- La Commissione ha adottato oggi un piano d’azione volto a rimuovere entro il 2005 gli ostacoli che impediscono ai lavoratori comunitari di cambiare agevolmente lavoro e paese. La Commissione ha invitato i governi, le imprese e i lavoratori stessi a impegnarsi urgentemente per dare ai lavoratori i mezzi che li rendano più idonei alla mobilità professionale e a svolgere lavori migliori, nonché li ha sollecitati a moltiplicare gli sforzi per garantire la mobilità geografica e un mercato del lavoro che funzioni a pieno regime. Un’iniziativa importante e visibile a favore dei cittadini dell’Unione europea è l’introduzione di una tessera europea di assicurazione sanitaria. I dati sulla mobilità professionale mostrano che, nel 2000, solo il 16,4% dei lavoratori comunitari era alle dipendenze del proprio datore di lavoro da meno di un anno, contro il 30% negli Stati Uniti. Per quanto concerne la mobilità geografica, l’1,2% dei cittadini europei ha cambiato regione di residenza nel 1999, mentre negli Stati uniti il fenomeno investe il 5,9% della popolazione. Il piano d’azione poggia sulla raccomandazione della task force di alto livello su competenze e mobilità, istituita dalla Commissione lo scorso anno per individuare gli ostacoli concreti alla mobilità dei lavoratori nell’Unione europea. Il piano d’azione sarà presentato al vertice di Barcellona in marzo quale seguito alla relazione di primavera della Commissione ‘Mettere a frutto il cambiamento’.
Secondo Anna Diamantopoulou, commissario per l’occupazione e gli affari sociali, ‘la mobilità dei lavoratori è il ‘parente povero’ delle libertà comunitarie. Spetta ai governi, alle imprese e ai lavoratori portare la questione in primo piano. La mobilità è essenziale per creare nuovi posti di lavoro e per compensare la carenza di competenze nel mercato del lavoro comunitario. E c’è di più, una mobilità geografica senza ostacoli sarà un segno tangibile – come l’euro – che l’Unione europea incide sulla nostra vita quotidiana.’
Viviane Reding, commissario per l’istruzione e la cultura, ha dichiarato: ‘Investire nell’istruzione e fornire a ogni europeo le competenze richieste da un’economia basata sulla conoscenza diventa una priorità principale dell’agenda dell’UE. L’odierno piano d’azione è un ulteriore passo verso cambiamenti a favore di cittadini meglio formati’.
La Commissione propone l’adozione di misure per:
- rendere i sistemi d’istruzione più sensibili ai bisogni del mercato del lavoro;
- ridurre gli ostacoli regolamentari e amministrativi al riconoscimento professionale, come pure altri impedimenti derivanti dalle modalità di riconoscimento di qualifiche formali e apprendimento non formale;
- garantire la piena trasferibilità dei diritti alla sicurezza sociale, comprese le pensioni, in tutta l’Unione europea. Ciò dovrebbe inoltre comprendere un’azione estremamente pratica e simbolica per sostituire con una tessera sanitaria europea gli attuali moduli cartacei necessari per poter ricevere le cure sanitarie in un altro Stato membro. Tale tessera semplificherebbe le procedure, piuttosto che cambiare gli attuali obblighi e diritti;
- esaminare l’interazione fra immigrazione, occupazione e politica sociale.
L’alquanto basso livello di mobilità occupazionale (cioè la mobilità fra i posti di lavoro) nell’UE è illustrato dal risultato in base al quale in media soltanto il 16,4% dei lavoratori ha avuto lo stesso datore di lavoro per meno di un anno nel 2000, rispetto a dati comparabili che indicano circa il 30% per gli USA.
La scarsa mobilità occupazionale rappresenta un particolare problema nelle regioni meno progredite, e sottolinea il fatto che il bisogno di investimenti nelle risorse umane vi è più acuto, in particolare nella prospettiva di un maggior numero di siffatte regioni in seguito all’allargamento.
In sede di mobilità fra i paesi, soltanto 225.000 persone – ovvero lo 0,1% dell’intera popolazione dell’UE – hanno cambiato ufficialmente residenza da un paese all’altro nel 2000, e soltanto l’1,2% si è spostato fra le regioni nel 1999.In confronto, negli USA il 5,9% dell’intera popolazione ha cambiato residenza da una contea all’altra (l’equivalente più prossimo delle regioni), oltre cinque volte più che nell’UE Questo comunque non è l’intero quadro della situazione in quanto vediamo come altre forme di occupazione più flessibile diventano sempre più frequenti in Europa; per esempio, la migrazione temporanea, i pendolari sulle lunghe distanze (grazie a trasporti sempre più ad alta velocità) e i pendolari transfrontalieri nelle zone di frontiera (circa mezzo milione di lavoratori).
La Commissione invita a mettere in atto le seguenti azioni prioritarie per compiere progressi significativi e quantificabili in materia di mobilità dei lavoratori europei entro il 2005.
Mobilità professionale
1. Passi concreti per consentire a tutti, indipendentemente dall’età, l’accesso gratuito all’acquisizione di competenze di base. Creare marchi di qualità comunitari per i migliori sistemi d’apprendimento basati sulle TIC (Tecnologie dell’informazione e della comunicazione).
2. Aumentare il numero di studenti, soprattutto donne, di matematica, scienze e tecnologia. Migliorare l’informazione e l’orientamento alle ragazze e alle donne sulle opportunità di lavoro nei settori scientifico e tecnologico.
3. Potenziare l’istruzione. Favorire l’integrazione nei sistemi scolastici dei giovani disabili, giovani con difficoltà d’apprendimento, immigranti e minoranze etniche.
4. Promuovere i contatti tra scuola e mondo del lavoro. Istituire una rete di organi consultivi che mettano in collegamento il settore privato e il settore educativo.
5. Inserire i lavoratori in programmi di formazione delle imprese, in particolare i lavoratori in età avanzata. Elargire incentivi alle imprese e ai lavoratori a tal fine.
6. Prevedere compensi per le imprese o gli organismi pubblici che applicano le strategie d’apprendimento permanente più innovative.
7. Mettere a punto definizioni, standard e sistemi di convalida a livello europeo delle competenze in materia di TIC.
8. Applicare un migliore controllo delle competenze in materia di TIC, adeguandole alle richieste delle imprese. Stabilire profili professionali dettagliati.
9. Riconoscere a livello europeo l’apprendimento e l’esperienza professionale non formali.
10. Elaborare un ‘modulo europeo’ per il riconoscimento delle qualifiche acquisite nel percorso dell’istruzione e della formazione.
11. Aumentare i fondi pubblici destinati allo sviluppo delle risorse umane, compresa la presa in considerazione di un aumento degli stanziamenti a favore del Fondo sociale europeo e di quelli connessi con l’allargamento.
Mobilità geografica
12. Consentire l’effettivo mantenimento dei diritti in materia di previdenza sociale dei lavoratori che cambiano Stato di residenza all’interno dell’Unione europea. Riconoscere il diritto di risiedere e lavorare (in particolare nel settore pubblico) in altri Stati membri.
13. Creare una tessera europea di assistenza sanitaria.
14. Istituire diritti alla pensione complementare trasferibili.
15. Chiarire e semplificare le norme europee sul riconoscimento delle qualifiche per le professioni regolamentate.
16. Intensificare gli sforzi per creare un mercato unico di servizi transfrontalieri e rimuovere gli ostacoli alla libertà di stabilimento.
17. Riformare i sistemi fiscali e previdenziali ed esaminare il funzionamento del mercato edilizio (spese notarili, d’iscrizione al catasto, commissioni alle agenzie immobiliari) per favorire la mobilità regionale all’interno degli Stati membri.
18. Possibilità più precoci di apprendere le lingue straniere, a partire dall’età di 8 anni, e possibilità di apprendere due lingue straniere europee entro la fine del ciclo della scuola dell’obbligo.
19. Possibilità di acquisire un terzo dell’istruzione superiore in un altro Stato membro.
20. Istituire a livello europeo norme minime e volontarie in materia d’istruzione e formazione per promuovere la mobilità nelle professioni non regolamentate.
21. Eliminare le restrizioni locali, regionali o nazionali imposte sulle qualifiche nelle convenzioni collettive.
22. Giungere a un accordo su una politica comune in materia d’immigrazione. Concedere ai cittadini dei paesi terzi residenti in uno Stato membro diritti comparabili a quelli di cui godono i cittadini dell’Unione europea, in particolare in materia di residenza, lavoro e previdenza sociale.
Informazione sulle possibilità di lavoro nell’Unione europea
23. Creare un sito Internet unico che fornisca informazioni sulla mobilità europea. Istituire un servizio d’informazione più completo per le professioni regolamentate.
24. Estendere il sistema EURES (Sistema europeo di ricerca di lavoro on line) e impiego di un sistema convenzionale di classificazione delle professioni. EURES deve divenire uno strumento di lavoro quotidiano dei servizi per l’impiego.
25. Lanciare una campagna informativa a livello europeo sulla mobilità, nonché campagne settoriali.
In tutte le iniziative predette, la Commissione si atterrà strettamente al principio di sussidiarietà.
Antecedenti
Una task force su competenze e mobilità è stata costituita nel giugno 2001 da Anna Diamantopoulou, quale elemento importante della sua strategia UE per eliminare gli ostacoli alla mobilità e innalzare il grado di specializzazione dei lavoratori europei di ogni livello. La task force ha operato su tre fronti. In primo luogo, poiché la libera circolazione all’interno del mercato unico europeo è un obiettivo fondamentale dell’Unione europea, la soppressione delle barriere è un atto indispensabile. In secondo luogo, lo sviluppo di una società basata sulla conoscenza è un fattore determinante per la competitività e la crescita in un’economia globale e pertanto occorre rafforzare le politiche volte a favorire l’acquisizione di competenze in Europa. Da ultimo, la libera circolazione e l’instaurazione di una società basata sulla conoscenza sono condizioni essenziali per conseguire l’obiettivo della piena occupazione, obiettivo che l’Unione europea si è data al vertice di Lisbona nella primavera del 2000. Sulla base della relazione della task force, la Commissione intende illustrare il presente piano d’azione al consiglio europeo di Barcellona, in marzo 2002.
http://europa.eu.int/comm/employment_social/news/2002/feb/ap_fr.htm
http://europa.eu.int/comm/employment_social/news/2002/feb/ap_en.htm
http://europa.eu.int/comm/employment_social/news/2002/feb/ap_de.htm
Allegato
Piano d’azione a favore della mobilità e della tessera europea d’assistenza sanitaria
Finalità
- Eliminare gli ostacoli alla mobilità dei lavoratori, degli studenti e di chiunque si sposti all’interno dell’Unione europea; fornire ai cittadini un simbolo forte dell’identità europea – un altro pezzo d’Europa in tasca.
Che cos’è la tessera europea d’assistenza sanitaria
- Una tessera elettronica che sostituirà l’attuale formulario d’assistenza sanitaria E111
- Ridurrà i documenti cartacei e le trafile burocratiche
- Proverà che il possessore ha diritto all’assistenza sanitaria in tutto il territorio comunitario e al rimborso delle prestazioni da parte del proprio Stato membro
La tessera non&
- istituirà alcun nuovo diritto
- sostituirà il libretto sanitario nazionale
- darà luogo all’uso del libretto di previdenza sociale nazionale in un altro Stato membro
- conterrà dati sullo stato di salute del possessore
N.B.: Il testo integrale del piano è disponibile in documentazione