Nel 2023 il servizio socio-assistenziale di Stimulus Italia ha registrato un +170% di richieste di consulenza e aiuto sui temi dell’assistenza a parenti anziani, familiari disabili o minori di 15 anni. Nel 50% dei casi analizzati, il familiare con un bisogno specifico era un anziano. Per il 21,23%, la richiesta riguardava la situazione di un minore; nel 19,86% si trattava di un disabile. Per il 20% le richieste erano su pratiche e documenti legati all’assistenza; il 16% riguardava la ricerca di assistenza domiciliare. Il bisogno di informazioni chiare, che gli utenti non riescono a trovare, è stata la prima motivazione di richiesta di assistenza. Sono i dati emersi dal Report “Social Care” di Stimulus Italia, società di consulenza per il benessere psicologico nei luoghi di lavoro, tra le poche in Italia che offrono, ai professionisti e professioniste nelle aziende italiane, un servizio dedicato ai temi socio-assistenziali.
Per le famiglie di anziani non autosufficienti c’è un problema quasi più difficile dell’assistere i loro cari. L’ostacolo maggiore è ottenere le informazioni sui servizi socio-sanitari disponibili, sulle normative e sull’iter burocratico per ricevere bonus e sussidi. Lo conferma l’attività, sempre più richiesta, dei Care manager di Stimulus Italia. In Italia gli anziani non autosufficienti, che per età avanzata, malattie gravi o decadimenti cognitivi hanno bisogno di assistenza continua, sono circa 3 milioni e 800 mila. Secondo stime recenti, potrebbero diventare 4,4 milioni nel 2030 e 5,4 milioni nel 2050.
Secondo il Patto per un nuovo welfare della non autosufficienza, i familiari caregiver che oggi gravitano sugli anziani non autosufficienti sono quasi 10 milioni. Con la legge delega anziani del marzo 2023 è stata annunciata una riforma complessiva dei servizi sulla non autosufficienza, con l’obiettivo, tra gli altri, di mettere ordine e uniformare i servizi sul territorio. L’iter della riforma è tuttora in corso.
Osserva Sara Comandatore, Social Care Coordinator: “Spesso non è facile, per i caregiver, individuare quali sono gli interlocutori sul loro territorio a cui si devono rivolgere per fare delle richieste o avere delle informazioni sui servizi socio-assistenziali territoriali. Reperire questo tipo di notizie, inoltre, porta via molto tempo in ricerche e telefonate, spesso inconcludenti”.
“La percezione più diffusa, tra le famiglie di persone malate e non autosufficienti, è di essere abbandonati – continua Comandatore -. Si sentono soli di fronte alla burocrazia, inermi di fronte al problema di salute del loro caro, smarriti, perché non sanno cosa fare”. I servizi sociali e socio-sanitari e assistenziali pubblici sono disomogenei sul territorio, ma il primo problema, in realtà, è capire quali sono, dove si trovano e come accedervi, cioè “trovare il giusto referente e le informazioni specifiche per il proprio problema. Le persone che assumono in famiglia il ruolo di caregiver hanno spesso bisogno di sentirsi accompagnati nel fare determinate scelte per i propri cari e, soprattutto, hanno la necessità di sentirsi rassicurati sul fatto di aver valutato ogni possibilità”.
Il servizio socio-assistenziale è uno degli interventi che Stimulus Italia offre alle aziende e ai loro collaboratori. Oggi, si affianca alle consulenze di sostegno psicologico, online, al telefono e in presenza; ad attività per il benessere sui luoghi di lavoro come la messa a disposizione di stanze di ascolto, momenti di confronto tra i professionisti, progetti di formazione per manager e responsabili delle risorse umane. Nel solo 2023 le consulenze degli psicologi Stimulus ai professionisti e professioniste, erogate tutti i giorni, sono state 17.234. Le richieste ricevute in ambito socio-assistenziale sono state 319.
Dichiara Andrea Bertoletti, Country Manager di Stimulus Italia: “Il servizio socio-assistenziale è tra i nostri servizi più recenti, ma la sua grande curva di crescita è il segnale di un bisogno importante. Stimulus ha come obiettivo un nuovo modello strategico di wellbeing, nel quale il benessere delle persone è concepito in modo globale. Così come pensiamo a professionisti e professioniste più soddisfatti, pensiamo alle loro famiglie. Nel caso del servizio socio-assistenziale, non si tratta solo di dare informazioni, o rispondere a necessità ed esigenze di natura pratica ma di saperle comunicare al meglio. Consideriamo il caso di un genitore anziano che ha bisogno di assistenza: si tratta di situazioni che hanno un impatto importante nella vita delle persone, anche da un punto di vista emotivo. Il vantaggio di un servizio integrato è affiancare e sostenere i caregiver, anche da un punto di vista psicologico”.
e.m.