Rallenta l’attività produttiva del settore metalmeccanico nel terzo trimestre del 2011. A fronte di tassi di crescita del 6,8% di gennaio-marzo e del 5,3% del trimestre aprile-giugno, il periodo da luglio a settembre ha registrato un calo all’1,3%. È questo in sintesi, il quadro dell’andamento del settore metalmeccanico contenuto nella 120^ indagine trimestrale di Federmeccanica.
L’inversione del trend espansivo è evidente se si considerano i volumi di produzione del settore, che risultano inferiori del 22,3% rispetto a quelli recessivi del primo trimestre 2008. E la situazione appare ancora più negativa se confrontata con i paesi Ue che hanno ridotto la differenza al 7,4% mentre la Germania, non solo ha recuperato il gap, ma produce il 2,1% in più. Nel solo mese di settembre, inoltre, la produzione metalmeccanica, al netto delle componenti stagionali, ha registrato una caduta, rispetto all’agosto precedente, del 6,6% riportandosi sui livelli d’inizio 2011.
La dinamica delle esportazioni ha evidenziato nel corso del 2011 tassi di crescita significativi ma in rallentamento. Infatti a fronte di una crescita media del 16,3%, il tasso di crescita tendenziale che era stato pari al 20% nel primo trimestre si è ridotto al 12,1% nel bimestre luglio-agosto. Il rallentamento delle importazioni è risultato ancora più marcato essendo passato dal 22,6% del primo trimestre al 3,6% del bimestre estivo.
Per quanto riguarda il lavoro, nei primi nove mesi dell’anno è proseguito il massiccio ricorso alla cig anche se in misura più contenuta (-32,8%) rispetto allo stesso periodo del 2010. La flessione ha interessato quasi nella stessa misura la qualifica operaia (-33,3%) e quella impiegatizia (-31,1%).
Il ricorso alla cig ordinaria è diminuito del 54,1%, così come è diminuito del 31% quello alla cig straordinaria, mentre è cresciuto il ricorso alla cig in deroga, (+38,2%), che ha rappresentato, il 18,4% del totale delle ore complessivamente autorizzate.
Sotto il profilo delle retribuzioni contrattuali, infine, nei primi nove mesi quelle dei lavoratori metalmeccanici sono cresciute del 2,3% rispetto allo stesso periodo del 2010 a fronte di un aumento dell’inflazione, nello stesso periodo, del 2,6%.
Secondo le previsioni di Federmeccanica, la congiuntura settoriale dovrebbe registrare un peggioramento nell’ultima parte dell’anno. Questo perché sono aumentate le giacenze di scorte di materie prime e i prodotti finiti e, nel contempo, diminuiti gli ordini in portafoglio. Le previsioni negative relative all’ultimo trimestre sui volumi di produzione attesi potrebbero indurre le imprese metalmeccaniche a segnalare nei prossimi mesi un ulteriore ridimensionamento dell’occupazione.
Per provare a uscire da questa stagnazione e crescere economicamente, ha commentato il vicepresidente Roberto Maglione, è fondamentale investire in nuove tecnologie e recuperare in efficienza e produttività. Anche un’innovazione della legislazione potrebbe contribuire allo sviluppo dell’economia, ha sottolineato il direttore generale Roberto Santarelli rispondendo a chi gli chiedeva un parere sulla questione della flessibilità in uscita. E’ necessario, ha aggiunto, un intervento di riequilibrio del mercato del lavoro che soffre di un dualismo tra precari e garantiti “non più accettabile”. Lo scambio tra flessibilità in entrata e flessibilità in uscita, a suo giudizio, è la condizione necessaria per risolvere in parte questo problema che, comunque, per gli industriali “non è una questione prioritaria, perchè prima c’è da fare altro”, ma che sarà sicuramente “tra i temi all’ordine del giorno dell’agenda del nuovo esecutivo come anche l’Europa ci ha chiesto”.