I sindacati di categoria hanno approvato venerdì l’ipotesi di piattaforma per il rinnovo del contratto nazionale dell’industria alimentare. Gianni Pastrello, segretario nazionale della Fai Cisl, quali sono i punti qualificanti?
Il più importante riguarda l’applicabilità di quanto si decide. L’attuale contratto non riesce ad influire concretamente sulle decisioni. Per questo nella piattaforma chiediamo un organismo decisionale costituito dalle parti sociali, a cui assegnare una serie di compiti come la disposizione delle risorse.
Il documento si sofferma anche sulle pari opportunità.
Si intende in senso più ampio, deve anche affrontare la situazione dei lavoratori flessibili, indispensabili per la componente stagionale del settore. Anche a loro va riconosciuta la dignità professionale.
In che modo?
Chiediamo un elemento nuovo di riconoscimento retributivo, da definire nella contrattazione decentrata. Solo in azienda, infatti, si può remunerare l’eventuale aumento di competitività. Puntiamo a riequilibrare i due livelli: a quello nazionale il compito di definire le linee di indirizzo; a quello aziendale la gestione dei fenomeni e il governo della flessibilità.
Il vostro è un settore molto frammentato e alle prese con la globalizzazione.
Sono circa venti le aziende con più di mille dipendenti, su 67mila. Dobbiamo aumentare la competitività, viste la difficoltà a penetrare sui mercati stranieri. Invece, molte multinazionali acquistano i nostri marchi. Va riproposto anche il tema della responsabilità sociale: chi chiude gli stabilimenti non considera il dissesto economico che provoca.
Chiedete un aumento salariale medio di 125 euro mensili. Da cosa nasce?
Secondo l’accordo del ’93 avremmo dovuto chiedere meno, ma la perdita del potere d’acquisto è stata molto maggiore di quella indicata dall’inflazione. Sono stati i lavoratori a pagare la crisi del comparto. Ora è il momento di riequilibrare la situazione. Servono dinamiche retributive più stabili, il contratto non può limitarsi al ruolo di scala mobile biennale.
Qual è l’obiettivo?
Vogliamo riportare le retribuzioni a livello europeo, ma temo che non sarà possibile in questa sessione negoziale.
Emanuele Di Nicola