Il decreto legge oggi all’esame del Consiglio dei ministri “istituisce presso Agenas la Piattaforma nazionale per le liste d’attesa di cui si avvale il Ministero della Salute. L’obiettivo – si legge nell’articolo uno della bozza del decreto – è disporre per la prima volta di monitoraggio puntuale e reale dei tempi di erogazione delle prestazioni sanitarie” al fine di conoscere “i tempi di attesa prestazione per prestazione, Regione per Regione”.
La piattaforma nazionale è finalizzata a dialogare con le piattaforme regionali delle liste di attesa (interoperabilità)” e “serve a superare quello attuale che non consente di conoscere l’offerta di prestazioni rispetto alla domanda”. “Sarà un decreto del Ministro della Salute – si legge ancora nella bozza – a definire le linee guida per realizzare l’interoperabilità tra le piattaforme”.
Il testo prevede il potenziamento dell’offerta assistenziale, con visite ed esami diagnostici che verranno svolti anche il sabato e la domenica, prolungando la fascia oraria.
“Per evitare abusi dell’attività in intramoenia, a scapito dell’attività istituzionale finalizzata alla riduzione delle liste d’attesa – si legge nella bozza del dl -, si prevede in ogni azienda ospedaliera le ore di attività libero professionale non deve eccedere quella ordinaria”.
Viene poi incrementa la spesa per il personale di un importo complessivo pari al 15% dell`incremento del Fondo sanitario rispetto all`anno precedente.
“In sostanza – si legge nell’articolo 5 della bozza, che però deve essere sottoposto a verifica da parte del Mef -, rispetto a oggi il tetto di spesa è meno stringente per il 2024. Dal 2025 viene abolito e sostituito da un altro meccanismo che non è di tipo vincolante ma legato alla programmazione delle aziende sulla base di un fabbisogno standard di personale sanitario”.
L’impatto sulle Regioni è positivo – viene spiegato – perché la norma va incontro alle reiterate richieste delle Regioni di rimozione del vincolo sulle assunzioni.
L’articolo 6 della bozza, anch’esso da sottoporre a verifica da parte del Mef, “aumenta per gli anni 2025 e 2026 la quota del fondo sanitario nazionale che le Regioni possono usare per l’acquisto di prestazioni da privato convenzionato rispetto a quanto già previsto dalla legge di bilancio 2024. Inoltre, le risorse già stanziate per il 2024 sono prioritariamente destinate alle prestazioni di ricovero e ambulatoriali, erogate dalle strutture sanitarie private accreditate dotate di pronto soccorso ed afferenti alle reti cliniche tempo-dipendenti, conseguenti all’accesso in pronto soccorso, con codice di priorità rosso o arancio”.