Due manager, due coetanei, con due storie praticamente parallele, simili anche fisicamente, entrambi con un passato di city manager al fianco di due sindaci milanesi di centro destra, Letizia Moratti e Gabriele Albertini. In pratica, due gemelli. Ma poi uno dei due, Beppe Sala, ha sterzato a sinistra, candidandosi col Pd; mentre l’altro, Stefano Parisi, e’ rimasto a destra, e in questo schieramento ha oggi annunciato che correrà come successore di Giuliano Pisapia.
La candidatura ufficiale di Parisi, che segue di poche ore la vittoria di Sala alle primarie del Pd, e’ stata annunciata con una nota nella quale si legge: “Accogliendo l`invito che mi è stato rivolto da tutte le forze politiche del centrodestra ho deciso di candidarmi per diventare il prossimo sindaco di Milano”. Proprio il consenso di tutte le anime del centro destra, spiega Parisi, e’ stato l’elemento vincente: “di fronte a questo consenso, ritengo mio dovere dare il mio contributo al servizio di una comunità, come quella milanese, con la quale così intensamente ho lavorato negli ultimi 15 anni”. Non manca una nota al veleno nei confronti della precedente gestione: “Sono convinto -afferma Parisi- che tutti insieme potremo riportare a Milano quell`energia e quella qualità di governo che hanno caratterizzato le giunte di centrodestra, e riprendere il percorso di costruzione del suo futuro, interrotto dall`amministrazione Pisapia. Milano tornerà ad essere aperta, libera, sicura, efficiente e orgogliosa di poter dare il meglio di sé al Paese”.
Parisi attualmente e’ il patron di Chili, il network italiano di tv e cinema in streaming sul genere di Netflix. In precedenza e’ stato Ad di Fastweb, e ancora prima direttore generale di Confindustria nel periodo 2000-2004, con la presidenza di Antonio D’Amato. Ma la sua carriera e’ iniziata con la politica: negli anni Ottanta come capo della segreteria tecnica del ministro del Lavoro, poi a Palazzo Chigi, con De Mita, poi agli Esteri, con De Michelis, poi ancora a Palazzo Chigi, dal 1992 al 1997, con Amato, Ciampi, Dini, Prodi, fino al passaggio a Milano, al fianco di Albertini (al quale, oggi, ha mandato un sms per anticipargli la candidatura). Un supertecnico, insomma, per governi di varia estrazione politica, o anche un uomo per tutte le stagioni, come si dice in questi casi.
Sta di fatto che il suo ingresso in partita potrebbe complicare la marcia di Beppe Sala verso Palazzo Marino. A parte il curriculum identico, Parisi finira’ per pescare nello stesso serbatoio di voti di centro destra moderati-indecisi sui quali conta in parte anche il patron di Expo: che ha si’ vinto le primarie del Pd, ma con una percentuale non certo esaltante, poco piu’ del 40%: soprattutto se confrontata col quasi 60% messo assieme dai due candidati con un taglio piu’ spiccatamente ”arancione” come Francesca Balzani e Pier Francesco Majorino. Tanto piu’ se nei prossimi giorni dovesse scendere in campo anche un candidato di ”sinistra sinistra” -come e’ quasi scontato che avvenga – sottraendo altri voti a Sala.
N.P.