori? In realtà, a ben guardare, tutto questo alle parti sociali giova: perché se da un lato garantisce loro un ruolo, dall’altro lascia anche le mani libere. Lo si osservava ieri sera, nella segreteria unitaria delle tre confederazioni che si è riunita dopo l’incontro con Conte e Di Maio, per una valutazione complessiva che, alla fine, non è stata negativa. Per le forze sociali è una situazione, tutto sommato, win -win: il sindacato è in campo, incassa i tavoli di confronto e incassa anche la loro eventuale moltiplicazione. Se a settembre riuscirà a portare a casa qualcosa di concreto, come la riduzione del cuneo fiscale, benissimo; se non otterrà nulla, avrà comunque le mani libere per proclamare il già ventilato sciopero generale, magari proprio sul cuneo fiscale. Decisione forte, ma che si potrà prendere senza rischiare di apparire politicamente schierati, proprio grazie al fatto di essere sempre stati disponibili al confronto. Anche con il più surreale dei governi.
Nunzia Penelope
Per i nostri lettori pubblichiamo qui di seguito una scelta delle notizie e degli interventi più significativi apparsi nel corso della settimana su ildiariodellavoro.it (Vai al sito per leggere il giornale completo, aggiornato quotidianamente dalla nostra redazione).
Contrattazione
Questa settimana è stato firmato il nuovo contratto nazionale dei medici e dei dirigenti del Servizio Sanitario Nazionale. L’intesa, che riguarda 130mila professionisti, arriva dopo dieci anni di stallo. Il contratto prevede la valorizzazione del personale più giovane e maggiori indennità di guardia e per il pronto soccorso. Nella produzione di gas industriali il Gruppo Sapio, assieme ai sindacati, ha firmato due accordi che prevedono l’incremento dell’occupazione e la trasformazione dei contratti a tempo determinato in indeterminato. Si è svolto l’incontro al Mise tra i sindacati e la dirigenza di Whirlpool, che ha segnato qualche passo avanti per la vertenza. Nel comparto metalmeccanico è stata sottoscritta l’intesa per la riorganizzazione dello stabilimento Abb di Vittuone. È stato siglato il nuovo contratto dei dipendenti delle agenzie viaggio aderenti a FIAVET Confcommercio. Il documento prevede un primo aumento da 44 euro, che salirà poi a 88. È previsto anche un importo una tantum di 270 euro, erogato in tre tranches.
Diario segreto di un navigator
Per il Diario del lavoro continua il racconto di uno dei futuri navigator. Alla fine il contratto è arrivato. Il prossimo passo sarà la formazione, per partire poi con il lavoro vero e proprio.
Analisi
Maurizio Ricci spiega come il tema dell’autonomia differenziata si stia dimostrando un boomerang per Matteo Salvini. Con questa riforma, spiega Ricci, riaffiora il vecchio spirito della Lega di Bossi: Roma ladrona e sud inoperoso.
Giuliano Cazzola interviene a sua volta sul tema, affermando che sull’autonomia differenziata si combatte la battaglia tra vecchia e nuova Lega, nella quale lo spirito ancestrale del partito intende rammentare all’impronta salviniana, nazionale e antieuropeista, le radici del Carroccio.
Gianni Marchetto, Luigi Agostini e Marcello Malerba ci offrono una lunga e articolata riflessione sul tema dell’immigrazione come questione che chiama in causa anche il diritto del lavoro e il sindacato. Da qui, spiegano i tre, dovrebbe ripartire la sinistra, per tornare ad avere il consenso dei lavoratori.
Il guardiano del faro
Marco Cianca affronta l’argomento fake news portandoci una notizia: negli Usa gira infatti sulle chat un testo corredato da una foto di Renzi assieme a Obama, portata come ‘’prova’’ che i due ex presidenti sarebbero i promotori di un ipotetico complotto per rovesciare Trump. Una assurdità assoluta, come spiega Cianca.
I blog del Diario
Aldo Amoretti spiega come il passante Nord, voluto a Bologna per ovviare a una tangenziale sempre intasata, non sia una soluzione che risolve i problemi, facendo luce sulle altre alternative possibili.
Benedetta Buccellato presenta le sue riflessioni dopo il primo incontro sulle politiche culturali organizzato dalla Cgil, dove il segretario Landini ha invitato personaggi della cultura e dello spettacolo. Il declino di questi due ambiti, spiega Buccellato, ha radici lontane, che ha ripercussioni sia sulle condizioni di chi vive grazie alla cultura e lo spettacolo sia sull’intero paese.
Diario della crisi
È stata una settimana nera per i trasporti con lo sciopero nazionale proclamato dai sindacati di categoria che ha interessato il trasporto pubblico locale, ferroviario e aereo. Piena riuscita degli scioperi indetti dai lavoratori di Es Italia, società di 1.600 addetti del gruppo Dxc, colosso dell’It, contro i 36 licenziamenti annunciati dall’azienda. Sindacati in sciopero per la vertenza del Teatro dell’Opera di Roma, per capire la vera intenzione da parte della giunta Capitolina di ripristinare e consolidare il contratto integrativo aziendale del 2005. Nel comparto dei metalmeccanici i lavoratori della Elexos, ex Schneider Electric, di Rieti hanno manifestato contro i possibili licenziamenti. I dipendenti dello stabilimento di Palermo di Almaviva sono scesi in piazza, assieme ai sindacati di categoria, per chiedere certezze sul proprio lavoro.
Documentazione
Questa settimana è possibile consultare il testo del rapporto Istat sul commercio extra Ue, i dati sui contratti collettivi e le retribuzioni contrattuali e la fiducia di imprese e consumatori. Infine è presente il testo dell’Inps e del Cnel “Individuazione dei contratti da assumere a riferimento per l’applicazione della normativa previdenziale e di finanza pubblica”.